lunedì 19 aprile 2021

L'ATTUALITA' DI PAOLO A (PIU' DI) DIECI ANNI DI DISTANZA

Leggiamoci questo articolo del 2009. Sostituire crisi con pandemia, aggiungere mentalmente lotteria degli scontrini, cashback ed altre diavolerie imbonitrici che ci hanno e ci stanno rifilando. 

Era il 2009 ma sembra oggi

Da Left n. 46, del 20 novembre 2009 – Diario Operaio

Gioca e sogna, lo dice lo Stato

La proposta dello scontrino fiscale da abbinare al gratta e vinci si inserisce in una vera frenesia ludica. Che vogliono controllare con buoni consigli.
di Gibbs

La vita è una lotteria? Per certi aspetti, sicuramente, per gli italiani, in particolare, dire che la vita è una lotteria spiega molti avvenimenti. Proviamo a seguire il filo delle nostre giornate e vediamo quante volte si incrocia con qualche sorteggio o concorso a premi. Se le nostre giornate cominciano dal suono della sveglia e dalla preoccupazione di non fare tardi al lavoro, possiamo essere sicuri che il nostro nome non è stato estratto quando sceglievano i figli di buona famiglia, gli eredi delle grandi fortune, i componenti delle reali famiglie. Poco male, anche i nipotini dell’avvocato Agnelli hanno dovuto sudare due o tre mesi in una fabbrica del gruppo Fiat per capire...la fortuna di vivere senza dover lavorare. E così ci siamo rovinati le prime otto ore della giornata. Se uno di noi non gioca la schedina, non comincia ad avere dipendenze per le slot machine nei bar, se non compra i biglietti della lotteria, ora dovrà giocare al gratta e vinci per senso civico, per lottare contro l’evasione. Difatti una delle ultime proposte del ministro dell’Economia è quella di abbinare lo scontrino fiscale al gratta e vinci, per contrastare gli evasori. Dello scudo fiscale inutile parlare e tanto meno delle altre regole che questo governo ha tolto perché qualche risultato l’avevano prodotto. Ho provato a immaginare le situazioni imbarazzanti in cui mi potrei trovare con questo provvedimento. In farmacia a comperare medicine e poi grattare per vedere se ho vinto. Dall’avvocato (vincere grattando dopo aver perso la causa), dal pescivendolo (a comperare il secondo pesce solo se vinco la prima grattata), a farmi fare scontrini al supermercato uno per articolo, per avere più possibilità di vittoria. A scuola insegneranno educazione civica e tutti i bambini sapranno che quando fai un acquisto devi sempre richiedere lo scontrino e il gratta e vinci; ma forse basterà chiedere il gratta e vinci perché con lo scontrino non si può vincere un bel niente.
Eppure alla sera, quando i conti non tornano e vai a letto che sei proprio stufo, ti addormenti pensando che forse potresti anche essere tu a vincere per una volta. Cosa farai con i soldi della vincita? E sulle possibilità che il futuro ti riserva riesci ad addormentarti. Dovrei vincere perché non ho mai giocato e se lo faccio stavolta sento che sarà la volta buona.
Quest’estate, quando sembrava che forse anche uno di noi poteva essere il vincitore del superenalotto, di una vincita superiore ai cento milioni di euro, hanno cominciato a darci buoni consigli. I media hanno iniziato a preoccuparsi per la nostra salute psicofisica. Ci hanno ricordato che nel caso di vincita multimilionaria non basta mettere in cassaforte il biglietto vincente (tutte le abitazioni proletarie sono provviste di una cassaforte per questa eventualità) ma evitare l’infarto è una cosa non meno importante.
Poi ci sono stati suggerimenti su come vanno investiti i soldi e molte volte è stato ripetuto ai familiari del potenziale vincitore (chissà poi perché doveva essere un maschio, forse a una donna non si possono dare tanti soldi) di stargli vicino. Il pericolo è presto detto: uno che vince una botta di soldi di quell’entità non riesce a rimanere equilibrato, potrebbe avere delle ricadute sul fisico ma anche psicologiche. Potrebbe (sempre immaginando che sia maschio) abbandonare la famiglia e frequentare compagnie non troppo raccomandabili, potrebbe dimenticare gli affetti più cari e i veri valori della vita, insomma si tratta di seguirlo passo passo e tenerlo al riparo da tentazioni e deviazioni.
Ma perché uno di noi vincendo cento milioni diventa un potenziale pericolo e invece chi dichiara un reddito annuale superiore ai cento milioni di euro è il miglior presidente del Consiglio dell’Italia di tutti i tempi?

5 commenti:



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