Ci sono posizioni diverse e ci sono due scuole di pensiero totalmente contrapposte.
Da una parte i portuali e i pacifisti che non vogliono essere complici del mercato delle armi e delle forniture di guerra. I portuali disponibili a scioperare e perdere la giornata.
Contrapposti coloro che sostengono il lavoro ad ogni costo. Per coloro la merce è merce sia che si tratti di armamenti militari che di medicinali. I posti di lavoro valgono uguale sia che si producano lavatrici o mitragliatrici e mine.
Sul lavoro ad ogni costo scriveremo ancora, oggi completiamo l'informazione da Genova con pareri diversi.
Navi delle armi, la Teknel scrive al premier
Conte: “I
sauditi potrebbero danneggiare
export Italia”
Genova.
Teknel, l’azienda romana che ha prodotto e venduto all’Arabia Saudita i
generatori fermi in porto a Genova e al centro di una polemica con i portuali
che li ritengono materiale bellico, ha scritto al premier Giuseppe Conte per
chiedere un intervento del governo che chiarisca la vicenda.
La
lettera porta la firma del direttore generale di Teknel Raffaele Greco. “Porto
alla Sua attenzione il problema relativo al blocco all’esportazione in Arabia Saudita
dei Power Generator progettati, prodotti e qualificati da Teknel, realtà
industriale che negli ultimi mesi è oggetto di una campagna stampa “scandalosa”
che influenza negativamente gli addetti al carico del Porto di Genova e che
determina l’impossibilità di esportare le nostre forniture attualmente ancora
stoccate al CSM (Centro Smistamento Merci) da oltre un mese. Come abbiamo già
avuto modo di precisare alla stampa ed a tutte le autorità coinvolte in questa
questione i generatori Teknel, in questa configurazione, non sono prodotti
militari e non sono destinati ad alcun esercito bensì alla Saudi Arabian
National Guard (Ministero della Guardia nazionale e non Ministero della Difesa)
che tra l’altro svolge compiti di Protezione Civile. I sistemi sono stati
progettati, prodotti e qualificati per essere utilizzati in ambito “Disaster
Recovery” e la loro esportazione è regolarmente autorizzata dal Ministero degli
Affari Esteri e della Difesa”.
Greco
sottolinea che “l’utilizzo di notizie false e strumentalizzate” danneggiano
Teknel, i suoi lavoratori “e l’immagine dell’Italia verso l’Arabia Saudita. Il
rischio è che potrebbero essere i Sauditi a danneggiare le esportazioni
italiane per le mancate consegne derivanti dal blocco alle esportazioni deciso unilateralmente
ed illegalmente dai portuali genovesi. Sono certo che raggiunto il punto di non
ritorno le associazioni sindacali e l’ Autorità Portuale genovese capiranno
l’errore senza risarcire l’immenso danno provocato alla competitività, alle
industrie ed ai lavoratori italiani”.
Nave contestata a Genova. Toti: «Colpa
delle ideologie pauperiste» Genova - «Scioperi, presidi, blocchi per una nave
che non carica armi e non scarica armi a Genova. Avrebbe caricato semmai
prodotti a cui hanno lavorato tecnici e operai italiani: un generatore».
Genova
- «Scioperi, presidi, blocchi per una nave che non carica armi e non scarica
armi a Genova. Avrebbe caricato semmai prodotti a cui hanno lavorato tecnici e
operai italiani: un generatore. Potrebbe essere usato per scopi bellici? Anche
una presa doppia può servire per il ferro da stiro o in una caserma. È forse un
oggetto bellico una presa doppia?». Così il presidente della Regione Liguria
Giovanni Toti interviene sulle proteste scatenate dall’approdo nel porto di
Genova del cargo carico di armi Bahri Yanbu. «Chissà, magari le vicine elezioni
fanno pensare a certa sinistra di rianimare così il proprio consenso, -
commenta Toti - ma la realtà è che tutto questo danneggia la competitività del
nostro scalo, non aiuta il lavoro italiano, non aiuta la nostra crescita.
Avviso ai naviganti: nessuno riporterà Genova al passato delle ideologie
pauperiste di certa sinistra, certi sindacati, certi collettivi. Pensiamo tutti
insieme al progresso e al lavoro che ancora manca. Basta strumentalizzazioni e
tafazzismi!».
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