Interrogazione a risposta scritta
Aris Prodani
Al Ministro dei beni e delle attività
culturali e del turismo
Per sapere
premesso che:
il Porto Vecchio di Trieste (Punto Franco Nord), realizzato nell'ultimo trentennio dell'800 su una superficie di 67 ettari prospicienti il centro città, comprendente e cinque moli, banchine di carico e scarico e raccordi ferroviari, è riconosciuto quale uno tra gli ambiti di archeologia industriale marittima più rilevanti del Mediterraneo: i magazzini, posti al suo interno, che contano una cubatura di oltre un milione di metri, appartengono alla classificazione disciplinata dalle regole costruttive specifiche dei lagerhauser dei porti del Nord Europa;
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la Legge 23
dicembre 2014, n. 190, (Legge di stabilità 2015) ha stabilito la
sdemanializzazione di gran parte dei 60 ettari del Porto Vecchio, sancendo la
fine della pubblica utilità dell’area nonché, in capo al Commissario di Governo
del Friuli Venezia Giulia, il trasferimento del regime di Punto Franco ad altre
aree da individuare. In particolare, la Legge stabilisce anche il
passaggio del Porto Vecchio al patrimonio disponibile del Comune di Trieste,
che dovrà occuparsi della vendita dell’area e del trasferimento “dei relativi
introiti all’Autorità Portuale di Trieste per gli interventi di
infrastrutturazione del Porto Nuovo e delle nuove aree destinate al regime internazionale
di Punto Franco”;
Il 5 novembre
2015 il Comune di Trieste ha pubblicato il bando per “un’indagine esplorativa
di mercato finalizzata all’individuazione di un operatore cui affidare
l’incarico per la redazione di linee guida per l’impostazione e la redazione
delle linee guida del Piano Strategico di valorizzazione delle aree facenti parte
del Porto Vecchio di Trieste”. Come riportato da Il Piccolo del
25 gennaio 2016, la Commissione aggiudicatrice ha vagliato le dodici offerte
pervenute ed ha affidato l’incarico a Ernst&Young financial business
advisor Milano per un importo di 170 mila euro;
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Il Piccolo del 03 marzo 2016
riferisce che Toniati, “il responsabile dell’Ufficio progetti strategici del
Comune costituito dal sindaco Roberto Cosolini in particolare per seguire il
processo di sdemanializzazione del Porto Vecchio, ha chiesto e ottenuto quattro
anni di aspettativa dal ruolo di dipendente comunale e già dal primo marzo ha
assunto la carica di direttore generale dell’Istituto nazionale di oceanografia
e geofisica sperimentale”;
l’associazione
Italia Nostra da molti anni è impegnata fattivamente per il recupero e la
tutela dell’area di Porto Vecchio. Una missiva del 24 dicembre 2013 ( Prot
009951 ) indirizzata da Giangiacomo Martines, Direttore Regionale per i
beni culturali e paesaggistici per il Friuli Venezia Giulia, all’allora
Ministro Bray, nel rimarcare il pregio architettonico e monumentale di Porto
Vecchio, ha sottolineato la necessità, indicata da Italia Nostra, di
intervenire con urgenza per la messa in sicurezza ed il restauro leggero degli
edifici del Porto Vecchio, anche al fine del suo riutilizzo in termini
economici, turistici e culturali. La missiva indica che il citato restauro era
stato proposto attraverso l’elaborazione di un Masterplan, che meritava la
massima attenzione da parte del Ministero, ampiamente condiviso con l’Autorità
Portuale, la Provincia e l’Università degli Studi ed attraverso dei
finanziamenti europei, opportunamente individuati dall’Associazione;
L’8 aprile 2014 il Direttore del Servizio II Tutela del Patrimonio
Architettonico del Mibact, Stefano D’Amico ha risposto ( Prot. 009372 ) al
Gabinetto del Ministro e alla Direzione Regionale dei Beni Culturali per
il FVG che, “esaminato il “dettagliato e accurato Masterplan per il Porto
vecchio 2013 ritiene “pregevole, oltre che necessario, il progetto di
riqualificazione di Italia Nostra attraverso il rinnovo del Protocollo d’intesa
scaduto nel 2010” e attraverso il ricorso agli strumenti finanziari europei;
successivamente,
il 3 luglio 2014 (n. prot.16709) Francesca Gandolfo, Direttore del
Servizio II Tutela del Patrimonio Architettonico del Mibact, ha scritto al
Gabinetto del Ministro, alla Direzione regionale FVG e alla Soprintendenza per
i Beni architettonici e paesaggistici del FVG (con riferimento alla nota di
Gabinetto del 23/6/2013 e alla lettera della Direzione regionale FVG del
24/12/2013 ) di aver già espresso parere positivo sula progetto di Italia Nostra
per il Porto vecchio e di ritenere utile e opportuno predisporre un secondo
sopralluogo in Porto vecchio “a patto che sia garantita la partecipazione
fattiva di tutti i soggetti interessati, al fine di giungere ad un’effettiva
condivisione degli scopi, degli obiettivi, e delle priorità degli
interventi”. Obiettivo ormai raggiunto nel corso del 2015 e condiviso da
tutti gli enti coinvolti.
