sabato 10 agosto 2019

SOLO UNA POLEMICA ESTIVA QUELLA DI MARESCA ,COSTA E BECCE ?


Ricostruiamo e verifichiamo. La polemica estiva è stata innescata dalle dichiarazioni del presidente di Assiterminal Luca Becce su annunci e proiezioni relative allo scalo di Koper. A supporto di questi ragionamenti sono intervenuti l’ex presidente dell’AP di Venezia Paolo Costa e l’avvocato Maurizio Maresca. Il tutto confezionato dall’ottimo The Meditelegraph. (abbiamo scritto – Becce Koper Adriatico – in un motore di ricerca e sono usciti solo i due articoli già segnalati sul nostro blog).

Ci siamo posti alcune domande e raccolto un po’ di dati per dar modo ai nostri lettori di trovare risposte adeguate e di farsi un’opinione.




La tesi polemica parte dall’ampliamento del Molo I dello scalo sloveno che dovrebbe portare Koper a movimentare 1,5 milioni di teu e poi il raddoppio della linea ferroviaria Luka Koper – Divaccia.
Non ci sembra serio sommare i movimenti container di Trieste (725 mila), Venezia (632 mila) e Ravenna (216 mila) del 2018 e metterli a confronto con una ipotesi di sviluppo di Koper ancora da verificare e soprattutto costruire. (Al momento non c’è il raddoppio della linea ferroviaria in uscita dal porto di Koper e non c’è l’allungamento di 100 metri del Molo I). Troviamo inusuale confrontare numeri reali con ipotetiche proiezioni.

Se restiamo sul concreto il traffico complessivo dei due porti messo a confronto ci da il seguente grafico.




Possiamo poi passare al grafico relativo ai soli container dove scopriamo che l’enfasi dell’argomentare porta l’avv. Maresca ad esagerare un po’ troppo quando afferma che Luka Koper ha doppiato Trieste (?)



L’avv. Maresca è stato Presidente dell’Autorità Portuale Trieste dalla fine del 1999 all’inizio del 2003. Durante la sua presidenza gli olandesi di ECT hanno lasciato la gestione del Molo VII a Luka Koper che l’ha poi conclusa nel 2004 durante il commissariamento Mucci che aveva sostituito Maresca. Se andiamo a vedere il grafico dalla presidenza Maresca ai nostri giorni possiamo facilmente ricavare che durante la sua presidenza la movimentazione container si assestava per tutti gli anni vicino ai 200.000 teu. L’aumento della movimentazione container inizierà, dopo la prima breve presidenza di Marina Monassi, nel 2007 con Claudio Boniciolli.

In questa estate calda ci viene riproposta la polemica sul terminal off-shore firmato Paolo Costa. A furia di argomentare su ipotesi e proiezioni registriamo contraddizioni tra gli stessi autori della polemica. Per Paolo Costa l’intuizione della Nuova via della Seta era geniale ed invece il giudizio dell’avv. Maresca risulta diametralmente opposto.

Paolo Costa: Nel 2013 abbiamo avuto una grandissima occasione per un progetto da 6 milioni di teu, quando il presidente cinese Xi Jinping ha messo l’Alto Adriatico sulla mappa della Nuova via della seta. Invece l’Italia ha detto no al terminal offshore, che avrebbe appunto consentito il salto di scala.


Maurizio Maresca: l’Italia sta bloccando tutti gli investimenti di corridoio (Trieste Lubiana, Tav, gronda e Terzo valico) e sta avviando improbabili relazioni di nessuna prospettiva con la Cina totalmente fuori di una pianificazione europea.

Le grandi opere appunto. 

Non è detto che tutte le grandi opere debbano finire come il MOSE di Venezia ma visto che i governi sembrano cadere (in queste ore) proprio sulla TAV Torino Lione sarebbe bene spendere alcune parole in favore di Trieste che ha raggiunto e superato i diecimila treni senza alcun bisogno (finora) di grandi opere. Le merci e i container ad alta velocità sono costosi anche in manutenzione e non comportano vantaggi o risparmi.

Sono certamente necessari degli interventi e l’accordo tra Rete Ferroviaria italiana e AdSP – MAO sta li a dimostrarlo. 

Quello che assieme ai nostri lettori ci chiediamo riguarda invece il progetto dei 6 chilometri ferroviari che potrebbero collegare i due porti con costi irrisori rispetto ad una grande opera. L’ultimo incidente sulla linea Luka Koper – Divaccia ha dimostrato la vulnerabilità dei collegamenti ferroviari a termine. Trieste sta provvedendo con il ripristino della vecchia linea fino all’interporto di Fernetti ma è la linea gemella della Luka Koper – Divaccia con tutti i difetti e le limitazioni dovute all’eccessiva pendenza.

Perché il presidente Becce cita con enfasi i cento metri dell’allungamento del Molo I a Koper come sfida ai porti italiani nel loro insieme e non cita la Piattaforma Logistica Trieste che a differenza del Molo I sarà consegnata entro il 2019? 
Anche la Piattaforma Logistica Trieste finirà per fare concorrenza ai porti italiani? 
Ricordiamo al presidente Becce che anche il Molo VII di Trieste sta per iniziare analogo allungamento di 100 metri.

Ma vediamo allora alcuni dati reali: il Molo I di Koper, l’attuale terminal contenitori, ha una banchina di 596 metri ed un’area complessiva di 270.000 mq; l’allungamento in corso d’opera amplierà la banchina a 695 metri e consentirà di guadagnare alle spalle nuove aree per c.a. 25.000 mq.; per puro riferimento ai profani ricordiamo che  il Molo VII di Trieste allo stato ha una banchina operativa di 750 metri ed aree per circa 400.000 mq.; un tanto per valutare con dati di fatto.

Forse ci siamo lasciati prendere la mano (o la tastiera) da questa polemica estiva sponsorizzata Meditelegraph ma in queste calde giornate ogni tanto un temporale rinfresca l’aria.


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1 commento:

  1. L'affermazione di Maresca per cui l'Italia blocca il progetto di collegamento ferroviario diretto Trieste-Koper (Aquilinia-Ancarano) è palesemente falsa. Il progetto è stato inserito nell'Adria-A su richiesta della Regione FVG, ed è la Slovenia che non vuole questo collegamento, basta seguire la stampa slovena.

    Andrea Wehrenfennig

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