
Di seguito il commento a firma Antonio Fulvi della Gazzetta Marittima di sabato scorso.
La riforma come l’Araba Fenice?
9 gennaio 2016
ROMA – Come l’Araba Fenice, che ci sia ciascun lo dice, dove
(e quando) sia nessun lo sa. Insomma, non ci resta che l’ironia per commentare
i misteriosi
misteri che circondano l’iter della riforma della legge 84/94. Che
di rinvio in rinvio, si è già spezzettata in una specie di galassia di schegge:
che qualcuno teme siano ormai schegge impazzite.
Ma a scorrere
l’ordine del giorno della seduta non appare alcuno dei decreti che riguardano
la “governance” dei porti: né quello sulla riforma della dirigenza del pubblico
impiego, né il taglio delle Autorità portuali. Che ci siano, ma “mascherati”?
Per legge, entro il prossimo agosto il governo dovrà varare tutti i decreti
attuativi previsti dalla legge delega Madia. Significa che davvero sarebbe
intervenuto il premier Renzi con la mano pesante per rimandare a dopo le
elezioni amministrative la riforma?
Chiacchiere in questo senso ne circolano
tante: come i vari blog si dilungano a descrivere un dissenso sempre più
accentuato tra la linea della riforma presentata dal ministro Delrio – 14
autorità di sistema, accentramento a Roma delle vere fasi decisionali – e il gossip
sulla volontà renziana di ridurre le stesse autorità di sistema alla metà della
metà, ancor più telecomandate da Roma; salvo l’inciampo buttato sulla strada
dei due dalla Consulta, che ha rimesso in gioco (e si può solo immaginare con
che voglia di rivalsa!) le Regioni.
Sarà anche per questo – si dice negli ambienti del ministero
– che anche la “governance” non appare più tra le priorità della Madia per il
prossimo consiglio dei ministri?
Antonio Fulvi
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