giovedì 31 luglio 2014

LA "RIFORMA" DEI PORTI E IL CASO MONASSI

Perchè il SECOLO XIX , giornale di Genova si occupa del "caso Monassi" ? 



-  Ora, se la bozza recepisce il taglio di Authority richiesto dal PD, pare che Serracchiani sia stata sorpresa dal meccanismo di nomina diretta dei presidenti, e lo abbia interpretato come una mossa di Lupi ( ministro delle infrastrutture e trasporti ) per salvare Marina Monassi, presidente del Porto di Trieste in scadenza, area centrodestra, in perenne guerra proprio con Serracchiani che è governatore del Friuli Venezia Giulia. - da IL SECOLO XIX di oggi 31 luglio 2014

QUANTO LA "RIFORMA" DEI PORTI  PESA SU TRIESTE E SUL "CASO MONASSI" ?
ANDIAMO CON ORDINE :


Oggi - 31 luglio 2014 - dovrebbe venir presentato il decreto SBLOCCA ITALIA che a detta del Governo dovrebbe contenere una serie di provvedimenti per il rilancio del Paese. 
A pagina 10 troviamo la bozza di riforma dei porti. Mentre scriviamo non sappiamo se tutto il decreto passerà al voto, circola l'ipotesi che per quanto riguarda la cosiddetta "riforma" dei porti la presentazione in Aula dovrebbe slittare a settembre. Certo che la stampa nazionale segnala molte resistenze e proteste rispetto alla riforma e in particolare alla riduzione delle Autorità Portuali ed al conseguente accorpamento.

INDICHIAMO DI SEGUITO ALCUNI PUNTI DELLA RIFORMA DEI PORTI CHE AVREBBERO RICADUTE SUL PORTO DI TRIESTE

1) La bozza di riforma prevede la sostituzione delle esistenti Autorità Portuali con le nuove Autorità portuali e logistiche di rilevanza europea che nel caso di Trieste sarebbe formata dai porti di Trieste-Monfalcone e Venezia-Chioggia.

2) dalla bozza: Le autorità che includono due o più scali portuali istituiscono la propria sede nello scalo principale. Negli altri scali la gestione è assicurata da un direttore generale che coordina le risorse umane e strumentali, cura l’attuazione delle direttive del presidente e del consiglio direttivo e riferisce in merito al loro stato di attuazione.

Quale sarà nel caso di Trieste - Venezia lo scalo principale ? 

3) COME SARA' NOMINATO IL PRESIDENTE ?

 Art. 8
(Presidente dell’autorità portuale e logistica)
1. Il presidente è nominato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, d’intesa con il presidente o i presidenti delle Regioni interessate. Nel caso di mancato raggiungimento dell’intesa entro 30 giorni dalla ricezione della proposta da parte del presidente  o dei presidenti delle Regioni, la nomina è rimessa al Consiglio dei Ministri, cui partecipa, all’uopo, il presidente o i presidenti delle regioni interessate. La proposta di nomina è sottoposta al parere delle Commissioni Parlamentari competenti  


Viene quindi eliminata tutta la procedura attuale per cui istituzioni locali proponevano una ternna di nomi al Ministero. Ora la nomina la decide il Ministro ricercando l'accordo con i presidenti delle regioni interessate.

Come sarà designato eventualmente il direttore generale di un porto - non principale ?

Per rispondere a questa domanda andiamo a recuperare una indicazione dalla bozza di riforma proposta dal ministro Lupi nel dicembre 2013, per capire come pensano di effettuare il passaggio:

" La transizione ordinata dall'attuale articolazione in Autorità portuali ai distretti logistici potrebbe venir assicurata dalla cooptazione dei Presidenti in carica nelle Autorità portuali attuali nel Consiglio direttivo del Distretto di confluenza."

Potrebbe quindi succedere che l'Autorità portuale e logistica di rilevanza europea formata dai porti di Venezia - Chioggia e Trieste - Monfalcone abbia come Presidente Paolo Costa se lo scalo principale individuato sarà Venezia e come direttore generale di diritto marina Monassi per il porto di Trieste

4) Tra i compiti del Presidente sempre all'articolo 8 della proposta troviamo :

q) esercita i compiti di proposta in materia di delimitazione delle zone franche, sentite l'autorità marittima e le amministrazioni locali interessate;

Per capirci sarebbe quindi possibile che a delimitare e proporre le zone franche a Trieste sarebbe il Presidente dell'Autorità portuale allargata - Nella nostra ipotesi potrebbe succedere quindi che l'attuale presidente del Porto di Venezia determinerebbe la zone franche del porto di Trieste. Splendido. 

5) QUESTO SAREBBE IL PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE. MA LA BOZZA DI RIFORMA PREVEDE SOLO UN'UNICA AUTORITA' TRA TRIESTE E MONFALCONE  e non l'accorpamento con Venezia ?

Va precisato che la BOZZA di RIFORMA dei PORTI sta trovando ovviamente resistenze da parte delle A.P. che andrebbero accorpate in ruolo secondario. 
Il nostro PEGGIOR SCENARIO lo abbiamo tracciato riferendoci alla genesi del cuore della Riforma che troviamo nella BOZZA LUPI quando ipotizza:

" Un'ipotesi ragionevole è quella di articolare il sistema portuale e logistico nazionale in sette distretti portuali e logistici ( Nord Tirreno, Nord Adriatico * , Tirreno Centrale, Adriatico Centro Meridionale, Tirreno Meridionale, Sardegna e Sicilia) in modo da definire nei distretti logistico portuali entità capaci, per scala di attività e per efficienza da raggiungere, di costituire le radici portuali e logistici dei grandi corridoi europei che possono riportare la portualità italiana a servizio dei mercati dell'Europa continentale che, come noto, stanno sempre più spostandosi a est e a sud.
* In due versioni. Una tutta e solo italianae una, auspicabile, "europea" perchè integrata dai porti (Koper, Rijeka e Pula ) e retroporti (Lubijana,Maribor e Zagabria) sloveni e croati "

Basterebbe l'accorpamento con il porto di Monfalcone e il declassamento a porto regionale ( rischio già corso con il progetto Unicredit sul super porto Monfalcone - Trieste) a togliere allo scalo triestino le sue particolarità riconosciute dallo status di Porto Franco Internazionale ( che la stessa legge in modifica contempla ).



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