PER FARE IL
PRESIDENTE DEL
PORTO DI VENEZIA
vai all'articolo di LA NUOVA Venezia e Mestre
«Colloquio via Skype per
fare il presidente del porto di Venezia»
Pino Musolino, veneziano
della Giudecca, 39 anni, ex Ds in municipalità: «Ho semplicemente inviato un
curriculum, aspetto solo l’ufficialità»
di Alberto Vitucci
Pino Musolino, 39 anni,
scelto dal ministro Delrio come presidente del Porto di Venezia
VENEZIA. Assunto senza
“raccomandazioni”. Dopo aver mandato il suo curriculum al ministero delle
Infrastrutture e aver parlato con il ministro via Skype da Singapore. Sembra
una storia di altri tempi quella di Pino Musolino, 39 anni, veneziano doc (è
nato alla Giudecca, «campo Marte 918»), designato dal ministro dei Trasporti
Graziano Delrio come nuovo presidente dell’Autorità portuale di Venezia al
posto di Paolo Costa, giunto al termine del mandato.
Musolino se n’era andato
all’estero licenziandosi dalla Provincia, in polemica con il suo (ex) partito,
il Pd allora Ds.
Negli ultimi dieci anni ha ottenuto un master all’Università
di Swansea, in Gran Bretagna, in materia di Trasporti, è diventato manager del
porto di Anversa e adesso della quarta società al mondo per la movimentazione
dei container, la Hapag-Lloyd Ag.
Consulente di diritto marittimo
internazionale, con un’esperienza maturata quasi tutta all’estero. Politica,
quasi niente. Consigliere di Municipalità a Venezia nel 2005, se n’era andato
rifiutando il posto fisso a Ca’ Corner.
Adesso l’uomo che si è fatto
da sé ha spiazzato tutti, battendo sul filo di lana concorrenti più ammanicati
con la politica e convincendo il ministro dopo un colloquio via Skype.
«Lo so
che nessuno ci crede, ma è andata proprio così», attacca il - non ancora
ufficiale - nuovo presidente. Risponde da Singapore, dove lo ha appena
raggiunto la moglie finlandese con il piccolo Leone, nato da appena 43 giorni.
Dopo il decreto firmato dal
ministro adesso la sua nomina dovrà essere approvata dal sindaco Luigi Brugnaro
e dal presidente della Regione Luca Zaia. Quest’ultimo avrebbe già dato un
assenso di massima. Il sindaco era stato informato della scelta dal ministro in
visita a Venezia. Lui avrebbe preferito una proroga a Costa, ma il curriculum
indiscutibile di Musolino e la sua esperienza - ma anche il fatto che non si
trattasse di un ministeriale - lo hanno alla fine convinto.
( nota di FAQ TRIESTE vedi a fine articolo le dichiarazioni del sindaco Brugnaro )
Una storia da raccontare. Il ricercatore che torna nella
sua città e diventa il presidente del Porto.
«È così. Ho mandato il mio
curriculum al Ministero. Mi hanno chiamato e con il ministro ho fatto solo un
lungo colloquio via Skype».
Soddisfatto?
«Beh sì. Anche se non ho
ancora ricevuto il decreto. Per rispetto delle istituzioni vorrei rinviare i
commenti a quando la nomina sarà ufficiale».
L’ultimo suo incarico a Venezia è stato il consigliere di
Municipalità.
«Sì, qualcuno lo ha
ricordato. Ma da allora sono passati dieci anni. Non sono più quella persona.
In questo periodo ho avuto il master, ho lavorato come manager e consulente nei
porti. Adesso a Singapore nella quarta compagnia più grande del mondo che
possiede 181 navi di proprietà».
Veneziano doc.
«Sono nato all’Umberto I nel
1978, quattro giorni dopo il rapimento di Aldo Moro. Ho abitato alla Giudecca
finché me ne sono andato all’estero».
