NUOVO COMUNICATO
NEL
PORTO DI GENOVA SI TRAFFICANO ARMI, MA L’AUTORITÀ PORTUALE SUCCUBE DEGLI
INTERESSI DEI PADRONI DELLA MERCE FINGE DI NON ACCORGERSENE E FIRMA UN ACCORDO
BASATO SULLA FALSITÀ.
Al
Presidente dell’Autorità di Sistema portuale (AdSP) Genova e Savona Signorini e
al Segretario generale Sanguineri
Il 20 maggio abbiamo scioperato per non
imbarcare armi destinate all’Arabia Saudita che le usa oltre i suoi confini per
fomentare la guerra civile in Yemen, fonte di stragi civili e di catastrofi
umanitarie di cui riceviamo testimonianze quotidiane dai media e dai profughi
che giungono sulle nostre coste spinti dalla disperazione.
Quel giorno voi
avete affermato che non c’era certezza delle nostre ragioni perché non era
sicuro che si trattasse di armi. Per questo avevate disposto il ricovero in
magazzino del carico e vi eravate impegnati a accertare la esatta natura della
merce trasportata.
Dopo due settimane avete accettato la versione dell’azienda
esportatrice, la Teknel di Roma, senza fare alcun controllo nemmeno sul lato
amministrativo, come controllare i documenti doganali di esportazione.
Con ciò
avete garantito nero su bianco con la vostra firma che si trattava di materiale
civile e non di armi, sottoscrivendo un accordo basato sulla falsità e quindi nullo.
Se il 20 maggio potevate giustificarvi con l’impreparazione, dopo 2 settimane
non avete giustificazioni di sorta se non la vostra sottomissione agli
interessi dei mercanti di morte. Ci sono voluti i lavoratori per scoprire e
dimostrare che si tratta ufficialmente di materiale militare, quindi di
armamenti. L’azienda Teknel lo ha dovuto ammettere anche sulla stampa. E
tuttavia continuate vergognosamente a tacere, costringendo nuovamente i
lavoratori a mobilitarsi autonomamente per mostrare all’opinione pubblica la
verità.
Denunciamo la Presidenza e la Segreteria generale dell’AdSP che non
hanno fatto i controlli di cui sono responsabili e si sono perciò fatti
complici della falsità dichiarata dall’azienda di armi Teknel ingannando anche
la pubblica opinione.
Le armi devono essere rispedite immediatamente al
mittente.
I lavoratori portuali vogliono tornare a lavorare in sicurezza e per
commerci di pace e di prosperità. 16 giugno 2019
C.A.L.P. Collettivo Autonomo
Lavoratori Portuali di Genova
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