1 1)
L’autorizzazione integrata ambientale che era in
scadenza è stata prorogata ( e quindi gli interventi dilazionati al dopo
acquisto dello stabilimento )
2 2)
La consueta contrapposizione ormai ventennale
tra ambiente – salute – lavoro ,
principalmente tra cittadini e lavoratori
NON VIENE RISOLTA neanche dal punto di vista occupazionale. La posizione
sindacale di tutela dei livelli occupazionali risulta indebolita perché le
anticipazioni della stampa prevedono una contrattazione al ribasso dei posti di
lavoro garantiti
3 3)
Ma a fronte di questi due problemi irrisolti c’è
la propaganda rispetto ad un investimento finanziario da parte di Arvedi:
20 milioni nel 2014
120 milioni nel 2015 ( probabilmente il
laminatoio a freddo principalmente )
30 milioni nel 2016
Andiamo a vedere da dove arrivano questi
soldi
FOLLOW THE MONEY
a partire da quelli del 2014
Da IL
PICCOLO 30 agosto 2014
Sul
fronte ambientale Arvedi nel corso del 2014 e del 2015 investirà 25 milioni di
euro dei quali 15 per il risanamento degli impianti per ottemperare alle
prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e 10 per la messa
in sicurezza dei suoli, ai quali aggiungere ulteriori 10 per la copertura di
perdite di esercizio dovute «all’iniziale inefficienza strutturale del ciclo
produttivo». Parte di questi investimenti saranno coperti dai crediti vantati
da Servola spa (22 milioni) garantiti dal bando di vendita.
Lasciamo da parte i 10 milioni che Arvedi prevede di perdite di esercizio dovute all'inefficienza iniziale del ciclo che andranno messi nelle passività di bilancio.
rileggiamo la nota: "sul fronte ambientale Arvedi investirà 25 milioni, 22 milioni di questi saranno coperti dai crediti vantati da Servola SPA garantiti dal bando di vendita.
DA DOVE PROVENGONO QUESTI 22 MILIONI ?
I 22 milioni sono il credito che la
Servola spa vanta nei confronti di Elettra, la società che gestisce la centrale
elettrica che opera all'interno del comprensorio servolano e che in virtù della
risoluzione anticipata del cosiddetto Cip6 potrà ottenere una somma ben
superiore. I soldi potranno però essere incassati soltanto se andrà a buon fine
la compravendita, particolare questo che ha fatto saltare in aria tutta
l'operazione com'era stata precedentemente concepita con una fase in cui Arvedi
avrebbe dovuto prendere in affitto il ramo d'azienda. I 22 milioni
costituiscono comunque un fattore indubbiamente incentivante per il compratore
che in base all'Accordo di programma firmato a Roma dovrebbe comunque sborsare
anche una parte della cifra necessaria alle operazioni di bonifica. Da IL
PICCOLO 29 marzo 2014
Quindi si tratta sempre dei soliti milioni legati allo sconto anticipato
del CIP 6.
Per questo motivo l'unica attività rimasta e garantita da Arvedi nell'ultimo periodo è stata la produzione di coke con il recupero dei gas di risulta venduti alla centrale Elettra per garantire la produzione di energia e mantenere in essere il contributo CIP6 e il relativo sconto anticipato. ( Lo sconto anticipato vale molto di più dei 22 milioni e sono soldi che probabilmente verranno ripartiti tra Elettra, Lucchini e appunto i crediti contenuti nel bando di vendita )
PER CAPIRE QUINDI QUALI SONO I PROBLEMI CHE VENGONO RISOLTI CON QUESTO
ACCORDO DI PROGRAMMA E QUALI SONO I PROBLEMI CHE RIMANGONO RIPARTIAMO DA QUELLO
CHE ERA IL PIANO INDUSTRIALE DELLA LUCCHINI PER IL 2006 – 2008
Andiamo
seguendo l’ordine
Coke – si
trattava della fornitura di coke per l’altro stabilimento del gruppo Lucchini (Piombino) a cui Trieste assicurava circa un quinto del fabbisogno giornaliero
mentre il resto veniva prodotto a Piombino ( che si è dotato di una nuova
cokeria modulare ) e ciò che mancava veniva acquistato sul mercato. C’era
ovviamente un vantaggio sull’IVA in quanto non veniva versata perché i due
stabilimenti erano dello stesso gruppo.
