Leggiamo alcuni passaggi della lettera:
Sento il dovere di richiamare la Tua attenzione sulle
circostanze eccezionali che si creeranno perVenezia (e per l'intero Veneto) nei
prossimi sei mesi. …
Sei mesi durante i quali la voce di Venezia, la sua
rappresentanza politico istituzionale, avrà difficoltà a farsi sentire con il
Comune affidato al commissario governativo, tenuto a muoversi entro rigorosi
limiti di legge, la Provincia tacitata in attesa di potersi esprimere come
città metropolitana e la Regione entrata in una fase elettorale. Circostanza
eccezionale che esige, a mio avviso, che le forze culturali, sociali e
produttive dell'area veneziana e del Veneto facciano sentire la loro voce al
Governo e al Parlamento più di prima e contribuiscano ad indirizzare
positivamente le decisioni che si andranno a prendere. ...
La recente vicenda del decreto legge "Sblocca
Italia" ci deve insegnare qualcosa. È solo con l'aiuto di qualche
parlamentare, Andrea Martella e Mario Dalla Tor su tutti, che siamo riusciti a
rendere temporaneo il definanziamento della piattaforma d'altura garantendo al
progetto veneziano la sottoposizione al CIPE per l'approvazione finale entro
sei mesi.
Ma non siamo riusciti a far capire a Governo e Parlamento che quel
finanziamento poteva essere utilmente speso fin dal 2015, come a suo tempo
programmato, nella predisposizione dell'area Montesyndial -terminale onshore
del progetto veneziano-- ad attività solo in parte connesse con lo sviluppo in
altura, il tutto sulla base di un progetto molto più avanzato e con maggiori
benefici socioeconomici, più di molti altri progetti che lo stesso
"Sblocca Italia" spera di avviare.
La mancanza di capacità di
rappresentanza ha oggettivamente trasformato lo "Sblocca Italia" in
un "blocca Venezia" inutile se non dannoso alla stessa politica
governativa.


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