venerdì 8 maggio 2015

D'AGOSTINO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DEL PORTO DI GENOVA ?

UN BUON MOTIVO PER CONFERMARE AL PIU' PRESTO LA NOMINA DI ZENO D'AGOSTINO A PRESIDENTE DELL'AUTORITA' PORTUALE DI TRIESTE E FINIRLA CON IL COMMISSARIAMENTO E LA PRECARIETA' ALLA GUIDA DELL'A.P.T.

Diamo uno sguardo a quello che succede e si dice a Genova. Il Presidente Merlo dell'Autorità portuale di Genova ha annunciato le sue dimissioni in gennaio di quest'anno.





30 gennaio 2015

Genova - Il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, ha comunicato formalmente oggi al comitato portuale la sua decisione di dimettersi nel giorno dell’insediamento della nuova giunta della Regione Liguria, nel caso in cui la moglie,
Raffaella Paita, candidata presidente alle elezioni del prossimo maggio, venisse eletta.
«Avrei voluto comunicare direttamente e prioritariamente in questa sede la mia decisione, presa da tempo, ma ho dovuto anticiparla ai giornali a causa di una questione posta da altri, a mio modo di vedere in modo improprio e indelicato. In ogni caso – ha affermato Merlo –, ribadisco che nel caso in cui si determinasse questo esito elettorale, pur non essendoci alcuna incompatibilità tra le cariche, ma comunque in coerenza con il modo di interpretare gli incarichi pubblici e a uno stile che ha sempre caratterizzato il mio modo di essere, presenterò le mie dimissioni irrevocabili».

Alla comunicazione ha fatto seguito un appello preciso: «Annuncio con forza questa mia decisione – ha spiegato –, anche per fare in modo che le istituzioni competenti possano operare in tempi opportuni per evitare una lunga fase di commissariamento».





Porto di Genova, Duci: "Ecco come evitare il commissariamento"
di Nur El Gawohary

mercoledì, 08 aprile 2015

GENOVA - "Il rischio commissariamento c'è, ma si può evitare": Gian Enzo Duci, presidente di Assagenti, interviene a Primocanale sul futuro del porto di Genova dopo le annunciate dimissioni del presidente dell'Autorità portuale Luigi Merlo. Ora Comune, Città Metropolitana e Camera di Commercio dovranno esprimere una terna da sottoporre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Non mancano però gli ostacoli, con la possibilità che da Roma non venga indicato un presidente, ma un commissario.
"Comunque è qualcosa già avvenuto nel porto di Genova, va preso nella giusta dimensione - precisa Duci - Certo, alcuni temi potrebbero subirne rallentamenti, quindi è giusto muoversi per tempo, e Merlo lo sta facendo, per consentire al Governo di esprimere un presidente e non un commissario".
Il presidente di Assagenti indica il percorso per scegliere una terna condivisa, ma soprattutto un metodo e i requisiti che dovrà rispettare: "Credo che il primo porto nazionale, come è Genova, debba pretendere qualcuno che abbia tutti i requisiti. E così molti dei nomi fatti vengono meno, anche il mio che pure è circolato. La macchina dell'Autorità portuale è molto complessa, serve qualcuno che abbia esperienza specifica di quel tipo di ente, come un presidente di Autority o un assessore ai trasporti. Uno non allena il Real Madrid senza prima avere allentato una squadra piccola".
Per Duci però non basta la competenza, serve anche una visione internazionale: "Non serve un burocrate, Genova porto internazionale deve avere qualcuno con un'ottica internazionale. Il Lloyd's list dovrebbe essere la sua prima lettura al mattino, per capirci. Dovrebbe conoscere l'inglese. Non è scontato, in passato ci sono stati pretendenti alla carica che dicevano che per guidare il porto basta parlare genovese".
Tanti paletti, con una rosa di papabili sempre più ristretta, e di nomi liguri non ne emerge nemmeno uno. "La selezione deve essere nazionale. Se fosse genovese o ligure sarebbe un elemento aggiuntivo, se così non fosse non sarei turbato da un presidente da fuori. Qualche nome c'è già: Zeno D'agostino, attuale commissario di Trieste, Francesco Messineo, presidente del porto di Carrara. Si inizia ora questo percorso, potrebbero essercene altri. Certo non mi aspetto di trovarne decine".
Da Duci anche un commento sulla riforma portuale più volte annunciata dall'ex ministro Lupi ma mai pubblicata. "Meglio una mancata riforma che una riforma fatta male. La legge 84/94 ha funzionato, oggi necessità di un restyling, ma ho il dubbio che questo restyling vada bene per tutte le realtà. Oggi Genova e Manfredonia sono regolate dalla stessa legge, e questo non sta in piedi. Per distinguere i ruoli degli scali serve una scelta politica che i territori non vogliono". Da qui forse anche la guerra alla bozza di riforma raggiunta l'estate scorsa e poi stracciata da Renzi.

