riceviamo e pubblichiamo
Lo scontro per il mantenimento del controllo pubblico della
multiutility HERA
riguarda il futuro dei servizi di pubblica utilità.
Le cronache cittadine hanno riportato con evidenza lo scontro
avvenuto anche all'interno della stessa maggioranza che governa il Comune di
Trieste, in merito alla decisione di abbassare la maggioranza pubblica assoluta
del 57%, detenuta dai Comuni che hanno sottoscritto il Patto di sindacato della
multiutility Hera, la quale controlla AcegasApsAmga, portandola al 38%.
Tutto ciò a poco più di due anni dagli accordi sottoscritti anche
con le organizzazioni sindacali a garanzia del mantenimento della maggioranza
assoluta pubblica.
A tale decisione si sono opposte SEL e la Federazione della
Sinistra, rivendicando il rispetto degli accordi sottoscritti e gli impegni
presi in Consiglio comunale.
Perchè i Comuni decidono di vendere azioni
Hera rinunciando a importanti dividendi e abbassando il loro poter di
controllo?
Tutto ciò ha origine dai pesanti vincoli con cui il Patto di
stabilità condiziona pesantemente i bilanci comunali, dal 2010 al 2015 i Comuni
hanno contribuito al risanamento dei conti pubblici dello Stato per 17 miliardi
di euro.
Nei fatti la riduzione della spesa pubblica viene scaricata sui Sindaci.
I Comuni non reggono più i bilanci, non solo non sono in grado di fare
investimenti, ma molti Comuni hanno difficoltà anche a coprire la spesa
corrente, la legge di stabilità chiede ai Comuni di ridurre le partecipazioni
societarie permettendo loro di vendere quote azionarie per sostenere gli
investimenti.
Sullo sfondo di tali scelte avanza mascherato
l'obiettivo della progressiva privatizzazione totale dei servizi erogatori di
energia elettrica, acqua e gas.
I Comuni stanno perdendo la propria autonomia finanziaria,
divenendo “ostaggio” dei governi centrali e in ultima analisi della Troika attraverso
i Patti di cosidetta stabilità.
È in ogni caso una strategia miope perchè con l'obiettivo
immediato di fare cassa il Comune rinuncia ai futuri dividendi (nel triennio
passato 10 milioni).
Non tutti i Sindaci coinvolti, condividono la scelta di vendere
azioni, c'è anche chi ritiene che invece le azioni Hera andrebbero acquistate
per assicurarsi un'entrata certa a sostegno dei servizi erogati ai cittadini.
A Trieste la delibera con il voto contrario di Sel e della
Federazione della Sinistra, è passata per due voti, ma non ha avuto i voti
sufficienti per l'immediata esiguibilità, per cui è da vedere come ciò influirà
o meno nella ridefinizione del nuovo contratto di sindacato, essendo l'attuale
Patto di sindacato valido fino al 30 giugno.


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