martedì 2 aprile 2019

I CONVEGNI NON SI ESAURISCONO CON LE CONCLUSIONI

Un convegno riuscito è quello che genera dibattito e provoca azioni dopo la sua formale chiusura. Un convegno non riuscito si chiude su se stesso. Un convegno riuscito è una pedana da cui riprendere slancio.


Impatto dei Piani Organico Porto sul lavoro portuale in Italia.

Disponibili gli atti del seminario
29 Marzo 2019

(FERPRESS) - Roma, 29 MAR - Lo scorso 26 marzo si è tenuto a Roma un incontro seminariale organizzato dalla Fondazione Scuola Italiana Logistico Portuale (SILP) dal titolo l’Impatto dei Piani Organico Porto sul lavoro portuale in Italia. 


Il Piano Organico porto, previsto dal cosiddetto “correttivo porti” (DL n. 232 del 2017). E’ “un documento strategico – che le 15 AdSP erano chiamate a redigere nel corso dell’anno passato - orientato alla ricognizione e all’analisi dei fabbisogni lavorativi in porto”, necessario per destinare le risorse economiche (non marginali) messe a disposizione dalla legge, per garantire l’allineamento degli organici del Porto alle nuove esigenze del mercato (formazione, aggiornamento professionale e ricollocamento). 

L’incontro si proponeva di avviare, al termine di questo primo esercizio, una riflessione trasversale sugli elaborati prodotti, proprio perché era apparso subito chiaro che il proposito del decreto doveva essere completato da un confronto metodologico ed operativo tra le AdSP al fine di identificare strumenti di lavoro e approcci condivisi che, ferme restando le specificità di ciascun porto, potessero alla fine consentire di comporre un quadro complessivo degli organici porto del Paese. 

Purtroppo un primo risultato dell’incontro è stato che i 15 Piani organico porto possono essere considerati come 15 romanzi diversi e non come 15 capitoli di un unico romanzo. Manca una trama comune, una condivisione dei profili professionali presenti in porto, un elenco di contenuti e di linee guida per l’impostazione del quadro dei lavoratori, dei fabbisogni formativi e dei conseguenti piani formativi. 

Le 4 Autorità che hanno illustrato i propri percorsi di definizione del Piano (Mario Sommariva, Trieste; Sergio Prete, Taranto; Paolo Ferrandino, Ravenna; Alessandro Franchi, Cagliari) hanno di fatto descritto 4 percorsi autonomi ed originali, tutti portatori di spunti interessanti e, senza ombra di dubbio pertinenti rispetto alle esigenze del Porto. 

Tuttavia ciò che manca sono proprio i tratti comuni, ovvero gli elementi che aiutino a comporre un quadro esaustivo del lavoro portuale in Italia, nonché i fenomeni ed i processi che possano orientare politiche attive del lavoro di settore di livello nazionale. I contributi degli esperti internazionali (Guy Vankrunkelsven, Associazione Terminalisti Porto di Anversa) e di esponenti del mondo imprenditoriale (Luigi Robba, Assiterminal), di Assoporti (Franco Mariani), del mondo sindacale (Natale Colombo e Maurizio Colombari Filt CGIL) e degli art. 17 (; Roberto Rubboli, Ancip, Luigi Cianci, CULMV e Alessandro De Meo Cooperativa Neptunia) hanno confermato la necessità di armonizzare gli interventi sul lavoro portuale, ribadendo inoltre l’esigenza di incrementare gli sforzi sul versante della formazione, andando oltre la logica dell’affiancamento tipica dei lavori scarsamente qualificati, verso una formazione più strutturata e specializzata tipica dei lavori più qualificati. 

In conclusione dell’incontro i partecipanti proprio per recuperare la dimensione di sistema nazionale dei Piani organico porto hanno condiviso di sollecitare il Ministero delle Infrastrutture e trasporti ed in particolare il Vice Ministro Rixi circa la necessità di inserire il tema del lavoro portuale tra gli argomenti in agenda della prossima conferenza nazionale sui porti. Gli atti dell’incontro sono disponibili nel sito della Fondazione SILP

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