"Se pensiamo al peso politico di Puglia o Sicilia, dove il taglio era più netto, è evidente che quell'elemento ha ruolo - commenta Gian Enzo Duci - Servirebbe che a livello centrale qualcuno assumesse la questione a livello nazionale a fronte di una strategia. La Liguria avrebbe solo da guadagnarci".



PORTS  The MediTelegraph
«Per l’Authority di Genova servono nomi nuovi»
Genova - Duci (Assagenti): «Cerchiamo anche tra i “foresti” bravi, come Messineo». Per il dopo Merlo spunta la candidatura del presidente del porto di Carrara.

Genova - «No, non sarò io il prossimo presidente del porto. Perchè? Semplice non rientro nell’identikit che mi augurerei per il prossimo inquilino di Palazzo San Giorgio». Gian Enzo Duci, presidente di Assagenti Genova e membro della consulta della Camera di Commercio, ente che dovrà indicare un nome della terna, pronuncia il “gran rifiuto”: si sfila così anche il secondo nome, dopo il presidente della Regione Claudio Burlando. Duci ritiene si debba definire un percorso per arrivare alla scelta dei candidati, propone dei requisiti ideali, ma alla fine strappiamo anche un nome: Francesco Messineo, attuale presidente del porto di Carrara ed ex segretario generale a Salerno negli anni del boom dello scalo campano.

In molti pensavano che almeno nella terna ci sarebbe finito. E invece si ritira ancora prima di iniziare...

«Essere affiancati al ruolo più prestigioso del sistema marittimo portuale di Genova, è un onore. Però ho abbastanza esperienza di Autorità portuale (Duci è stato quattro anni in Commissione Consultiva e da tre è in Comitato Portuale, ndr) e conoscenza della struttura, da avere un’idea abbastanza chiara per il profilo che servirebbe».
L’identikit l’ha già tracciato?

«Mettiamola così: il presidente è come il comandante di una nave, deve avere competenze variegate».

E sulla tolda di comando chi dovrebbe starci secondo lei?

«L’identikit è paradossalmente semplice per un settore comunque così eterogeneo: mi piacerebbe una figura con una consolidata esperienza amministrativa pubblica, possibilmente di successo. Chiaro che deve essere legata al settore e quindi il candidato ideale deve avere conoscenza e visione dei traffici internazionali, deve costantemente aggiornarsi su quello che accade nel mondo - il nostro è un business globale - e ovviamente perfetta conoscenza dell’inglese».

Nessun paletto sull’età?

«Preferirei giovane, meno di 50 anni, dinamico e coraggioso».
Così escludiamo molti dei nomi circolati in questi giorni...

«Certamente. Ma se devo essere franco, i nomi che circolano non mi sembrano rispondere a tutti i requisiti. Qualcuno per l’età, altri per la mancanza di esperienza, altri ancora perchè è noto che non conoscano l’inglese».
Però molte categorie, quella portuale da cui proviene lei e quella degli avvocati-professori, vorrebbero essere della partita.

«In questo momento vedrei bene un altro tipo di candidato, quello cioè che ho appena descritto».
Così taglia fuori dai giochi molti nomi, oltre al suo.

«Guardi, insisto: prendiamo quello che è stato fatto a Trieste. Gli enti locali si sono confrontati ed hanno nominato una buona terna, poi il ministro ha scelto. E ha indicato un ottimo candidato: giovane, preparato e con l’esperienza giusta nel settore. Zeno D’Agostino (l’attuale commissario del porto di Trieste, ndr) ha tutte le caratteristiche che chiedo io».
Peccato che un lavoro ce l’abbia già.

«È vero, ma non è l’unico bravo. Ci sono anche altri che hanno fatto e stanno facendo bene».
Un nome, prego.
«Ad esempio Francesco Messineo, presidente del porto di Carrara e artefice del “miracolo” di Salerno. È giovane e preparato e ha esperienza».
Un foresto per Genova. Nemmeno ligure, per giunta.

«Genova è il primo porto del Paese, la selezione non può che essere nazionale. Più che il nome però vorrei che ci mettessimo tutti d’accordo sul percorso. Cioè che gli enti e chi li guida, Marco Doria e Paolo Odone, condividessero il percorso e quindi l’identikit. Messineo è un ottimo nome, ma alla comunità portuale interessa che gli ottimi nomi siano tre».


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