Zeno D’Agostino, candidato alla presidenza della Port
Authority giuliana, è manager di alcune società legate a quella lagunare. E non solo ..
I natali veneti, veronesi per la precisione, sicuramente non
sono un plus per concorrere allo scranno più alto dell’Autorità Portuale di Trieste, dove la
genovesità del past presidente Maurizio Maresca, ad esempio, non fu mai del tutto metabolizzata, ma del resto
non dovrebbero rappresentare neppure un ostacolo.
Piuttosto, ciò che sorprende nella candidatura a tale ruolo
di Zeno D’Agostino da parte del
Comune di Trieste è il suo curriculum vitae. Intendiamoci bene: non
che sia sprovvisto di esperienze di primissimo piano nel campo dei trasporti, anzi. E non c’è
nemmeno bisogno di scomodarsi in paragoni con gli imbarazzanti cursus honorum di molti suoi
potenziali colleghi, pur tuttavia designati alla guida di diverse Autorità Portuali italiane nel passato
remoto e recente.
No, quello che fa specie è che nella carriera di D’Agostino
è indubbiamente presente un non
indifferente tasso di venezianità, che, a guardare con
attenzione, fa pensare ad una certa vicinanza al côté politico-intellettuale che ha nel presidente
dell’Autorità Portuale veneziana Paolo Costa il suo fulcro.
La carriera dell’attuale Strategy and Development Manager
(così nel suo curriculum) del Consorzio ZAI (società di
gestione del Quadrante Europa, l’Interporto di Verona) ebbe infatti i suoi
primi acuti sotto l’assessorato regionale ai Trasporti della Campania di
Ennio Cascetta (2000-2010).
Da gennaio 2004, anno della sua costituzione, D’Agostino fu chiamato
alla guida di Logica, organo di promozione logistica creata da tale assessorato, dopodiché fu
presidente di Ferport, titolare delle manovre ferroviarie nel porto di Napoli, e infine segretario
generale dell’Authority partenopea. Chiuso il ciclo politico cascettiano, D’Agostino tornò in settentrione,
chiamato come general manager all’Interporto di Bologna il cui managing director era Pietro Spirito,
manager di lunga data del Gruppo FS.
Tanto Cascetta che Spirito sono con Costa fra i fondatori e
i promotori di Sipotra, ambizioso think thank di settore nato poco più di un anno fa, mentre
D’Agostino ad oggi siede anche nel board di CFLI - Consorzio Formazione Logistica Intermodale, ente di
formazione dell'Autorità Portuale di Venezia, nonché nel Comitato Scientifico della Fondazione
ITS Logistica, altra istituto di formazione, veronese, legato all’AP veneziana.
“Non sapevo che Cascetta fosse così vicino a Costa da
indurre queste domande” si schermisce scherzosamente il diretto interessato, spiegando con diplomazia
come, “imparata in tanti anni a Napoli l’arte della scaramanzia, sia presto per trarre
conclusioni che spetteranno solo al presidente dell’Autorità Portuale di Trieste. Io sono lusingato che si
sia pensato a me e penso che il progetto offshore di Paolo Costa meriti un approfondimento e un
ragionamento che ora non sono possibili per ovvie ragioni”.
Insomma, se la preoccupazione del Partito Democratico
triestino (cui fanno capo tanto il Comune quanto la Provincia), sintetizzata ancora pochi giorni fa dal
senatore Francesco Russo in un’intervista a Il Piccolo, è quella che il nuovo presidente
dell’Authority “combatta contro le megalomanie di Venezia e del suo presidente Costa che, malgrado abbia perso
la prima partita sul porto offshore, non demorde”, chissà se D’Agostino è l’uomo giusto per la
presidente della Regione Debora Serracchiani?
Andrea Moizo 21/10/14

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