mercoledì 10 dicembre 2014

BATTAGLIA TRA PORTI INTERVIENE IL GOVERNATORE DEL VENETO LUCA ZAIA

Battaglia tra porti per l'offshore

Zaia: «Una guerra tra poveri»

DI FIORELLA GIRARDO

La guerra tra porti che si sta combattendo in mare Adriatico conosce oggi un nuovo protagonista, si tratta di Luca Zaia che scende in campo, almeno apparentemente, in qualità di paciere. Il governatore del Veneto stamani ha ribadito il suo appoggio «in senso lato» alla costruzione del porto offshore per Venezia «perché ci hanno spiegato che  bisogna portare fuori le navi dalla
Laguna. Io però mi fermo qui, serve l’opinione di un’intera comunità». Superficialmente un modo per lavarsi le mani, in realtà la maniera per dire al presidente dell’Autorità portuale lagunare Paolo Costa che «non si può costruire una piattaforma offshore contro il volere degli altri, ma è quanto mai strategico un accordo con i porti del Nord Adriatico. Altrimenti è una guerra tra poveri».

Insomma, un endorsement a Debora Serracchiani con cui il presidente veneto ha un rapporto privilegiato. Sì, perché sullo sfondo c’è la battaglia tutta intestina al Partito Democratico che vede da una parte lo scalo giuliano difeso dalla governatrice del Fvg e dal senatore Russo, dall’altra il presidente veneziano che sta tentando in tutti i modi di far finanziare l’opera lagunare. Tra colpi bassi (la cancellazione dei 100 milioni promessi dallo Sblocca Italia) e nuove risorse (l’inserimento del progetto tra quelli eleggibili del piano Juncker), va in scena il documento promosso dal senatore triestino e firmato da una sessantina di colleghi bipartisan per dichiarare la contrarietà al progetto di porto offshore veneziano.

E’ in questa situazione che si inserisce l’intervento di Zaia. Con un colpo alla botte e uno al cerchio, prova a convincere le parti in causa a firmare un accordo che promuova l’intera area adriatica, «dato che con la costruzione del corridoio Baltico, approdando da noi e spedendo le merci via terra, le navi potranno risparmiare 5 giorni di navigazione rispetto ai porti del Nord Europa». Per il governatore veneto «è impensabile diventare leader pensando di far chiudere gli altri», ma avverte «bisogna capire se la volontà politica nazionale è quella di dar corso a questo progetto, anche se qui ci spingiamo oltre il tema 'offshore sì o no', per un più inquietante 'Venezia sì o no'».

Raggiunto da Venezie Post, Costa non ci sta a incassare i consigli del governatore. La linea indicata oggi da Zaia, a detta del presidente portuale, è perseguita dal 2010 con il coordinamento tra porti «a cui lavoriamo all’interno della Fondazione Napa». L'Associazione dei Porti del Nord Adriatico è stata creata per venire incontro a problemi comuni che i porti stanno affrontando. Cambiamenti a livello globale (il sempre maggior peso delle economie emergenti) e nell'Unione Europea (lo spostamento verso Est del mercato interno) stanno modificando le rotte del trasporto internzaionale, e creeranno spazio per nuove opportunità. La crescita del commercio tra Asia e Europa farà aumentare i traffici attraverso il Canale di Suez, modificando una situazione consolidata che vede i porti del Nord Europa movimentare la maggior parte di queste merci.


«Impegno ribadito anche nel dicembre 2013 – prosegue Costa - con la firma del memorandum che ribadisce il dovere a sostenere reciprocamente lo sviluppo di ciascun porto. Il primo accordo è servito a far sì che il corridoio Baltico sfociasse in Adriatico ‘a delta’, coinvolgendo tutti gli scali». Da Ravenna, prima che quest’ultima uscisse dalla fondazione, a Trieste, da Capodistria a Rjeka, aggiunge il presidente lagunare «quello che l’Europa ha compreso deve essere fatto proprio anche dall’Italia e cioè che solo tutti insieme si riesce a fare un salto di scala per essere un hub utile a tutti i mercati europei e quindi anche italiani». Insomma, l’appoggio alle tesi della Serracchiani non sono piaciute a Costa che aggiunge: «Da circa 5 anni stiamo tutti insieme in fila al Cipe per avere i finanziamenti sia per la piattaforma di Trieste, sia per il progetto dell’hub di Ravenna, che per quello di Venezia. Loro sono in coda da più tempo di noi e ci auguriamo che vengano tutti accolti. Benvenga quindi qualsiasi progetto per aumentare la scala dei porti».

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