martedì 19 gennaio 2016

TASSE PORTUALI PER PRINCIPIANTI

Sarebbe importante che si diffonda una consapevolezza su questi termini, perché noto che viene fatta spesso una gran confusione sulla natura delle tasse, sui beneficiari e sui reali gettiti delle medesime.

Spesso (ma non è il caso di FAQ) si tende anche a parlare impropriamente delle tasse portuali per definire i dazi e l'IVA all'importazione, mentre è chiaro che sono due cose completamente diverse per natura, per beneficiario e soprattutto per gettito (considerando che un dazio mediamente può essere del 4% e l'IVA il 22% del VALORE della merce !).

Lo spunto per questo mio commento mi viene dalla notizia proveniente da Gioia Tauro sulla possibilità di riduzione ed esenzione della tassa di ancoraggio. (vai al post)

Per valutare la portata e l'incidenza di queste leggi e provvedimenti è necessario quantificare di quanti euro si parla. Quanto vale una tassa d'ancoraggio ? ... e quindi quanto risparmio comporta la sua esenzione ?


C'è una differenza sostanziale fra tasse portuali (ed erariali) e tassa d'ancoraggio

Per una spiegazione completa della tassa d'ancoraggio vi rimando a TASSA D'ANCORAGGIO .

E' quindi una tassa dovuta dall'Armatore e non dalla merce, pagata per una determinata nave nel primo porto italiano di scalo e valida per un anno. E' ovvio che molte navi si stazza superiore scalino il porto di Gioia Tauro, unico porto italiano autenticamente ed esclusivamente di transhipment. 

Quindi un'agevolazione per quelle navi è un incentivo a far scalare i porti italiani ad armatori che possono decidere piuttosto di scalare Tanger Med, Damietta, ecc.ecc. 

Alcuni anni fa si è chiesto ed ottenuto dall'APT una riduzione temporanea delle tasse d'ancoraggio limitata alle navi portacontainer che scalavano primo porto Trieste. Non credo che questo provvedimento sia stato né incisivo per i nostri traffici, né particolarmente impattante sul bilancio statale.

Le tasse portuali ed erariali sono invece tasse riscosse dalla Dogana sulle merci sbarcate ed imbarcate in un determinato porto. 

Il gettito proveniente da tali tasse va a favore dell'Autorità Portuale. A Trieste le tasse portuali ed erariali sono inferiori a quelle medie nazionali (anche se in base ad un dm del 2011 sono destinate a parificarsi in un certo lasso di tempo).

Assieme all'intervento del nostro esperto vi proponiamo questo breve testo dal sito CIPPA' TRASPORTI

Le tasse doganali per importazione merci extra UE

Tasse e dazi

Per acquistare merci da aziende che si trovano all'esterno dell'Unione Europea, quindi per importarle all'interno della zona Europea, è obbligatorio pagare alcuni tributi oltre all'IVA nella percentuale prevista nel paese d'ingresso delle merci.

I tributi da pagare, detto comunemente dazi, sono proporzionati al valore commerciale della merce acquistata. Di norma tutte le spese extra rispetto al prezzo del valore, sono a carico del compratore. In alcuni casi, dietro specifici accordi, le spese costituite da tasse doganali ed atri oneri possono essere a carico del venditore, Il più delle volte quando il prezzo della merce acquistata viene stabilito comprensivo dei costi di sdoganamento, significa che il venditore ha effettuato comunque dei rincari per coprire gli ulteriori costi sostenuti per inviare la merce acquistata.

Calcolo del dazio e pratiche doganali

Il calcolo del dazio da pagare quando si importano merci provenienti da paesi al di fuori dell'Unione Europea è valutato sulla base di una percentuale in proporzione al valore della merce acquistata. Il calcolo viene fatto basandosi sulla dichiarazione allegata alla spedizione ed alla fattura emessa dal venditore. A questi costi vanno aggiunti gli importi dovuti indicati come spese amministrative. Solfitamene sono importi predeterminati dalle normative vigenti.

Può succedere che una dichiarazione sulla merce da sdoganare oppure l'importo della fattura di vendita allegata, non convince l'impiegato di turno presente al momento del transito doganale. In questo caso, a discrezione dell'impiegato, il pacco o altri contenitori vengono aperti per un ulteriore controllo. Se l'intuizione dell'impiegato manifesta un'irregolarità fra il valore dichiarato e quello irregolarmente presunto, si procede d'ufficio ad una rivalutazione del valore della merce con conseguente rivalutazione dell'importo del dazio da pagare.

Calcolo dell'IVA

In diversi paesi dell'Unione Europa, compresa l'Italia, è previsto il pagamento di una tassa nota a tutti chiamata IVA: Imposta sul Valore Aggiunto. Questa tassa viene applicata in fattura ed è calcolata in una percentuale variabile stabilita dal paese che accoglie la merce in transito. In Italia, per esempio, l'IVA ha raggiunto la percentuale del 22 per cento. Così se il valore della merce è di 150 euro, l'IVA calcolata al 22 per cento corrisponde a 33 euro che sommati ai 150 euro del costo della merce, sommano 180 euro.

Nessun commento:

Posta un commento