DIETRO
I DATI SUI TRAFFICI DEL PORTO DI TRIESTE CI SONO SCELTE, DECISIONI, SINERGIE E
PERSONE
L’Autorità
di Sistema Portuale del Mar Adriatico Orientale ha reso noti con un comunicato
stampa, ripreso dai siti specializzati, i risultati conseguiti nel primo
trimestre 2018 dal Porto di Trieste. Tutti gli indicatori sono in aumento e il
porto di Trieste oltre agli sbarchi e imbarchi si distingue per i risultati nel
settore ferroviario. Per chi vuole leggere i numeri pubblichiamo il comunicato
con i dati dell’aumento complessivo, dell’aumento dei container e dei ro-ro e
via di seguito, alla fine di questo articolo.
Noi
vogliamo guardare dietro ai numeri e elencare il lavoro di regia, le scelte e
l’organizzazione dei passaggi che hanno portato a questi risultati.
UNA DELLE
DOMANDE PIU’ COMUNI CHE ABBIAMO RACCOLTO RIGUARDA I FINANZIAMENTI STANZIATI ( i 50 milioni per il nodo di campo marzio ) E
UN INIZIO DEI LAVORI PER IL MIGLIORAMENTO DEI COLLEGAMENTI FERROVIARI.
Questa
domanda contiene un vizio e un errore. In questa domanda si immagina che prima
ci sia un investimento consistente a cui poi seguiranno i risultati. Proviamo a
fornire una risposta che sia convincente e che sia verificabile, per essere
seri non possiamo farlo che partendo dai fatti.
E’
motivo di orgoglio per il presidente D’Agostino il nuovo record del settore
ferroviario con i suoi 4.816 treni movimentati nello scalo nel primo semestre
2018, un risultato che porta a una previsione di 10.000 treni movimentati a
chiusura dell’anno.
Nella
riforma della portualità portata a compimento in quasi tutti gli aspetti
previsti con diversi provvedimenti di legge uno dei passaggi varie volte
sottolineati riguarda i porti come sistema logistico integrato nel territorio.
Questo significa che il giudizio su un porto non si limita all’attività di
sbarco e imbarco delle merci in banchina ma nella capacità di gestire in modo
puntuale, con costi adeguati e con professionalità tutti i passaggi necessari.
E’ BANALE affermare, ma va ricordato, che senza merci in arrivo e partenza il
porto può chiudere, ed è altrettanto giusto ricordare che le merci arrivano
quando l’offerta complessiva di un porto viene fatta conoscere con promozioni
adeguate e si dimostra adeguata a gestire gli impegni nel miglior modo
possibile. Ora siamo in grado, dopo questa premessa, di raccontare i passaggi
che hanno portato ai risultati complessivi e in particolare nel settore
ferroviario che prendiamo ad esempio.
Nessuno
dei protagonisti è stato seduto ad aspettare che venissero spesi gli
investimenti previsti dal Governo ( quelli per lo snodo di Campo Marzio ) ma
tutti i soggeti, a partire dall’AdSP hanno operato per creare le condizioni che
ad oggi dimostrano che gli investimenti previsti sono necessari per un
ulteriore salto e sviluppo.
Il
NO alla privatizzazione di
Adriafer ( società di servizi ferroviari dell’Autorità Portuale )
sembrava un salto nel vuoto e si è rivelata una scelta strategica fondamentale.
I dipendenti Adriafer sono passati dai 25 del 2015 agli attuali 95. Adriafer è
diventata un gestore ferroviario a tutto tondo, lasciamo da parte le
definizioni burocratiche. La stessa Autorità di Sistema Portuale si è dotata di
una Direzione Infrastrutture Ferroviarie con compiti di assicurare l’ efficienza e la sicurezza dell’infrastruttura
ferroviaria e del lavoro svolto su di essa. Adriafer ha gestito negli ultimi due anni più di
trentamila ore dedicate alla formazione e alla sicurezza.
Oggi
sono i lavoratori a gestire direttamente gli scambi e la manovra, operazioni
che con la crescita delle movimentazioni dovranno avere un adeguamento
tecnologico principalmente legato alla sicurezza.
Da parte sua l’AdSP, dopo l’importante rinnovo di
buona parte dei 10 km di binari del Porto Franco Nuovo avvenuto nel 2016 e 2017,
ha revisionato o sostituito, dove necessario, 15 dei cinquanta scambi
ferroviari che stanno in porto. Per farvi un’idea ogni scambio vale ( o
rappresenta una spesa ) di circa 25.000 euro.