Grandi progetti sul tappeto. Off shore, nuovo terminal
per le grandi navi. Polemiche che durano da anni. Come pensa di affrontare
questi nodi?
«In questi anni pur
lavorando all’estero ho seguito da vicino le questioni veneziane. Ho le mie
idee, ma credo che la prima cosa da fare sia introdurre un metodo di dialogo e
di ascolto delle istituzioni e delle categorie. Le decisioni vengono alla fine.
In democrazia non ci sono capi assoluti di niente».
Possibile che la politica non abbia avuto alcun ruolo nella
sua nomina?
«Possibile sì. Alcuni amici
mi hanno consigliato di inviare il curriculum. L’ho fatto».
Tornerà presto ad abitare a Venezia.
«Ripeto, aspettiamo che la
nomina sia definitiva, perché spesso chi entra papa in conclave ne esce
cardinale. Adesso dico che sono onorato di essere stato chiamato. E che spero
di poter dare il mio contributo tecnico e professionale alla mia città».
Ha avuto contatti con il sindaco e la politica locale?
«No. Sarà la prima cosa che
farò una volta che la nomina sarà stata ufficializzata».
Da quando entra in carica il nuovo presidente?
«Un paio di mesi credo. Ci
sono da terminare i passaggi istituzionali, il voto di Camera e Senato. Poi
dovrò risolvere i miei contratti. Lavoro in un’azienda privata, non godo di
aspettativa».
Giovedì, 29 Dicembre 2016
MUSOLINO A VENEZIA?
«PROFILO LONTANO»
VENEZIA - «La decisione del
nuovo presidente dell'Autorità portuale spetta a Regione e Ministero.
Comunicare il nome e condividerlo sono cose diverse». Lo ha detto il sindaco di
Venezia, Luigi Brugnaro (nella foto), in occasione dell'incontro di fine anno
con la stampa. Rispondendo sul tema della nomina del nuovo presidente del porto
di Venezia,
Brugnaro ha osservato: «Su Facebook ho visto che Pino Musolino ha
annunciato lui, prima di ogni comunicazione ufficiale, che sarà scelto, e
prendeva in giro il sindaco. Mi sembra un profilo lontano da quello di una
persona che dovrà gestire il porto. Pare che abbia sostenuto il colloquio su
Skype: evidentemente ci meritiamo anche questo, che non è certo il buongiorno
migliore. Dicono che sia collegato a Puppato e Serracchiani: e poi parlano di
conflitto di interessi per il sottoscritto... ».
«Con Trieste - ha aggiunto
Brugnaro - c'è sempre massima collaborazione e con il sindaco Dipiazza c'è un
ottimo rapporto. Io non ho mai agito contro nessuno. E non è interesse della
città, fatta di giovani e lavoratori, dire qualcosa sulla nomina del Ministero.
Ma, se queste sono le decisioni, bisogna ricordare che non si tratta di una
scelta dell'oggi per il domani. Le multinazionali sapevano che il costo per lo
scavo dei canali sarebbe stato a loro carico: con questa scusa si fanno
risparmiare loro parecchi soldini. I Cinquestelle? Non sono cattivi, solo non
capiscono e devono imparare come si governa una città. Sono onesti, ma non
basta».
Poi, commentato l'idea di
spostare il terminal crocieristico veneziano dalla Marittima a Marghera, il
sindaco ha detto: «Ci interessa il piano sulle aree Syndial, su cui il Governo
ha investito 120 milioni di euro, quindi terre per container e non ci sembra
una buona idea mandarci turisti in bermuda». «Nel patto firmato dall'allora
sindaco Costa per il Mose - ha rilevato -, c'era anche la difesa di Porto
Marghera, ma la conca di navigazione non è più sufficiente per dare a quelle
aree un futuro tra dieci o vent'anni, perché, col Mose chiuso, le grandi navi
non passano. Il progetto concreto deve far sì che il porto non sia declassato
di qui a vent'anni: in ballo c'è il futuro e non vogliamo più perdere posti di
lavoro».
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