Trieste, 31 maggio 2019
RISCHI AMBIENTALI E SOCIETA', UNA RELAZIONE IMPORTANTE.
IL MARE ALLA BASE DEGLI STUDI SUL RISCALDAMENTO GLOBALE
Si è tenuta ieri a Trieste la periodica conviviale del Propeller Club che ha ospitato l'incontro
dal titolo “Cambiamenti climatici a livello globale e sul territorio, conseguenze e strategie
d’intervento”.
Tra i relatori, Maria Cristina Pedicchio, presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e
Geofisica Sperimentale (OGS) ha da subito attirato l'attenzione sulla relazione tra rischi
ambientali e rischi sociali e sulla necessità di comportamenti con i quali ognuno di noi può
dare il proprio contributo per il miglioramento della situazione.
Nell'introdurre la parte
generale della discussione, la professoressa Pedicchio ha evidenziato anche l'importanza
del mare nei processi di riscaldamento globale e come focus essenziale per le ricerche.
Da parte sua, Fabio Scoccimarro, assessore regionale all'Ambiente del Friuli Venezia Giulia,
ha presentato uno studio dell'Agenzia ambientale della Regione in merito alla situazione
locale, ricordando che i cambiamenti climatici non hanno confini e che sono necessari
accordi politici per interventi efficaci.
Le ultime due relazioni sono state svolte da Florance Colleoni, ricercatrice dell'OGS, e
Paola Del Negro, direttore generale dello stesso OGS.
«Il cambiamento del livello del mare sarà alla base di tutto e l'aumento non è omogeneo
ma cambia soprattutto ai Poli» ha spiegato Colleoni, illustrando diversi scenari più o meno
drammatici, ma comunque destinati ad apportare modifiche al nostro modo di vivere le
città costiere.
Paola Del negro ha invece centrato la propria relazione su una porzione di territorio
limitata, ma enormemente importante per la circolazione delle acque nell'intero
Mediterraneo.
Si tratta del Golfo di Trieste e della parte più settentrionale del Mare
Adriatico. Grazie a dati storici importanti, Trieste e il suo territorio riescono a fornire
un'ottima base di partenza per lo studio su alghe, microorganismi, variazioni di
temperatura ed altri fattori che stanno alla base della comprensione dei cambiamenti
climatici in atto e soprattutto delle loro conseguenze nel tempo.
«La scienza, la conoscenza, la formazione e la condivisione degli obiettivi da raggiungere –
ha concluso Fabrizio Zerbini, presidente del Propeller di Trieste - ma soprattutto la volontà
di ogni cittadino del mondo possono e devono essere la vera chiave di volta per nuovi stili
di vita e comportamenti, verso una maggiore attenzione per la salvaguardia dell’ambiente
e dei mari in particolare».
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