Ma
l’elenco di questi ultimi tre anni non si chiude qui. Come abbiamo documentato
e cercato di rendere più chiaro possibile tra i risultati conseguiti c’è stata l’abolizione della doppia
manovra che abbiamo ampiamente spiegato su questo blog. C’è stata poi l’apertura del varco 4
che ha migliorato ulteriormente le manovre all’interno dello scalo. Legate
all’apertura del varco 4° ci sono state ulteriori migliorie poco conosciute ai
non addetti ai lavori. PARTIAMO DAL FATTO CHE I TRENI VANNO COSTRUITI: vanno
messi assieme vagoni e carichi sul treno già predisposti per essere smistati e
uniti ad altri treni nel loro percorso fino a destinazione. E’ CHIARO?
Banalmente non si possono caricare treni alla rinfusa ma devono avere una loro
logica di composizione in modo che il container o il rimorchio non debbano
essere spostati. BANALE BANALE . Se un vagone porta due camion saranno tutti e
due per l stessa destinazione e non uno diretto a Parigi e uno a Praga. Quanto
sono lunghi i treni. I treni standard che viaggiano per l’Europa sono di 550
metri. Quando vengono caricati o direttamente dalla nave o dai piazzali per
comodità sono lunghi anche la metà ( vengono costruiti dei mezzi treni ) Ma
alla fine delle operazioni di carico c’è un momento in cui tutti i vagoni
vengono agganciati assieme e per essere istradato alla partenza il treno si
deve muovere per il porto in tutta la sua lunghezza. A questo punto servono
binari lunghi per le manovre e questa operazione non deve interferire con altri
treni che si stanno costruendo e si iniziano a costruire.
Un
treno di 550 metri è composto da 16 vagoni, che portano 32 camion. Pensate che
ogni giorno i treni del porto di Trieste portano via dalle strade circa 1000
camion e che nel primo semestre 2018 (dati alla mano ) ogni giorno sono stati
movimentati 26 treni. Risulta chiaro che servono binari per lavorare i treni
lunghi e binari di momentaneo parcheggio per spezzoni già formati. Per evitare
ritardi e interferenze tra le varie operazioni ci sono stati degli interventi
concordati tra AdSP, Terminalisti e Rete Ferroviaria Italiana che hanno raddoppiato il binario che serve
il Molo VII ed eliminato alcuni ritardi sul varco 4° e riattivato un fascio di binari
di parcheggio e di servizio.
Si
potrebbero aggiungere considerazioni ulteriori legate ai numeri delle
statistiche. Ad esempio l’aumento di treni del 17,98% andrebbe ulteriormente
diviso per categoria di trasporto e si andrebbe a scoprire che l’aumento del
traffico container su ferrovia è molto più alto di quel 17,98% che rappresenta l’incremento medio del
traffico ferroviario. Si potrebbe… ma oggi abbiamo voluto raccontarvi una parte
di quell’importante lavoro e investimento che sta dietro le cifre del
comunicato.
COMUNICATO STAMPA
DATI DI TRAFFICO AL PORTO DI TRIESTE: UN ULTERIORE
SLANCIO NEL PRIMO SEMESTRE 2018
Treni +17,98%
Movimentazione complessiva +4,87%
Container +15.30%
RO-RO +3,97%
Trieste, 27 luglio 2018 – Un ulteriore slancio per i
dati di traffico al porto di Trieste nel primo semestre 2018.
“Motivo di orgoglio” per il presidente dell’Autorità di
Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino è il nuovo
record del settore ferroviario: 4.816 sono stati i treni movimentati nello
scalo con un aumento del 17,98% rispetto allo stesso periodo del 2017,
“risultato che conferma la vocazione ferroviaria internazionale del nostro
porto, nonché il primato a livello italiano, e una previsione di circa 10 mila
treni a chiusura annuale ”.
Ottimo anche l’andamento complessivo. Il primo semestre
di quest’anno segna un +4,87%, rispetto allo stesso periodo del 2017, con
31.168.780 tonnellate di merce movimentata.
Traina il risultato il settore container che mette a
segno 345.056 TEU, e un incremento a doppia cifra del +15,30%. Sommando inoltre
la movimentazione dei container con i semirimorchi e le casse mobili (espressi
in TEU equivalenti) nel corso dei primi 6 mesi, si tocca quota 704.655 TEU
(+9,03%).
I dati positivi del RO-RO, (155.623 unità transitate),
pari a un incremento del +3,97%, rimarcano il buon andamento del comparto.
Incoraggiante il risultato delle merci varie con
8.872.820 tonnellate, e una crescita del +8,74%. Aumento del +3,47% per le
rinfuse liquide (21.503.899 tonnellate), mentre le rinfuse solide si attestano sul +1,84% (792.061 tonnellate).
Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico
Orientale
Porto di Trieste
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