venerdì 4 giugno 2021

L’'ATTUALITA' DI PAOLO A (PIU' DI) DIECI ANNI DI DISTANZA



Rileggiamo questo articolo del 2007. La pandemia sta regredendo, siamo a giugno e presto sarò tempo di ferie e di vacanze stive…


Da Left n. 37, del 14 settembre 2007 – Diario Operaio

La rivoluzione va in vacanza

Come sono cambiate le ferie della classe operaia dagli anni settanta ad oggi. Dai telefonini ai viaggi intelligenti, senza nostalgia

di Abby

„Devo dirti la verità? Non ti vedo troppo bene, ti trovo stanco e fiacco. E‘ successo qualcosa di grave?“ „Luigi non rompere, non è successo niente.“ „Eppure ti vedo un tantino stressato: ho capito tutto! Hai fatto le ferie!“ „Lascia stare le ferie, altrimenti te ne parlo per due ore.“ „E cosa mi racconti? Mi fai vedere le diapositive?“

Le diapositive non si usano più. Oggi basta un semplice programma per gestire le immagini e ti metti la tua faccia a fare le vacanze dove preferisci. Non ci si vede più a cena per far vedere le diapositive ad amici e parenti, oggi al massimo alleghi il photo album delle tue vacanze a qualche mail. I più bravi riescono a spedire le immagini delle vacanze in tempo reale utilizzando il cellulare. „Cara mamma guarda sul telefonino il bel panorama che mi sto godendo. Carissimo ti invio la foto della festa brasiliana a cui sto partecipando, scusami se l’immagine è mossa ma sto ballando.“ Risposta della mamma: „Il panorama è bello ma chi è quel tipo pieno di piercing, non eri in vacanza con tua cugina?“

Che tempi quelli delle ferie di massa! Per sapere dov’eri, la mamma anziana rimasta in città guardava gli ingorghi al telegiornale cercando di riconoscere figli e nipoti in partenza o al rientro. Le fabbriche chiudevano. Si stava tutti in spiaggia, ordinatamente, ombrelloni in fila, numerati come tanti armadietti di spogliatoio. Non aveva importanza da dove venivi e cosa facevi, in costume da bagno gli operai erano ancora più uguali. La massa era rassicurante, la fila di auto rappresentava una tensione collettiva al meritato riposo (un corteo), al ristorante si stava come in mensa. L’operaio massa era finalmente in ferie. Le scuole chiudevano prima, ma la vera vacanza erano i 15 giorni in cui si partiva e si andava al mare o ai monti. In quei quindici giornio anche i figli erano esonerati dai compiti per le vacanze e non venivano troppo rimproverati quelli che dovevano affrontare gli esami di riparazione a settembre. I tempi della produzione e del lavoro condizionavano anche la politica: il Parlamento chiude anche oggi in agosto. C’era solo qualche „governo balneare“ che preparava le stangate per il rientro, mentre tutti gli altri stavano a riposare.

Negli ultimi anni la mia fabbrica non ha chiuso mai registrando una presenza minima del 60 per cento e continuando la produzione. D’altra parte la logica della competizione impera e se i cinesi non smettono di lavorare nemmeno la domenica come puoi pensare di chiudere per quindici giorni. Ora mi dirai che sono scemo e che parlo sempre delle stesse cose, che il mio ragionare parte sempre dal lavoro, ma non esagero se ti dico che le ferie sono flessibili e precarie, come tutto il resto. Non me ne sono accorto solo io, l’ha detto anche Rutelli „che probabilmente sono troppi tre mesi di vacanza in estate per gli studenti e pochi i giorni a Natale. In estate le ferie sono concentrate su 15 giorni con i risultato di abbassamento della qualità die servizi.“ Insomma, dice il ministro, „le ferie non si toccano, questo è chiaro. Si tratta di capire come distribuirle nell’arco dell’anno. Non pensiamo di pianificare le vacanze in modo sovietico – ha subito precisato il ministro – ma riorganizzare le vacanze in funzione di questa grande industria che è il turismo, naturalmente tenendo conto delle esigenze die cittadini.“ Credo sia chiaro che non ho nessuna nostalgia per le vacanze di massa, il mondo deve andare avanti, ma non capisco perchè quando il mondo va avanti io vado sempre indietro. Per organizzare le ferie in modo sovietico, caro ministro, serve prima una Rivoluzione d’Ottobre. Altrimenti non ci sto.

5 commenti:



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