martedì 28 aprile 2015

MULTIUTILITY HERA - DUE DOMANDE PER CAPIRE

riceviamo e pubblichiamo

Lo scontro per il mantenimento del controllo pubblico della multiutility HERA 
riguarda il futuro dei servizi di pubblica utilità.

Le cronache cittadine hanno riportato con evidenza lo scontro avvenuto anche all'interno della stessa maggioranza che governa il Comune di Trieste, in merito alla decisione di abbassare la maggioranza pubblica assoluta
del 57%, detenuta dai Comuni che hanno sottoscritto il Patto di sindacato della multiutility Hera, la quale controlla AcegasApsAmga, portandola al 38%.

Tutto ciò a poco più di due anni dagli accordi sottoscritti anche con le organizzazioni sindacali a garanzia del mantenimento della maggioranza assoluta pubblica.
A tale decisione si sono opposte SEL e la Federazione della Sinistra, rivendicando il rispetto degli accordi sottoscritti e gli impegni presi in Consiglio comunale.


Perchè i Comuni decidono di vendere azioni Hera rinunciando a importanti dividendi e abbassando il loro poter di controllo?

Tutto ciò ha origine dai pesanti vincoli con cui il Patto di stabilità condiziona pesantemente i bilanci comunali, dal 2010 al 2015 i Comuni hanno contribuito al risanamento dei conti pubblici dello Stato per 17 miliardi di euro. 

Nei fatti la riduzione della spesa pubblica viene scaricata sui Sindaci. I Comuni non reggono più i bilanci, non solo non sono in grado di fare investimenti, ma molti Comuni hanno difficoltà anche a coprire la spesa corrente, la legge di stabilità chiede ai Comuni di ridurre le partecipazioni societarie permettendo loro di vendere quote azionarie per sostenere gli investimenti.

Sullo sfondo di tali scelte avanza mascherato l'obiettivo della progressiva privatizzazione totale dei servizi erogatori di energia elettrica, acqua e gas.

I Comuni stanno perdendo la propria autonomia finanziaria, divenendo “ostaggio” dei governi centrali e in ultima analisi della Troika attraverso i Patti di cosidetta stabilità.
È in ogni caso una strategia miope perchè con l'obiettivo immediato di fare cassa il Comune rinuncia ai futuri dividendi (nel triennio passato 10 milioni).

Non tutti i Sindaci coinvolti, condividono la scelta di vendere azioni, c'è anche chi ritiene che invece le azioni Hera andrebbero acquistate per assicurarsi un'entrata certa a sostegno dei servizi erogati ai cittadini.


A Trieste la delibera con il voto contrario di Sel e della Federazione della Sinistra, è passata per due voti, ma non ha avuto i voti sufficienti per l'immediata esiguibilità, per cui è da vedere come ciò influirà o meno nella ridefinizione del nuovo contratto di sindacato, essendo l'attuale Patto di sindacato valido fino al 30 giugno.

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