giovedì 10 gennaio 2019

UNA FOTOGRAFIA DI INIZIO ANNO DEI PORTI E DEL LAVORO PORTUALE

Abbiamo fatto una parziale rassegna stampa ed abbiamo scattato questa istantanea dei porti italiani con particolare attenzione alle tematiche del lavoro portuale e vi abbiamo segnalato gli articoli originali.



Il mirino al momento è su Napoli, ma la rivolta rischia di dilagare nella maggior parte degli scali italiani. I modelli del lavoro portuale sono in crisi: i bilanci non quadrano e le soluzioni adottate in passato non funzionano. 

Quelle pensate per il futuro hanno addirittura aperto un conflitto che potrebbe esplodere in tutte le banchine, mettendo a rischio la pace sociale. 

Ed è quello che potrebbe accadere, a breve, nel porto partenopeo. Il presidente dell’Authority Pietro Spirito ha deciso di tirare dritto. Nel piano operativo che ha ricevuto l’ok dal Comitato di gestione prima di Natale, è passata la linea dura: i camalli napoletani hanno tempo sino ad aprile per mettere a posto i conti e trovare un accordo con i terminalisti. Servirebbe però un miracolo di San Gennaro e per questo l’Authority ha deciso di mettere in conto la nascita dell’agenzia del lavoro portuale.


I focolai di rivolta


Negli altri scali, a cominciare da Genova, i problemi sono ugualmente gravi. «Il rischio di conflitto sociale esiste» ammette Torzetti. Gli oltre mille camalli dello scalo genovese lottano per gli stipendi di dicembre, perchè in cassa c’è rimasto poco. 

A Cagliari per ora una parte dei vecchi camalli sardi è finita in un’agenzia che tenterà di salvare i posti di lavoro, mentre il traffico precipita. 

A Gioia Tauro il giudice ha ordinato al terminal la riassunzione di alcuni portuali che erano già inseriti nell’agenzia. 

A Taranto sono più di 500 quelli “parcheggiati” in attesa che il terminal resusciti. 

A Bari rischiano in 30: colpa dell’autoproduzione che taglia fuori i portuali pugliesi a cui basterebbero 120 mila euro per salvarsi. 

E poi c’è il contratto di lavoro nazionale dei portuali che non è stato chiuso e che potrebbe gettare ulteriore benzina sul fuoco.





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