Il 05 novembre
2015 l’Arch. Francesco Scoppola, Direttore Generale delle Belle Arti e del
Paesaggio del Mibact ( Prot.27064), nel ribadire il proprio giudizio favorevole
ad iniziative che tutelino e valorizzino il patrimonio storico monumentale
dell’importante distretto portuale di Trieste, ivi compresa l’organizzazione di
un workshop internazionale, ha comunicato che “per i necessari sopralluoghi è
stata interessata la Soprintendenza territorialmente competente”.
Italia
Nostra, come riportato da una nota pubblicata su Il Piccolo del 23
agosto 2015, ha già criticato le notizie relative alla ricerca, da parte del
comune di Trieste, di
un advisor, a cui «affidare le decisioni essenziali sullo sviluppo di
tutta l'area, senza che si siano già dettate le linee guida generali da
rispettare, ed alle quali vorremmo partecipare anche noi con nostre
proposte, al di là dell'esclusività dell'azione politica». Il comunicato
ribadisce che «Siamo sicuramente preparati, con le professionalità all'interno
dell'associazione prosegue la nota – ad affrontare tutti i problemi, che
conosciamo benissimo ed a dare il nostro contributo alla loro soluzione, e non
si può correre il rischio, come è già successo in passato, di affidare ad un
unico «terzo» scelte fondamentali, attraverso intermediazioni, che alla fine
hanno creato più che altro contrasti e polemiche, evidenziandone la debolezza»;
secondo
un comunicato stampa diffuso lo scorso 02 marzo 2016 dalla sezione di Trieste
di Italia Nostra “sarebbe stato più opportuno e confacente lasciare la ricerca
dell’advisor ad un secondo tempo, organizzando sin da subito
un Workshop ad alto livello istituzionale, onde individuare insieme
ad esperti internazionali i criteri e le modalità migliori per il riuso del
Porto Vecchio. Italia Nostra aveva già patrocinato e reso disponibile
pubblicamente un Comitato scientifico internazionale per il Porto, che avrebbe
potuto procedere anche in accordo con l'AIPAI (Associazione Italiana per il
Patrimonio Archeologico Industriale): ma tutte le nostre segnalazioni e le
richieste (inviate anche via PEC) al riguardo sono state completamente
ignorate, come quella più recente di un sollecito incontro con il Sindaco.
Eppure, dopo il Masterplan redatto a cura dall'Associazione (con la
collaborazione di professionisti ed esperti) che pur illustrava le sostanziali
linee guida e le opportunità di sviluppo e di riqualificazione dell'area del
Porto vecchio, nonché i molti convegni organizzati da Italia Nostra sul tema,
un Workshop con il contributo di questi esperti avrebbe certamente
costituito una straordinaria occasione a costi quasi nulli. Inesplicabile è
dunque perché non si è voluto approfittare di un lungo ed accurato lavoro già
svolto, che avrebbe consentito ancor prima il reperimento di validi obiettivi
strategici e di investitori”;
Il
Piccolo del 20 febbraio 2016 riporta dell’invio al Governo, da parte del Comune
di Trieste, di due documenti tecnici accompagnati dalla bozza di un protocollo
d’intesa per la richiesta di investimenti statali finalizzati alla
riqualificazione dell’area. Il primo conterrebbe uno stralcio per le opera di
infrastrutturazione dell’area tra il Molo Quarto e Molo Terzo, mentre il
secondo il progetto di realizzazione di un museo del mare all’interno del
Magazzino 26 per un totale complessivo quantificato in 18 milioni di euro.
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il Piano Cultura e Turismo, si legge nella nota stampa
succitata, prevede, tra i vari interventi da attuare nelle Regioni Italiane, “50
milioni per il restauro e la valorizzazione del Porto Vecchio di Trieste,
destinato a divenire un grande attrattore culturale transfrontaliero”;
lo scorso 02 maggio, nel corso della presentazione alla
stampa del piano #UnMiliardoperlacultura, il
Ministro Franceschini ha dichiarato che «Portovecchio è una delle
sfide più importanti che il Paese dovrà affrontare nei prossimi anni. E’
un posto incredibile, era il porto degli Asburgo, e può diventare una delle
operazioni più importanti in Europa di riqualificazione di un’intera città.