Energia – I
gas recuperati forniti alla centrale di Elettra per la produzione di energia e
quindi legati al contributo CIP6
Ghisa liquida
per Sertubi – come ben sapete la Sertubi è diventata esclusivamente commerciale
e non ha più necessità di questa fornitura
Ghisa solida
– i pani di ghisa – legati all’attività dell’altoforno ora chiuso e SEMBRA in
rifacimento. Lo smontaggio è stato fatto dai lavoratori della Ferriera ora il
rifacimento del refrattario e della bocca dell’altoforno dovrebbero venir fatti
da una ditta specializzata.
Vanno verificati in questo caso gli interventi
contro le emissioni inquinanti alla eventuale ripresa dell’attività
dell’altoforno tenendo presente che Arvedi potrebbe dilazionare i tempi proprio
perché le prescrizioni dell’AIA sono slittate, ma non dobbiamo pensare male che
si fa peccato.
La
valorizzazione delle aree destinate all’attività logistica è un vecchio cavallo
di battaglia che non ha avuto grandi successi, ad esempio le operazioni conto
terzi verso il cementificio sono scomparse perché l’Italcementi ha smesso la
produzione. Sicuramente ci sarebbe un incremento se tutta la movimentazione
dello stabilimento di Cremona del gruppo Arvedi venisse dirottata sullo scalo
triestino. Anche se il canone di affitto di quell’area non è irrilevante e
inciderebbe in maniera importante. Arvedi è un “ siderurgico di livello “ ma non
ci si inventa terminalisti portuali.
L’unica
novità rispetto alla desolante situazione descritta dopo il piano triennale
della Lucchini per il 2006 – 2008 sarebbe proprio il progetto di un laminatoio
a freddo ( ? ) . Dal punto di vista industriale e finanziario Arvedi è una
autorità in questo settore ma ci sono diverse variabili su un investimento di
sicuro minor impatto di cui comunque si riparlerà il prossimo anno.
La prima
condizione che deve realizzarsi è quella relativa all’insediamento di un impianto
in un’area da bonificare. Può essere il miglior impianto al mondo per impatto
ambientale vicino allo zero ma l’area in cui andrebbe ad insediarsi deve essere
bonificata – lo prevede l’accordo di programma – e qui iniziano i dolori.
L’accodo fa
slittare l’AIA e dichiara che non c’è modo di risalire all’identità dei
soggetti inquinatori su cui rivalersi. Arvedi dichiara che non caccerà un euro
per la bonifica di quello che è stato fatto in passato. Gli stanziamenti
pubblici per la bonifica ( circa 42 milioni ) indicati nell’accordo di
programma sono destinati a tutta l’area del SIN ( sito inquinato nazionale )
che coincide con l’Ente Zona Industriale Trieste e non solo all’area della
Ferriera.
In questi giorni le notizie stampa riportano la conclusione della
vicenda dei ricorsi per la gara di appalto della realizzazione della
Piattaforma logistica. Non è difficile prevedere che nei prossimi mesi ci si trovi di
fronte ad un ingorgo da bollino nero. ( ingorgo istituzionale e finanziario del
tipo : chi paga la rimozione di questa montagna ? )
L'Accordo di programma prevede che sia Arvedi a rimuovere il cumulo alla base di quella che sarà la Piattaforma Logistica:
Nel 2014 buona parte dei 20 milioni che verranno investiti sul fronte ambientale ( che abbiamo già visto essere soldi pubblici legati al contributo CIP6 ) andranno spesi per la rimozione del cumulo alla base della Piattaforma Logistica. Quanti milioni resteranno disponibili per le migliorie agli impianti veri e propri ?
Cumulo 1.500.000,00
Altri
hot spot 1.000.000,00
Analisi 10.000,00
Prevenzione
sanitaria 10.000.000,00
Partecipazione
barriera idraulica
500.000,00
Trattamento
acque 1.500.000,00
Monitoraggio
300.000,00
____________________________________
Totale 14.810.000,00
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