domenica 10 gennaio 2016

RESOCONTO VIDEO " IL CONFINE DEI GIGANTI "

Riprendiamo la riflessione e il confronto dal convegno organizzato da FEDERAGENTI il 16 dicembre del 2015 : IL CONFINE DEI GIGANTI




Questi video sono stati realizzati dal Messaggero Marittimo 





In questo intervento Paolo Uggè illustra meglio l'articolo che poi è stato pubblicato dal GIORNALE




Intervista con Ignazio Messina sul calo dei noli e il gigantismo navale




Presidente di Assoporti sulla riforma e poi sulle mega navi

NOTA DI FAQTRIESTE : Vi proponiamo l'articolo di Paolo Uggè pubblicato su IL GIORNALE il 6 gennaio 2016 dove ritroviamo le argomentazioni della breve intervista del presidente di Conftrasporto messe nero su bianco.

Ruote d'Italia: sì alle nuove navi con infrastrutture

Lo sviluppo del trasporto marittimo, sempre più indirizzato verso il gigantismo navale, è strettamente dipendente dai fattori infrastrutturali.

Mega navi e porti italiani inadeguati ad accoglierle: un tema di grande interesse quello affrontato nel convegno di Federagenti che si è recentemente tenuto a Roma e che ha fatto emergere una verità ineluttabile: lo sviluppo del trasporto marittimo, sempre più indirizzato verso il gigantismo navale, è strettamente dipendente dai fattori infrastrutturali. 

Con un'altra certezza: quando si parla di infrastrutture non è sufficiente pensare ai fondali, ciò che è essenziale è la funzionalità delle reti ferroviarie o stradali sulle quali trasferire i container appena sbarcati. Pur senza dimenticare che oltre a valutazioni prettamente economiche legate alla produzione e al trasporto esistono anche fenomeni sociali e ambientali collegati alla crescita del gigantismo navale, la questione dirimente sembra comunque essere quella infrastrutturale e logistica. Occorre allora porsi la domanda se la capacità dei nostri mezzi e soprattutto delle reti sia adeguata. Se i treni in Italia possono trainare al massimo 550 vagoni per una portata intorno alle 1600 tonnellate, com'è possibile competere con i treni stranieri da 750? 

Da qui il problema delle reti ferroviarie che debbono essere messe in condizione di accogliere convogli con una capacità superiore a quella oggi praticata nel Paese. In termini di costi si tratta di un 20 per cento in meno: un elemento che dovrebbe indurre chi si occupa di politica dei trasporti a domandarsi cosa succederà quando, tra non molto, questione di mesi, dal Gottardo entreranno i treni esteri con quelle capacità. 

Indubbiamente i porti dell'alto Tirreno subiranno una perdita competitiva fortissima. Ecco dunque riemergere la questione del gigantismo navale che, al di là delle opportunità, deve essere approfondita.


Paolo Uggè

Presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio


DAL GIORNALE DEL 6 GENNAIO 2016

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