mercoledì 13 settembre 2017

LA RIFORMA DELLA RIFORMA DEI PORTI

Affidiamo all'odierno articolo della Gazzetta Marittima di Livorno l'introduzione alla questione delle correzioni che vogliono apportare alla nuova legge sui porti. A seguire a breve stiamo lavorando su una serie di domande per comprendere bene gli argomenti che si vogliono cambiare.


ROMA – Massima accelerazione, ma altrettanto brusca frenata. Non si può dire che la Riforma Portuale marci con moto uniforme; tantomeno per gli attesi “correttivi”. Perché il consiglio dei ministri ha anticipato a venerdì scorso la seduta prevista per il 15 settembre; ma è stato stoppato – almeno fino a ieri (il seguito nella prossima Gazzetta Marittima) – su due tra i più sentiti provvedimenti: il riassetto degli art. 16,17 e 18 e il “niet” ai sindaci e in genere ai politici nei comitati di gestione. Tanta era la voglia di spicciarsi che buona parte dei giornali ha dato per approvati anche i due temi rinviati. 


Se poi saranno stati approvati ieri non lo sappiamo quando stiamo andando in stampa. Certo che c’è confusione. Il che lascia supporre che comunque vada sarà poi il parlamento a togliere le castagne dal fuoco.
Fuori i politici? Nella sua dizione, a ieri non approvata, il testo diceva: “E’ previsto che ai membri del comitato di gestione si applichino le disposizioni vigenti in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni”. Tradotto: fuori Nogarin dal comitato di Livorno, fuori Serracchiani da quello di  Trieste, eccetera. Facile capire perché questa parte del testo del decreto sia rimasta in sospeso: Debora Serracchiani non intendeva mollare; ed ha una parte del Pd che la sostiene contro Delrio.
Il tema dei politici nei comitati di gestione non è l’unico ad essere stato sospeso nel decreto. Tutta la complessa revisione della normativa sugli articoli 16,17 e 18 (lavoro nei porti) è stata stoppata, sembra dal “niet” del ministero delle finanze, che non ha riconosciuto la competenza dei proponenti. Non è una cosa da poco, perché riguarda i prepensionamenti dei portuali e molti interventi a sostegno dell’occupazione in banchina; per i quali al presidente dell’Autorità di sistema venivano conferiti ulteriori poteri. Pare che questo tema non possa avere altro sbocco che la discussione parlamentare.
Tra i punti approvati, una nuova classificazione dei porti con tre sole categorie (militari, commerciali internazionali e regionali) semplificando il precedente testo di classificazione che era risultato alla prova dei fatti farraginoso e complicato. E più poteri ai presidenti delle AdSP.


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