Vendita
della Ferriera, Prodani (M5S): «Ancora troppi silenzi su piano industriale,
riconversione, bonifica e salvaguardia dei posti di lavoro» – 31
luglio 2014
«Il governo
Renzi non può accettare che la Ferriera possa essere venduta a una società il
cui amministratore unico è rinviato a giudizio per fatti commessi mentre
ricopriva il ruolo di direttore dello stesso impianto.
Inoltre
nella valutazione della proposta d’acquisto bisogna pretendere da Arvedi uno
specifico impegno per salvaguardare l’attuale livello occupazionale dello
stabilimento. Impegno inesistente nell’accordo quadro legato alla realizzazione
degli interventi a seguire del riconoscimento dell’area industriale di Trieste
quale “area di crisi industriale complessa” sottoscritto a Roma nel gennaio
scorso».
Con una
interrogazione depositata oggi alla Camera il deputato del MoVimento 5 Stelle
Aris Prodani solleva nuovamente il caso Ferriera a livello nazionale.
«Vogliamo
sapere quali garanzie saranno richieste sul rispetto puntuale dell’accordo
quadro e in base a quali criteri sarà approvata la vendita dell’impianto –
aggiunge il segretario della Commissione Attività produttive della Camera -.
Sulla proposta di acquisto di Siderurgica Triestina dovrà esprimersi, infatti,
il Ministero dello sviluppo economico, autorizzando la vendita come previsto
per le aziende in crisi poste in amministrazione straordinaria. Ad oggi però –
ricorda Prodani – non è stato raggiunto un accordo tra l’amministrazione
straordinaria dell’impianto e Arvedi su chi debba finanziare la prosecuzione
dei lavori per gli altoforni in funzione».
«Per questo motivo si profila per circa 300 operai il ricorso alla cassa integrazione guadagni a zero ore, con evidenti effetti negativi sul tessuto sociale ed economico del capoluogo giuliano. Infine, fatto molto grave, non risulta reso pubblico nessun piano industriale e occupazionale per il recupero della Ferriera, circostanza – conclude il portavoce M5S – che rende poco credibile la reale riconversione dell’intero sito di Servola, ancora oggi privo di garanzie ambientali».
Testo della Interrogazione a
risposta in commissione
PRODANI
— Al Ministro dello sviluppo economico
— Per sapere
– premesso che:
il
decreto-legge «Destinazione Italia» (n. 145 del 2013) — convertito con
modificazioni nella legge 21 febbraio 2014, n. 9 — all’articolo 4 prevede
interventi particolari per l’area di crisi complessa di Trieste, riconosciuta
con il decreto legge sulle emergenze ambientali (n. 43/2013, convertito
con modificazioni nella legge 24 giugno 2013, n. 71);
con il comma
11 dell’articolo 4 è stato stabilita la nomina, con decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri, del presidente della regione Friuli Venezia-Giulia
Debora Serracchiani a commissario straordinario per l’attuazione dell’accordo
quadro legato alla realizzazione degli interventi a seguire del riconoscimento
dell’area industriale di Trieste quale «area di crisi industriale complessa»;
l’accordo è stato sottoscritto a Roma – presso la sede del Ministero dello sviluppo economico – il 30 gennaio 2014 dalle istituzioni nazionali e locali coinvolte ad eccezione dell’Autorità Portuale che ha atteso alcuni chiarimenti in relazione a possibili conflitti di competenze sulle aree demaniali marittime prima di apporre la propria firma;
l’accordo è stato sottoscritto a Roma – presso la sede del Ministero dello sviluppo economico – il 30 gennaio 2014 dalle istituzioni nazionali e locali coinvolte ad eccezione dell’Autorità Portuale che ha atteso alcuni chiarimenti in relazione a possibili conflitti di competenze sulle aree demaniali marittime prima di apporre la propria firma;
il 28 luglio
c. a. Siderurgica Triestina, società del Gruppo Arvedi, ha formalizzato a
Piombino (Livorno) la proposta di acquisto dello stabilimento siderurgico della
Ferriera di Servola a Trieste – a seguito della necessaria manifestazione di
interesse presentata il 19 aprile scorso – il cui recupero e la cui
reindustrializzazione è parte integrante dell’accordo quadro summenzionato
(ASSE I);
Siderurgica Triestina è una società completamente controllata da Finarvedi – l’anno scorso dichiarava un capitale sociale di 50.000 euro – che ha come amministratore unico Francesco Rosato, l’ex direttore della Ferriera che ha anche fornito al Comune di Trieste la consulenza proprio per il progetto di riconversione industriale dell’area in oggetto;
Siderurgica Triestina è una società completamente controllata da Finarvedi – l’anno scorso dichiarava un capitale sociale di 50.000 euro – che ha come amministratore unico Francesco Rosato, l’ex direttore della Ferriera che ha anche fornito al Comune di Trieste la consulenza proprio per il progetto di riconversione industriale dell’area in oggetto;
lo stesso
Rosato è stato rinviato a giudizio dal giudice Luigi Dainotti del tribunale di
Trieste nell’aprile 2013 a seguito dell’inchiesta sullo smaltimento illegale di
rifiuti dello stabilimento, per fatti compiuti quando ne era direttore;
in base
all’articolo 6 dell’Accordo quadro, nell’invito a manifestare interesse il
commissario straordinario deve indicare i contenuti del progetto di
reindustrializzazione, gli interventi di bonifica e messa in sicurezza, mentre
l’offerta del soggetto interessato deve contenere la dichiarazione di adesione
all’accordo – in caso di aggiudicazione – oltre al progetto di bonifica e alla
proposta di reindustrializzazione. Ad oggi non si ha pubblica conoscenza di
nessun progetto di riqualificazione e di bonifica per il recupero della
Ferriera legata alla proposta di acquisto;
inoltre gli articoli 7, 9 e 10 del summenzionato Accordo prevedono degli obblighi non di poco conto per l’acquirente;