Questi 50 milioni sono destinati ad interventi importanti che apriranno anche
il tema della destinazione di quest’area, con una discussione a livello
nazionale»;
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in data
03 maggio 2016, un articolo del quotidiano il Piccolo, riporta che “Il documento presentato di recente
agli uffici della Presidenza del Consiglio dopo che il 10 febbraio un primo
dossier era già stato consegnato a Lotti stima per i primi interventi
infrastrutturali funzionali a quelli successivi (comprensivi però anche di
specifiche ristrutturazioni) un fabbisogno complessivo di 53.700.000 euro. (…)”;
l’articolo,
in riferimento agli interventi da attuare nel Porto Vecchio, afferma che: “(…)presumibilmente
l’apertura dei primi cantieri avverrà prima della fine del 2017. Si partirà
dalle bonifiche e in particolare dal torrente Chiave che sbocca in mare nel
tratto in concessione a Greensisam. Verrà fatta la pulizia del tratto finale
del torrente e dei detriti (6.500.000 euro di spesa) e del cono di deiezioni a
mare con smaltimento dei detriti (altri 5 milioni di euro la spesa). Dovrà
anche essere risolta la problematica relativa ai miasmi. Sul Rio Martesin, gli
interventi del costo di 4 milioni di euro tenderanno a risolvere le
problematiche connesse all’immissione diretta delle portate di piena del
torrente internamente al bacino. I primi interventi sulle infrastrutture
riguarderanno le reti elettrica, fognaria, idrica e del gas. Con un milione di
euro verrà effettuato il potenziamento dei sottoservizi a rete nelle aree
esterne funzionali alle infrastrutturazioni di tutto il Porto vecchio, mentre
con 9.500.000 euro verranno realizzate le nuove reti di sottoservizi nell’area
Greensisam. Per quanto riguarda invece le infrastrutture viarie si interverrà
per la sistemazione e la messa in sicurezza di una viabilità provvisoria che
colleghi il Polo museale (Centrale idrodinamica, Sottostazione elettrica,
Magazzino 26) nella direzione dalla città verso il Polo e da viale Miramare
verso il Polo. In particolare, con una spesa di 2.200.000 euro saranno create
la viabilità di collegamento, un collegamento ciclabile, un percorso pedonale,
una rotatoria di regolazione dei flussi su viale Miramare oltre alla
realizzazione della rete di illuminazione pubblica. Grazie allo stanziamento
statale però potranno essere realizzati anche alcuni dei primi insediamenti. Si
partirà dalla creazione del nuovo Museo del mare (…) che, in virtù della
raccolta di patrimoni pubblici e privati e ipotizzando un impiego museale
tradizionale integrato da workshop e attività estensive potrebbe occupare
14mila metri quadrati del Magazzino 26, I costi per l’adeguamento
architettonico e per l’allestimento sono stati stimati in 8 milioni. Ventimila
metri quadrati dello stesso magazzino dovrebbero invece essere occupati dalla
nuova sede dell’Icgeb, l’Istituto di ingegneria genetica e biotecnologia. In
questo caso la spesa dovrebbe arrivare a 12 milioni. Infine,(…) 5 milioni e
mezzo di euro dovrebbero essere impiegati nel restauro con la collocazione
anche di un ascensore e di una piattaforma panoramica della grande gru
galleggiante Ursus(…)”;
a
quanto si apprende esclusivamente da notizie stampa, la destinazione specifica
delle risorse sarebbe orientata principalmente alle opere di
infrastrutturazione che Walter Toniati, come riportato, considerava a carico
dell’Amministrazione comunale. Nessuna risorsa sarebbe destinata alle urgenti
opere di messa in sicurezza e di restauro leggero di cui le strutture del Porto
Vecchio necessitano-:
se intenda fornire un piano dettagliato degli
interventi, le relative priorità e le specifiche per ogni singola opera;
se confermi l’intervento dei sottoservizi dell’area
in concessione novantennale alla Greensisam, per la cui vendita sarebbero in
corso delle trattative come confermato da notizie stampa;
se intenda chiarire le
modalità e le tempistiche necessarie al trasferimento dei finanziamenti, quale
ente risulterà assegnatario e quale fungerà da stazione appaltante;
attraverso quale
modalità intenda proporre il tema della destinazione complessiva dell’area del
Porto Vecchio quale “attrattore culturale transfrontaliero” e come si concili
con il mandato del Comune di Trieste assegnato all’advisor Ernst&Young.
On. Aris Prodani
On. Mara Mucci
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