martedì 11 giugno 2019

MADE IN ITALY E CASO SERTUBI COMMENTO PRESIDENTE ASSOCIAZIONE SPEDIZIONIERI

Diamo il giusto risalto al commento sul caso Sertubi postato su Facebbok di Faqtrieste dal presidente della Associazione Spedizionieri Trieste Stefano Visintin :


Stefano Visintin L'argomento è di fondamentale interesse per il porto internazionale di Trieste ed apre, oltre agli interrogativi ben posti nell'articolo, altre importanti domande che dalla tecnica doganale si spostano al dibattito politico. 

1) nell'Unione Europea i dazi vengono fissati a livello comunitario, non a quello nazionale. L'interesse che viene tutelato con l'introduzione di un dazio non è quello dell'industria nazionale, ma quello dell'industria europea. Chi sostiene "Italia first" o deve far uscire l'Italia dall'Unione Europea, oppure deve paradossalmente utilizzare il porto franco internazionale di Trieste nell'interesse nazionale. 



2) nel caso della Sertubi, riproducibile in molti altri casi, il valore del porto franco internazionale è dato dalla sua appartenenza territoriale all'Unione Europea, pur essendo doganalmente esterno all'unione. I tubi devono essere di origine europea per poter essere forniti nell'ambito di un contratto che prevede tale origine. 

3) se si ammette che il territorio libero di Trieste ha ancora una sua sovranità, esso dovrebbe essere riconosciuto dall'Unione Europea, della quale dovrebbe far parte per poter valorizzare il suo porto franco internazionale. D'altronde anche la Cina e più in generale i paesi dell'estremo oriente manifestano interesse nel porto di Trieste in tanto in quanto facente parte politicamente dell'Unione Europea e quindi costituendo lo scalo mediterraneo privilegiato per raggiungere i Paesi dell'Unione del centro e dell'est. Questi ed altri molti spunti meriterebbero un dibattito franco ed internazionale, come il porto di Trieste.

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