Notizia che avevamo pubblicato nei giorni scorsi riportando la lettera aperta che Pittini aveva pubblicato su una pagina a pagamento del Sole 24 ore.
Dalla lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica risaltava il ricatto occupazionale che è il cavallo di battaglia degli imprenditori siderurgici quando sono sottoposti a pressioni o critiche. Che si tratti di multe relativa alla concorrenza, che di rilievi sull'impatto ambientale solitamente gli imprenditori siderurgici rispondono con l'elenco degli occupati diretti, dell'indotto e delle famiglie che resterebbero senza un reddito. L'articolo del Messaggero di Udine è preciso e distingue una multa di 17 anni fa dalla attuale che dovrebbe riguardare Pittini per l'importo di 43 milioni. Da qui la reazione e la pagina a pagamento sul Sole 24 Ore.
UDINE.
Bruxelles restituirà 3 milioni e mezzo di euro al gruppo Pittini,
vale a dire l’importo di una sanzione che fu pagata 17 anni fa.
La
Corte di giustizia dell’Unione europea ha infatti annullato le
sentenze del Tribunale e le decisioni della Commissione Ue sulle
multe per il cartello dei tondi di cemento armato in Italia, in cui
erano coinvolte Feralpi, Ferriera Valsabbia, Alfa Acciai, Ferriere
Nord e Riva. Lo ha stabilito, con una sentenza pronunciata ieri, la
Corte di giustizia Ue, in quanto Bruxelles «non ha rispettato il
diritto di difesa delle imprese».
La
Commissione aveva sanzionato nel 2002 il presunto cartello, per fatti
avvenuti tra il 1989 e il 2000. Ma nel 2007 il Tribunale aveva
annullato la decisione in quanto questa era fondata sul Trattato Ceca
ormai scaduto. Nel 2009 la Commissione aveva quindi presentato una
nuova decisione aggiornata, con una sanzione complessiva di
83.250.000 euro. Nonostante il ricorso delle aziende, il Tribunale Ue
nel 2014 aveva in larga parte confermato la multa di Bruxelles,
decisione che le società avevano nuovamente contestato. Ieri
finalmente la Corte ha annullato sia le sentenze del Tribunale sia la
decisione della Commissione, in quanto questa non ha dato alle
imprese la possibilità di un’audizione difensiva con i garanti
della concorrenza nazionali.
Tutto bene quello che finisce bene? Visto il tempo passato dai fatti contestati alla parola fine per questa intricata vicenda burocratico-giudiziaria, non c’è proprio da stare allegri. E l’amministratore delegato del gruppo Pittini, Paolo Felice, ne è consapevole. Anche perchè sulle acciaierie di Osoppo, pende, come una pesante spada di Damocle, anche l’altro procedimento, quello molto più recente dell’Antitrust italiano, che prevede una maxi sanzione da 140 milioni di euro. «Ma vi pare possibile che un’azienda debba aspettare tutti questi anni per una sentenza - spiega il manager - . Sono passati 17 anni dalle vicende contestate, 17 anni.
Tutto bene quello che finisce bene? Visto il tempo passato dai fatti contestati alla parola fine per questa intricata vicenda burocratico-giudiziaria, non c’è proprio da stare allegri. E l’amministratore delegato del gruppo Pittini, Paolo Felice, ne è consapevole. Anche perchè sulle acciaierie di Osoppo, pende, come una pesante spada di Damocle, anche l’altro procedimento, quello molto più recente dell’Antitrust italiano, che prevede una maxi sanzione da 140 milioni di euro. «Ma vi pare possibile che un’azienda debba aspettare tutti questi anni per una sentenza - spiega il manager - . Sono passati 17 anni dalle vicende contestate, 17 anni.
E
se avessimo avuto bisogno di quei 3 milioni e mezzo che abbiamo
versato nel 2002 e che adesso ci saranno restituiti? Qua stiamo
parlando di migliaia di persone che lavorano, migliaia di famiglie
che vivono in Friuli grazie alla manifattura. Io credo che oggi la
burocrazia sia al centro delle problematiche di tutte le imprese,
piccole e grandi». L’Ad Paolo Felice intanto annuncia il ricorso
al Tar del Lazio per la multa dell’Antitrust e ritiene che ci siano
delle analogie con quella appena fatta “evaporare” dalla Corte di
giustizia Ue. «Tra le due vicende ci sono delle somiglianze -
osserva -. In entrambi i casi le industrie dell’acciaio sono state
accusate di aver fatto “cartello” per i prezzi dei tondini per
l’edilizia e di conseguenza aver danneggiato il mercato.
Ma
noi siamo perfettamente consapevoli di non aver commesso alcuna
infrazione, come ha illustrato il nostro presidente Federico Pittini
nella lettera di pochi giorni fa inviata al Capo dello Stato Sergio
Mattarella. Per il nostro gruppo le sanzioni sono smisurate e
soprattutto fuori luogo, sulla base di un teorema, come ha
sottolineato ancora il presidente Pittini, che mette in relazione
indistintamente condotte su mercati diversi, che non hanno alcun
nesso».
NOTA DI FAQTRIESTE La siderurgia ha grossi problemi e neanch'io sto troppo bene direbbe Woody Allen. Chi non si accorge di niente e continua a parlare solo bene della siderurgia è sicuramente il quotidiano locale di Trieste che sull'inserto Nordest Economia celebra i risultati delle Ferriere Nord e ne ricostruisce la epopea dimenticando l'esperienza servolana e le attuali multe.
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