SLOVENIA:
REFERENDUM FLOP, RESTA LA LEGGE DEL GOVERNO *
Sarà
stato forse anche il perdurare dell’euforia per la vittoria della
Slovenia all’Eurobasket o le avverse condizioni meteorologiche,
fatto sta che il referendum indetto per abrogare la legge sul
raddoppio del binario sulla tratta Capodistria – Divača (FAQ ne ha
parlato nei mesi scorsi – ndr), che ha avuto luogo domenica 24
settembre, è stato un vero e proprio flop: partecipazione del 20%
degli aventi diritto al voto, 53,6% di voti a favore della legge
governativa, solo 46,5% i voti contrari.
I promotori del referendum
avrebbero dovuto raccogliere almeno 340.000 voti per affermarsi ed
ottenere l’abrogazione della norma. Complessivamente, invece, i
votanti sono stati 351.000, ma più della metà di essi ha sostenuto
la norma approvata del governo.
Il
risultato è stato commentato molto positivamente dal premier Cerar e
dai rappresentanti della coalizione di governo, mentre tra i
promotori, a parte la forte delusione, si sta facendo strada l’idea
di sottoporre la legge al vaglio della Corte Costituzionale per vizio
di costituzionalità ed alla Corte dei Conti per danno erariale.
In
effetti, anche tra i sostenitori della legge con la quale il governo
intende procedere al raddoppio della tratta ferroviaria Capodistria –
Divača non mancano accenni critici sul fatto che il dispendio
finanziario previsto nella legge sembri davvero troppo elevato per
34 km di binario, così come lamentano che il governo sia stato
volutamente ambiguo e non abbia ancora chiarito quale sia il ruolo
nella vicenda e soprattutto il tornaconto dell’Ungheria, che
parteciperà all’investimento con 200 milioni di euro.
Silenzio,
per ora, da parte di Luka Koper, che, come abbiamo già scritto
alcuni mesi fa, non è per niente entusiasta della legge in
questione, poiché anche per Luka Koper la norma prevede il ruolo di
co- finanziatore del progetto.
Per lo scalo capodistriano questo tipo
di impegno imposto per i prossimi anni significa che dovrà far
fronte ad esborsi notevoli e che di conseguenza rischia di dover
aumentare il costo di servizi e tariffe per incamerare le risorse
necessarie e di perdere quindi in termini di concorrenzialità con
gli altri porti del Nord Adriatico.
* dal nostro esperto
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