PORTO FRANCO INTERNAZIONALE ?
risposta Emanuele Lo Nigro
AZIONI / ATTIVITÀ
PER IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE
Il regime di Porto Franco
Internazionale di Trieste, risulta essere assodato, certificato, confermato e
di assoluta certezza. Preminente sulle norme per le Zone Franche Comunitarie,
perché di rango giuridico diverso e superiore, relativo e conseguente ad un
Trattato di Pace Internazionale.
Ciò premesso vanno esposti ed esaminati tutti gli aspetti giuridici, economici e pratici per l'ottimale utilizzazione di tale strumento giuridico, evidenziando anche gli interessi specifici dell'Italia e dell'Unione Europea.
Per raggiungere tali obiettivi il territorio di Trieste,
la Regione e lo Stato Italiano dovrebbero adottare i seguenti provvedimenti:
1. Direttiva dell'Unione
Europea n. 2006/112/CE del 28 novembre 2006 - art. 156 e 160 che esenta le Zone
Franche dell'lva per beni e servizi, come da dispositivo della Commissione
Europea (AlI. 1) in risposta ad interrogazione sul Porto Libero di Trieste del
22 giugno 2012 (AlI. 2). Il Governo potrebbe disporre un Decreto Ministeriale
in applicazione della Direttiva Comunitaria.
2. Costituzione Ente
Territoriale pubblico con poteri normativi Porto Franco Internazionale di
Trieste in applicazione dell'allegato VIII e dei provvedimenti legislativi
seguenti e conseguenti, al fine di regolamentare e rendere autonoma e più
funzionale l'attività portuale ed emporiale.
3. Allargamento ed
estensione del Porto Franco all'area dell'attuale Ferriera di Servola applicando quanto previsto dall'allegato VIII
- art. 3 - comma 4 ripreso dai Decreti Commissariali n. 29 del 19 gennaio 1955
- art. 8 e 16 e n. 53 del 23 dicembre 1959 - art. 1 - 3 - 9.
4. Disporre sgravi ed
agevolazioni fiscali con alleggerimento degli oneri sul costo del lavoro, per
stimolare e promuovere l'insediamento di attività produttive, di manipolazione
e trasformazione delle merci.
VANTAGGI ECONOMICI E FISCALI
Per il territorio di Trieste
Creazione di nuovi posti di
lavoro, instaurazione del circolo virtuoso di reddito per l'indotto e
conseguente aumento dei consumi sul territorio con positive ricadute sulle
attività commerciali.
Per lo Stato Italiano
Aumento delle entrate
fiscali derivanti dalle imposte dirette sulle attività portuali ed emporiali,
che, seppur riducendo la base di calcolo, consisterebbero in somme
ragguardevoli. L'incremento delle attività lavorative, sulle materie prime
impiegate e successivamente importate nella U.e. produrrebbero un ulteriore
gettito del 25%sui dazi relativi, incassati per conto dell'Unione Europea.
Maggiori entrate sulle
imposte dirette, con l'aumento del lavoro dipendente ed incremento delle
entrate per le imposte indirette riscosse sui consumi.
Per la Regione
L'entità dei contributi
dello Stato, attualmente calcolati nella misura di 6 decimi sulle imposte
incassate, aumenterebbero in modo consistente rispetto a quelle attuali.
Per l'Unione Europea
L'utilizzo in maniera più
completa e funzionale dello strumento giuridico del Porto Franco, potrebbe
portare ad un incremento delle importazioni con aumento dei dazi riscossi per
conto dell'Unione Europea.
Questo porterebbe anche ad
una riduzione delle delocalizzazioni delle aziende, con la prospettiva del
rientro di attività già spostate fuori dell'Unione Europea.
Per le attività di lavorazione e trasformazione
Le lavorazioni effettuate
nell'ambito del Porto Franco, pertanto in regime extradoganale, in condizione
di merci estere, non verrebbero gravate di alcun onere fiscale di confine
(dazi, iva, ecc.) ed i prodotti finiti potrebbero avvalersi della qualifica del
"Made in Italy" aumentando in maniera notevole il valore commerciale.
EMANUELE LO NIGRO
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