Il sito genovese pubblica questo intervento di Maurizio Maresca che segue on-line l'intervento dell'avvocato al convegno udinese organizzato dalla CGIL FVG e di cui potete vedere il video cliccando qui.
THE
MEDITELEGRAPH
MEDITELEGRAPH
Il caso Koper e il difficile rapporto
dell’Italia con la portualità comunitaria
La tesi
della Commissione europea, in breve, è che solo insieme Trieste e Koper, che
sono un unico porto, costituiscono una soluzione trasportistica reale.
Il presidente Becce auspica un più
forte coordinamento europeo della portualità per evitare il ruolo ormai egemone
nel traffico contenitori di corridoio che va acquistando Luka Koper. E’ molto
interessante.
Forse è utile considerare due
elementi.
Il primo. Non c’è dubbio che agli inizi degli anni 2000, su forte
spinta di Milan Kucan e Carlo Azeglio Ciampi, due grandi personalità della
storia europea, la stategia di Slovenia e Italia era nel senso di creare un
unico porto europeo fortemente coordinato nel settore dei contenitori (allora
Trieste faceva due volte il traffico di Koper). Una strategia molto concreta
corredata da uno stanziamento italiano di 300 miliardi (poi revocato) per
realizzare la tratta ferroviaria di corridoio V fra il confine di stato
(Divaca) e Lubiana. I Ministri italiani (Burlando,Treu e Bersani) e sloveni
(Pauliha, Drnovšek) ed i commissari europei (Kinnnok, Barrot e De Palacio)
crearono un rapporto personale intenso e forte. Per creare un grande impianto
portuale alla confluenza dei Corridoio mediterraneo e Baltico Adriatico con una
forte area industriale retroportuale allora sintetizzata da Andrea Pittini.
Ma dal 2005, prima i governi di
centrodestra, poi tutti i governi di centrosinistra hanno sposato una linea
opposta: di fatto chiudendo alla collaborazione e addirittura operando in tutti
i modi per impedire alla Slovenia di realizzare la Koper Divaca e la Divaca
Trieste. Mentre frattanto Luka Koper ha doppiato Trieste , è di questi giorni
il bando di gara della Koper Divaca ed a breve si avvierà il molo III con che
Koper avrà una capacità molto ma molto maggiore di quella temuta da Becce.
Tanto più che la vicepresidente Bratusek non ha esitato a confermare alcuni
giorni fa che, mentre i cinesi non saranno coinvolti nelle infrastrutture di
nuova costruzione (che si realizzeranno nel rispetto del diritto Ue), Cosco
opererà come “stable partner” di Koper. Il che non significa che ad una mia
sollecitazione precisa la Commissaria europea Bulc non confermi la necessità di
cooperazione fra Trieste e Koper per dare luogo ad un grande porto.
Una sollecitazione che lo stesso
coordinatore del corridoio mediterraneo Brinkhost ha espresso al ministro
Delrio in occasione di una visita a Roma nel 2017.
La tesi della Commissione europea,
in breve, è che solo insieme Trieste e Koper, che sono un unico porto,
costituiscono una soluzione trasportistica reale.
Becce invoca un coordinamento. E’
quello che sta avvenendo con la regia di dg Move ed il pieno supporto di
Francia, Svizzera , Germania, Austria e Slovenia . Questi paesi stanno
immaginando una politica dei trasporti molto più integrata ed accentrata che
governi progettazione, costruzione e gestione della infrastrutture essenziali.
Una strategia che comporterebbe anche centralizzare la politica industriale
presso la Commissione europea alla quale dovrebbe essere delegato il controllo
degli investimenti stranieri e il riequilibrio modale.
Il segno che viene dall’Italia non
è confortante . Mentre la Slovenia ha un approccio molto europeo, l’Italia sta
bloccando tutti gli investimenti di corridoio (Trieste Lubiana, Tav, gronda e
Terzo valico ) e sta avviando improbabili relazioni di nessuna prospettiva con
la Cina totalmente fuori di una pianificazione europea. Inoltre il nostro paese
è enormemente in ritardo rispetto ad Austria e Svizzera dove il ferro incide
per il 70 % sul traffico di corridoio (in Italia meno del 5).
Credo che una politica di
coordinamento europeo, impostata su governance delle infrastrutture , modal
shifting e controllo degli investimenti stranieri, andrà avanti anche con il
contributo del mondo industriale e scientifico italiano: non ho nessuna idea
del ruolo che svolgerà il nostro paese.
*Maurizio
Maresca, avvocato e docente universitario a Udine
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