( domanda di FAQTrieste )
Vi proponiamo la vicenda dei 100 milioni per l'off-shore di Venezia nella ottima ricostruzione della Gazzetta Marittima di Livorno. Vi ricordiamo che il quotidiano locale IL PICCOLO continua a "stemperare" e a minimizzare lo scontro al "calor bianco " tra la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e il Presidente del porto di venezia Paolo Costa sul progetto del porto d'altura veneziano.
Ma vediamo come illustrano la vicenda da Livorno:
Predicare e razzolare per Venezia
12 novembre 2014
VENEZIA – Predica bene e razzola male il nostro ministro
delle Infrastrutture e Trasporti? Sulla kafkiana vicenda del terminal offshore
di Venezia, l’accusa di Debora Serracchiani – potente governatore della Regione
confinante – non lascia scampo: la Corte dei Conti ha bacchettato il progetto
dell’offshore di Paolo Costa, la legge di stabilità aveva cancellato il famoso
finanziamento di 100 milioni (strappati al Mose) con cui Costa aveva avviato
l’operazione, e proprio il ministro Lupi ce l’ha reinserito.
Lui che va predicando la necessità di “sistemi portuali” che
non si facciano concorrenza e anzi scelgano le specializzazioni, che vuole
accorpare Trieste e Venezia, che non vuole progetti faraonici campati su
immensi (e molto improbabili) finanziamenti pubblici…
Sia a Venezia che a Trieste la faccenda è al calor bianco.
Anche perché la Debora, come scriveva qualche giorno fa Il Corriere Veneto, c’è
andata giù a gamba tesa. “Mi pare un’opera non soltanto faraonica e anche molto
costosa ma inutile per quanto riguarda le dinamiche dei porti dell’alto
Adriatico”. Replica di Costa: “Se ci fosse qualche influenza (per bloccare il
progetto, n.d.r.) sarebbe una politica di puro potere”.
Certo, la vicenda lascia da pensare. I cento milioni rimessi
in pista da Lupi per Costa sono solo una briciola, a fronte di una spesa
(pubblica soltanto?) prevista tra 1,4 e 3 miliardi di euro. Però al ministero
sembra che siano dalla parte del progetto: c’è già stata, a calendario, una
prima conferenza di servizi, e l’iter burocratico sta andando avanti malgrado
il “ni” della Corte dei Conti.
Debora Serracchiani non s’arrende e da vice del
premier Renzi non sembra disposta a lasciar correre. Sostiene che una grande
piattaforma offshore per mantenere i traffici petroliferi di Marghera (tagliati
fuori dal Mose) e per accogliere mega-fullcontainers non ha senso quando vicino
c’è Trieste già in grado di svolgere entrambi i servizi. Gli industriali
veneziani (Roberto Zuocato, presidente) si sono schierati con Costa.
Insomma,
tutti contro tutti. Questa sembra l’immagine standard dell’Italia dei porti.
Antonio Fulvi
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