venerdì 24 ottobre 2014

PRODANI : INDICARE ESPERTO STRANIERO NELLA TERNA DEI NOMINATIVI

TRIESTE: PRODANI (M5S), PRESIDENZA AUTORITA’ PORTUALE, INDICARE ESPERTO STRANIERO NELLA TERNA DEI NOMINATIVI




(AGENPARL) – Trieste, 23 ott – 
«La Camera di commercio di Trieste ha l’opportunità di ribadire l’unicità del Porto franco indicando per la presidenza la candidatura di una personalità di peso che non sia italiana». 

A sostenerlo è il deputato triestino del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani, segretario della commissione Attività produttive di Montecitorio, riferendosi al rinvio di una settimana della CCIIA di Trieste che il 19 ottobre scorso avrebbe dovuto indicare al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti uno dei tre nominativi per la scelta del nuovo presidente dell’Autorità portuale di Trieste. 

Secondo la legge n. 84/1994, infatti, il nuovo presidente deve essere nominato dal ministro, previa intesa con la Regione interessata, nell’ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale, designati dalla Provincia, dai Comuni e dalla Camera di commercio. 

«La legge n. 84/1994 che istituisce le Autorità portuali – ricorda Prodani – all’articolo 6, comma 12, fa salva la disciplina vigente per i punti franchi del porto di Trieste, riconosciuti internazionalmente dal trattato di pace di Parigi del 1947 e disciplinati dal contestuale Allegato VIII. Proprio di quest’ultimo – e in particolare degli articoli da 1 a 20 – è stata riconosciuta la validità dal Memorandum di Londra del 1956 che a suo tempo ha impegnato il governo italiano a mantenere il Porto franco di Trieste». 

L’articolo 18 dell’Allegato, riferito alla procedura di nomina del direttore del porto di Trieste, organo oggi inesistente ma assimilabile nella legislazione italiana al presidente dell’Autorità portuale, al comma 2 stabilisce che questi non debba essere cittadino italiano o jugoslavo. 

«La scelta di un esperto straniero – conclude Prodani – non solo consentirebbe di seguire i dettami stabiliti dall’Allegato VIII del trattato di Pace a garanzia dell’unicità dello scalo triestino e nel rispetto della normativa nazionale vigente, ma permetterebbe di individuare un professionista estraneo ai soliti giochi di potere della politica che troppo spesso danneggiano, e hanno danneggiato, le procedure di nomina e la successiva gestione di enti e autorità di riferimento. Se vogliamo davvero puntare sul Porto, è giunta l’ora di cambiare marcia”.


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