martedì 19 settembre 2017

IL LAVORO CHE CAMBIA

Qualche volta l'informazione non basta e si tratta di approfondire qualche aspetto più generale delle questioni. E' in atto una grande trasformazione del lavoro salariato che tracima ormai dalle otto ore giornaliere. Ogni volta che mi ritrovo al supermercato a confezionare, pesare e prezzare la verdura ( self service ) mi rendo conto che sto contribuendo a distruggere qualche posto di lavoro e a fare un lavoro non pagato io stesso, un lavoro gratuito. Per questo motivo vi segnalo volentieri questo libro che illustra e da un nome - il lavoro ombra - a questa nostra attività, perchè la spesa la fate pure voi.

Oggi prenotiamo dal nostro pc le vacanze, usiamo l’home banking, facciamo il check in on line. Ma un tempo tutti questi erano lavori retribuiti, che adesso facciamo noi… gratis. Lambert definisce queste attività del lavoro ombra come «la schiavitù della classe media», e individua la loro nascita nell’invasione dell’elettronica e poi della robotica nei nostri spazi quotidiani.
La trasformazione è avvenuta lentamente – dai primi rifornimenti di benzina self-service negli anni Cinquanta alla pervasività odierna dell’informatica – e ha prodotto cambiamenti non solo sociali ma anche psicologici.
Il risultato di questa dinamica? Una forma di consumo sempre più personalizzata, un grande livellamento sociale e lo sfaldamento delle comunità, via via che la robotica andrà sostituendo le interazioni umane.
Il lavoro ombra è una guida a questo nuovo fenomeno: è vero, le giornate non ci bastano mai, lavoriamo senza saperlo per le multinazionali, ma oltre a rendercene consapevoli questo libro ci offre suggerimenti arguti su come diventare artefici del nostro tempo e disintossicarci dal virus del lavoro.   VAI ALLA PAGINA

 Sono convinto da molti anni che non sono sufficienti le denunce e le descrizioni dei procedimenti, sono indispensabili le soluzioni. E per trovare le soluzioni è necessario sperimentare, provare e riprovare, tenere presente le esperienze degli altri. Ecco quindi il mio secondo suggerimento per vedere a che punto è la proposta sulla quale stanno lavorando persone serie che da anni cercano una via d'uscita all'impoverimento e alla perdita di valore del loro lavoro.

Dal sito della casa editrice Derive Approdi

Vi proponiamo l’introduzione di Sergio Bologna su Smart e il nostro libro Rifare il mondo… del lavoro di Sandrino Graceffa contenuta nel supplemento Alias de «il manifesto».



1 commento:

  1. Utile articolo per prendere consapevolezza che il lavoro gratuito si nasconde nella quotidianità di ognuno e alla volte lo svolgiamo con soddisfazione pensando di essere contro un sistema o molto più ragionevolmente per comodità ovvero non dobbiamo recarci fisicamente nel posto deputato , non dobbiamo fare la fila , non dobbiamo " scontrarci " con la simpatia o l'antipatia di chi sta allo "sportello". Penso che stiamo "vivendo" una utopia : la gestione autonoma delle necessità.
    Premesso questo e visto il dilagare del lavoro precario penso che si può tornare al vivere la comunità solo ad una condizione , oggi utopistica , ieri causa delle dimissioni del Governo Prodi e in futuro , auspico , inevitabile ovvero la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.

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