Avevamo già segnalato una notizia analoga relativa a MSC " Aponte chiede sospensione ordini per mega portacontainer "
Il collegamento con lo scritto di Sergio Bologna del dicembre 2012 è immediato.
" IL CRACK CHE VIENE DAL MARE "
A questo punto non ci restava altro da fare che chiedere a Nicola Capuzzo alcune considerazioni sulle ricadute che notizie di questa portata potrebbero avere sulla programmazione dei porti italiani.
" Tre domande a Nicola Capuzzo " che gentilmente ci risponde. Per illustrare il suo pensiero usa l'esempio dei porti del Terminal di Vado Ligure e il progetto del Terminal genovese che prevede la realizzazione di una nuova diga foranea che permetterà l'attracco delle più grandi navi portacontainer oggi in circolazione.
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RENDERING PROGETTO NUOVA DIGA FORANEA |
A questo punto ci fa piacere pubblicare alcune osservazioni di Luigi Guasco , portuale genovese in pensione. Luigi , che alla fine della sua nota ci spiega perchè si firma con lo
pseudonimo Ceskin ha introdotto a Genova il dibattito nel marzo 2013 sul saggio di Sergio Bologna che abbiamo già citato. Come vedete tutto torna, il cerchio si chiude e non si butta via niente.
Nelle risposte di Nicola Capuzzo ci sono indubbiamente delle
sagge e condivisibili considerazioni critiche,
- quali la crescita eponenziale dei traffici avulsa dai dati macroeconomici,e
- il fatto che il gigantismo comunque la si pensi(e io la penso come Bologna),non giustifica la costruzione di nuovi porti o lo spostamento di dighe:condivisibile
- anche la soluzione,quella di attrezzare un numero ragionevole di terminal in grado di operare(due-tre);
- qualche perplessità invece sugli esempi citati, per assolvere questa necessaria (almeno nel medio periodo) funzione pubblica,quali il VTE di Voltri e la piattaforma Maersk di Vado: ne convengo che la distanza di poche miglia nautiche è secondaria,dipende dai traffici che interessano quella area commerciale,
- c'entra invece di chi sono le concessioni e quali eventuali conflitti di interesse ci possono essere,nell'adempiere a queste funzioni in regime di semi-monopolio;
- Il VTE è in concessione a PSA non solo un terminalista puro, ma addirittura una Autorità portuale(Singapore)e stupefacente come questa colonizzazione,non sia mai stata indagata da nessuno Una Autorità dà in concessione il principale terminal contenitori ad un'altra Autorità straniera(?).detto questo non c'è dubbio che abbia paradossalmente tutti i requisiti per assolvere questa necessaria vocazione pubblica (aperta a tutte le compagnie armatoriali),si può dire lo stesso della piattaforma Maersk? Nonostante i finanziamenti pubblici rimane una concessione ad una compagnia di navigazione,ed in questo contesto di Darwinismo commerciale,su chi resta in piedi tra le compagnie armatoriali,non vedo perchè i concorrenti dovrebbero finanziare con il proprio lavoro il maggiore antagonista.
Ceskin
Se voi di FAQ Trieste lo ritenete utile potete pubblicare queste mie osservazioni, non sarebbe male che
finalmente qualcuno degli addetti ai lavori rispondesse nel merito !
Anche i
migliori come Capuzzo, si fermano sulla soglia. Quale è il fine di una
riforma?
A che cosa deve servire dentro una crisi sistemica?.
Perchè mi firmo Ceskin ?
Nelle Corporazione medioevali che tramandavano il mestiere
di padre in figlio, questi ereditavano anche i soprannomi che tutti in Compagnia
avevano; io non essendo figlio diretto di un portuale, la dinastia dei Cesco era rappresentata
da mio zio,essendo il nipote prendo il diminutivo di Ceskin. quando tratto
questi argomenti uso questo pseudonimo in onore dei miei antenati.
Un caro saluto
I video della presentazione e del dibattito genovese del marzo 2013
sullo scritto di Sergio Bologna
IL CRACK CHE VIENE DAL MARE
NOTA DI FAQTRIESTE : Una curiosità finale per dimostrare che volendo si potrebbe andare avanti per ore a ricostruire dibattiti e connessioni e coincidenze:
Pacorini vende a Gf Group e allarga l'operatività
TRIESTE
Il Gruppo Pacorini cede la proprietà dell'interporto
Vio (Vado intermodal operator), la piattaforma di logistica integrata
tecnologicamente all'avanguardia di Vado ligure, a Gf Group ma al tempo stesso
mantiene le attività nel sito ampliandole. ieri pomeriggio la notizia data da
un comunicato congiunto della società
«L'interporto era un tassello fondamentale di un grande
progetto di rilancio logistico di Vado concentrato sul terminal Maersk che
coinvolge fra gli altri il gruppo Gavio e altri investitori di rilievo mondiale
– spiega lo stesso pacorini – rischiavamo di diventare una pulce e abbiamo
detto di sì alla cessione.
Partecipare al progetto non faceva parte del nostro
core business, noi abbiamo presenze a livello internazionale e non possiamo
concentrare in un sito le attività. L'altra cosa positiva è che comunque
manteniamo in pieno le attivit, pur non essendo più proprietari, e grazie al
progetto invece allargheremo di molto il business». GF Group e gruppo Pacorini
hanno siglato un contratto di compravendita compravendita per l'acquisizione,
del 100% dell'Interporto. La piattaforma logistica integrata, specifica il
contratto, opera nella gestione, lo stoccaggio e la distribuzione di merci, su
un'area di 213.000 mq con circa 60.000 mq coperti di cui circa 15.000 mq di
magazzini frigoriferi. Il gruppo Pacorini manterrà un «ruolo chiave»
all'interno del V.I.O., dove continuerà a sviluppare la propria attività. In
particolare per il traffico di caffè, nulla si modificherà nei volumi e nei
servizi, ed anzi la Pacorini Silocaf e le altre aziende del Gruppo troveranno
maggiori opportunità da offrire alla loro clientela, nell'ambito dello sviluppo
a cui tutta l'area pare destinata.(g.g)
05 settembre 2008
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