giovedì 11 settembre 2014

PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE










PORTO FRANCO INTERNAZIONALE ?

risposta Emanuele Lo Nigro


AZIONI / ATTIVITÀ
PER IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE

Il regime di Porto Franco Internazionale di Trieste, risulta essere assodato, certificato, confermato e di assoluta certezza. Preminente sulle norme per le Zone Franche Comunitarie, perché di rango giuridico diverso e superiore, relativo e conseguente ad un Trattato di Pace Internazionale.

Ciò premesso vanno esposti ed esaminati tutti gli aspetti giuridici, economici e pratici per l'ottimale utilizzazione di tale strumento giuridico, evidenziando anche gli interessi specifici dell'Italia e dell'Unione Europea.

Per raggiungere tali obiettivi il territorio di Trieste, la Regione e lo Stato Italiano dovrebbero adottare i seguenti provvedimenti:

1. Direttiva dell'Unione Europea n. 2006/112/CE del 28 novembre 2006 - art. 156 e 160 che esenta le Zone Franche dell'lva per beni e servizi, come da dispositivo della Commissione Europea (AlI. 1) in risposta ad interrogazione sul Porto Libero di Trieste del 22 giugno 2012 (AlI. 2). Il Governo potrebbe disporre un Decreto Ministeriale in applicazione della Direttiva Comunitaria.

2. Costituzione Ente Territoriale pubblico con poteri normativi Porto Franco Internazionale di Trieste in applicazione dell'allegato VIII e dei provvedimenti legislativi seguenti e conseguenti, al fine di regolamentare e rendere autonoma e più funzionale l'attività portuale ed emporiale.

3. Allargamento ed estensione del Porto Franco all'area dell'attuale Ferriera di Servola  applicando quanto previsto dall'allegato VIII - art. 3 - comma 4 ripreso dai Decreti Commissariali n. 29 del 19 gennaio 1955 - art. 8 e 16 e n. 53 del 23 dicembre 1959 - art. 1 - 3 - 9.

4. Disporre sgravi ed agevolazioni fiscali con alleggerimento degli oneri sul costo del lavoro, per stimolare e promuovere l'insediamento di attività produttive, di manipolazione e trasformazione delle merci.

VANTAGGI ECONOMICI E FISCALI

Per il territorio di Trieste
Creazione di nuovi posti di lavoro, instaurazione del circolo virtuoso di reddito per l'indotto e conseguente aumento dei consumi sul territorio con positive ricadute sulle attività commerciali.

Per lo Stato Italiano
Aumento delle entrate fiscali derivanti dalle imposte dirette sulle attività portuali ed emporiali, che, seppur riducendo la base di calcolo, consisterebbero in somme ragguardevoli. L'incremento delle attività lavorative, sulle materie prime impiegate e successivamente importate nella U.e. produrrebbero un ulteriore gettito del 25%sui dazi relativi, incassati per conto dell'Unione Europea.
Maggiori entrate sulle imposte dirette, con l'aumento del lavoro dipendente ed incremento delle entrate per le imposte indirette riscosse sui consumi.

Per la Regione
L'entità dei contributi dello Stato, attualmente calcolati nella misura di 6 decimi sulle imposte incassate, aumenterebbero in modo consistente rispetto a quelle attuali.

Per l'Unione Europea
L'utilizzo in maniera più completa e funzionale dello strumento giuridico del Porto Franco, potrebbe portare ad un incremento delle importazioni con aumento dei dazi riscossi per conto dell'Unione Europea.
Questo porterebbe anche ad una riduzione delle delocalizzazioni delle aziende, con la prospettiva del rientro di attività già spostate fuori dell'Unione Europea.

Per le attività di lavorazione e trasformazione
Le lavorazioni effettuate nell'ambito del Porto Franco, pertanto in regime extradoganale, in condizione di merci estere, non verrebbero gravate di alcun onere fiscale di confine (dazi, iva, ecc.) ed i prodotti finiti potrebbero avvalersi della qualifica del "Made in Italy" aumentando in maniera notevole il valore commerciale.

 
EMANUELE  LO NIGRO


  Spedizioniere Doganale/Operatore Portuale



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