lunedì 15 dicembre 2014

A FRANCO BELCI SEGRETARIO REGIONALE CGIL CI PIACEREBBE CHIEDERE.....

Recentemente, Franco Belci ha tentato in varie occasioni di lanciare la candidatura di Riccardo Illy per la presidenza dell'Autorità portuale, la qual cosa non ha trovato unanime consenso nel centrosinistra. 

A Belci ci piacerebbe chiedere quali siano i motivi che lo inducono a nutrire fiducia nell' amministratore Illy ?

Anche tenendo presenti alcuni precedenti e una situazione di fondo.


Partiamo da alcuni precedenti. Molti conservano un buon ricordo del primo Illy da sindaco, anche se poi è parso di capire che chi teneva effettivamente la barra del Comune fosse Roberto Damiani (e, guarda caso, quando il povero Damiani si ammalò, sembrò che Illy perdesse il suo smalto).

Ricordiamo che, quando venne eletto presidente della Regione, Illy ottenne il 3% di voti in più rispetto a quelli della coalizione che lo sosteneva. Ma, nella tornata elettorale successiva, la sua "dote elettorale" svanì, al punto che egli portò a casa lo 0,3% in meno rispetto alla sua
coalizione. In altre parole, pur di non votare lui, un certo numero di elettori affezionati al centrosinistra si avvalse del voto disgiunto, rassegnandosi a barrare il nome di Tondo pur votando per un partito del centrosinistra. Non aiutarono, pare, un paio di casi di familismo sui quali Illy scivolò (due stretti amici elevati a dirigenti regionali, non particolarmente referenziati per i ruoli loro affidati). 

Per non parlare del modo stizzoso, al limite della villania nei confronti degli elettori, con cui Illy reagì alla sconfitta. Belci probabilmente ricorderà in particolare una strana avventura in cui il presidente Illy volle imbarcarsi per rivoltare in modo creativo - in stile Studio Ambrosetti - la gestione finanziaria delle Aziende Sanitarie regionali (AASS).

Illy impose alla Giunta (non si capì mai su suggerimento di chi) l'approvazione di due delibere (le numero 1622 e 2721 del 2007), che avrebbero introdotto una rivoluzione dagli esiti molto dubbi e - secondo alcuni - assai pericolosi. Si prevedeva infatti che tutti i beni immobili delle AASS (edifici di ospedali e ambulatori, ma anche case e appartamenti frutto di lasciti e, in Friuli, anche molti terreni) a un fondo immobiliare in ambito Friulia. Fra l'altro, alcuni esperti indipendenti scrissero che i testi delle due delibere erano confusi, sicché le conseguenze potevano essere incontrollate. A difesa dei beni immobili dell’intero servizio sanitario regionale (ripetiamo: donazioni private comprese) ci fu una levata di scudi da parte di alcuni medici, due giuristi e tre economisti universitari udinesi e triestini, di area centrosinistra, compresa - Belci se lo ricorderà - la responsabile regionale della CGIL-Sanità.

Parve a molti un'operazione lobbistica, oltretutto di basso livello, che rischiava di regalare (data la struttura societaria del Fondo) una parte del patrimonio edilizio e dei terreni ad alcune banche ed assicurazioni, di cui si conosce il ruolo anche in Friulia. Operazione per fortuna rimasta lettera morta (anche grazie alla presa di posizione di una parte della Società civile di centrosinistra, di cui si diceva).

Dicevamo che ci piacerebbe che, nel rispondere, Belci tenesse gentilmente presente anche una situazione di fondo. Questa: molti hanno l'impressione che Illy si occuperebbe non tanto dello sviluppo portuale, ma soprattutto della riconversione urbanistica del Porto vecchio; mentre resta ancora da dimostrare che Trieste abbia davvero bisogno di una nuova area cittadina così grande. Non sarebbe meglio limitarsi a inglobare nella città la zona limitrofa a Piazza Libertà (e magari il terrapieno di Barcola), ma valorizzare il resto ancora in funzione portuale? Vale la pena di "buttare via" un così lungo affaccio portuale, collegato alla ferrovia e con fondali buoni e facilmente migliorabili? (Ha poi senso un pezzo di città che si estende come una stretta lingua lunga 2 km, chiusa tra il mare e lo scalo ferroviario?)


DOMANDA PROPOSTA DA LIVIO SIROVICH
NOTA    ......          Solo per precisare che intendevo gentilmente interrogare Franco Belci personalmente e non nella veste di segretario CGIL

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