l’articolo 7, infatti, dispone interventi di messa in sicurezza a carico del soggetto interessato non responsabile della contaminazione ambientale – quindi il compratore – legati principalmente alla rimozione di rifiuti e alla messa in sicurezza del suolo, con il cofinanziamento pubblico;
l’articolo 9 prevede gli interventi necessari per il rinnovo dell’AIA (Autorizzazione integrata ambientale) che, in base al comma 2, potrà essere disposta solo a favore del soggetto selezionato dal commissario straordinario e che riguardano la cokeria, l’altoforno, l’agglomerato, la logistica e la captazione della acque;
l’articolo 10 riguarda invece il progetto di reindustrializzazione della Ferriera e stabilisce che le Parti contraenti concordano sulla necessità di avviare interventi di riconversione industriale, che consentano il “conseguimento degli obiettivi di attrazione ed insediamento di nuove iniziative industriali in grado di assicurare prospettive di stabile e duratura occupazione”;
sono solo generici gli impegni sul mantenimento del livello occupazionale dello stabilimento, mancando completamente un chiaro indirizzo in tal senso, visto che l’articolo 14 dell’Accordo, relativo agli impegni tra le parti, al comma 3 prevede solo interventi per la riqualificazione e la formazione dei lavoratori che potranno essere attivati dal Ministero dello sviluppo economico anche con il coinvolgimento delle agenzie di lavoro;
impegni generici delle Parti sono previsti nei successivi articoli dell’Accordo relativi all’ASSE II – interventi di riconversione e riqualificazione produttiva dell’area di crisi industriale complessa di Trieste;
sulla proposta di acquisto di Siderurgica Triestina dovrà esprimersi il ministero dello sviluppo economico, autorizzando la vendita come previsto per le aziende in crisi poste in amministrazione straordinaria;
ad oggi non è stato raggiunto un accordo tra l’amministrazione straordinaria dell’impianto e Arvedi su chi debba finanziare la prosecuzione dei lavori nella cokeria, unico reparto ancora in funzione in Ferriera, e per questo motivo si profila per circa 300 operai il ricorso alla cassa integrazione guadagni a zero ore, con evidenti effetti negativi sul tessuto sociale ed economico del capoluogo giuliano;
non risulta reso pubblico nessun piano industriale, di recupero ambientale e occupazionale per la Ferriera, circostanza che rende poco credibile la reale riconversione di questo sito produttivo -:
inoltre gli articoli 7, 9 e 10 del summenzionato Accordo prevedono degli obblighi non di poco conto per l’acquirente;
l’articolo 7, infatti, dispone interventi di messa in sicurezza a carico del soggetto interessato non responsabile della contaminazione ambientale – quindi il compratore – legati principalmente alla rimozione di rifiuti e alla messa in sicurezza del suolo, con il cofinanziamento pubblico;
l’articolo 9 prevede gli interventi necessari per il rinnovo dell’AIA (Autorizzazione integrata ambientale) che, in base al comma 2, potrà essere disposta solo a favore del soggetto selezionato dal commissario straordinario e che riguardano la cokeria, l’altoforno, l’agglomerato, la logistica e la captazione della acque;
l’articolo 10 riguarda invece il progetto di reindustrializzazione della Ferriera e stabilisce che le Parti contraenti concordano sulla necessità di avviare interventi di riconversione industriale, che consentano il “conseguimento degli obiettivi di attrazione ed insediamento di nuove iniziative industriali in grado di assicurare prospettive di stabile e duratura occupazione”;
sono solo generici gli impegni sul mantenimento del livello occupazionale dello stabilimento, mancando completamente un chiaro indirizzo in tal senso, visto che l’articolo 14 dell’Accordo, relativo agli impegni tra le parti, al comma 3 prevede solo interventi per la riqualificazione e la formazione dei lavoratori che potranno essere attivati dal Ministero dello sviluppo economico anche con il coinvolgimento delle agenzie di lavoro;
impegni generici delle Parti sono previsti nei successivi articoli dell’Accordo relativi all’ASSE II – interventi di riconversione e riqualificazione produttiva dell’area di crisi industriale complessa di Trieste;
sulla proposta di acquisto di Siderurgica Triestina dovrà esprimersi il ministero dello sviluppo economico, autorizzando la vendita come previsto per le aziende in crisi poste in amministrazione straordinaria;
ad oggi non è stato raggiunto un accordo tra l’amministrazione straordinaria dell’impianto e Arvedi su chi debba finanziare la prosecuzione dei lavori nella cokeria, unico reparto ancora in funzione in Ferriera, e per questo motivo si profila per circa 300 operai il ricorso alla cassa integrazione guadagni a zero ore, con evidenti effetti negativi sul tessuto sociale ed economico del capoluogo giuliano;
non risulta reso pubblico nessun piano industriale, di recupero ambientale e occupazionale per la Ferriera, circostanza che rende poco credibile la reale riconversione di questo sito produttivo -:
se il ministro interrogato ritenga
opportuno che la Ferriera possa essere venduta a una società il cui
amministratore unico è rinviato a giudizio per fatti commessi mentre ricopriva
il ruolo di direttore dello stesso impianto;
se nella valutazione della proposta
d’acquisto si chiederà all’acquirente uno specifico impegno, assente
nell’accordo summenzionato, per salvaguardare l’attuale livello occupazionale
dello stabilimento;
quali
garanzie saranno richieste sul rispetto puntuale dell’Accordo e in base a quali
criteri, nel rispetto all’Accordo summenzionato, sarà approvata la vendita
dell’impianto.
PRODANI
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