Battaglia tra porti per l'offshore
Zaia: «Una guerra tra poveri»
DI FIORELLA GIRARDO
La guerra tra porti che si sta combattendo in mare Adriatico
conosce oggi un nuovo protagonista, si tratta di Luca Zaia che scende in campo,
almeno apparentemente, in qualità di paciere. Il governatore del Veneto stamani
ha ribadito il suo appoggio «in senso lato» alla costruzione del porto offshore
per Venezia «perché ci hanno spiegato che
bisogna portare fuori le navi dalla
Laguna. Io però mi fermo qui, serve
l’opinione di un’intera comunità». Superficialmente un modo per lavarsi le
mani, in realtà la maniera per dire al presidente dell’Autorità portuale
lagunare Paolo Costa che «non si può costruire una piattaforma offshore contro
il volere degli altri, ma è quanto mai strategico un accordo con i porti del
Nord Adriatico. Altrimenti è una guerra tra poveri».
Insomma, un endorsement a Debora Serracchiani con cui il
presidente veneto ha un rapporto privilegiato. Sì, perché sullo sfondo c’è la
battaglia tutta intestina al Partito Democratico che vede da una parte lo scalo
giuliano difeso dalla governatrice del Fvg e dal senatore Russo, dall’altra il
presidente veneziano che sta tentando in tutti i modi di far finanziare l’opera
lagunare. Tra colpi bassi (la cancellazione dei 100 milioni promessi dallo
Sblocca Italia) e nuove risorse (l’inserimento del progetto tra quelli
eleggibili del piano Juncker), va in scena il documento promosso dal senatore
triestino e firmato da una sessantina di colleghi bipartisan per dichiarare la
contrarietà al progetto di porto offshore veneziano.
E’ in questa situazione che si inserisce l’intervento di
Zaia. Con un colpo alla botte e uno al cerchio, prova a convincere le parti in
causa a firmare un accordo che promuova l’intera area adriatica, «dato che con
la costruzione del corridoio Baltico, approdando da noi e spedendo le merci via
terra, le navi potranno risparmiare 5 giorni di navigazione rispetto ai porti
del Nord Europa». Per il governatore veneto «è impensabile diventare leader
pensando di far chiudere gli altri», ma avverte «bisogna capire se la volontà
politica nazionale è quella di dar corso a questo progetto, anche se qui ci
spingiamo oltre il tema 'offshore sì o no', per un più inquietante 'Venezia sì
o no'».
Raggiunto da Venezie Post, Costa non ci sta a incassare i
consigli del governatore. La linea indicata oggi da Zaia, a detta del
presidente portuale, è perseguita dal 2010 con il coordinamento tra porti «a
cui lavoriamo all’interno della Fondazione Napa». L'Associazione dei Porti del
Nord Adriatico è stata creata per venire incontro a problemi comuni che i porti
stanno affrontando. Cambiamenti a livello globale (il sempre maggior peso delle
economie emergenti) e nell'Unione Europea (lo spostamento verso Est del mercato
interno) stanno modificando le rotte del trasporto internzaionale, e creeranno
spazio per nuove opportunità. La crescita del commercio tra Asia e Europa farà
aumentare i traffici attraverso il Canale di Suez, modificando una situazione
consolidata che vede i porti del Nord Europa movimentare la maggior parte di
queste merci.
«Impegno ribadito anche nel dicembre 2013 – prosegue Costa -
con la firma del memorandum che ribadisce il dovere a sostenere reciprocamente
lo sviluppo di ciascun porto. Il primo accordo è servito a far sì che il
corridoio Baltico sfociasse in Adriatico ‘a delta’, coinvolgendo tutti gli
scali». Da Ravenna, prima che quest’ultima uscisse dalla fondazione, a Trieste,
da Capodistria a Rjeka, aggiunge il presidente lagunare «quello che l’Europa ha
compreso deve essere fatto proprio anche dall’Italia e cioè che solo tutti
insieme si riesce a fare un salto di scala per essere un hub utile a tutti i
mercati europei e quindi anche italiani». Insomma, l’appoggio alle tesi della
Serracchiani non sono piaciute a Costa che aggiunge: «Da circa 5 anni stiamo
tutti insieme in fila al Cipe per avere i finanziamenti sia per la piattaforma
di Trieste, sia per il progetto dell’hub di Ravenna, che per quello di Venezia.
Loro sono in coda da più tempo di noi e ci auguriamo che vengano tutti accolti.
Benvenga quindi qualsiasi progetto per aumentare la scala dei porti».

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