L'EQUILIBRIO
DI CONFUCIO
FRA TRIESTE E LA CINA
EDITORIALE di Roberto Morelli 30 dic 2018
Sarà
il 2019 l'anno della Cina a Trieste? È possibile. Ce ne accorgeremo veramente
solo quando accadrà, come spesso ci capita, anche se il dibattito apertosi sui
social e sui mezzi di comunicazione lascia intravedere un'attenzione montante.
E prima ancora che accada, starà alla città creare le condizioni affinché si
realizzino le enormi opportunità che la presenza di Pechino nel porto potrà
comportare, neutralizzando i rischi altrettanto grandi. Equilibrio: sarà questa
la parola d'ordine per gestire la partita. Sarebbe piaciuta a Confucio, del cui
pensiero il Giusto Mezzo è uno dei quattro libri fondamentali, e sarà ben
compresa dai futuri partner.Il fatto è noto e già descritto su queste colonne.
China Merchant Group, terminalista tra i più grandi al mondo che gestisce 53
scali internazionali ed è riconducibile al governo cinese, si appresta ad
acquisire la maggioranza della società di gestione della Piattaforma logistica,
il grande piazzale portuale quasi ultimato presso lo Scalo Legnami.
Potrebbe
seguirne un boccone ancora più grosso: l'acquisizione e lo smantellamento della
Ferriera, qualora l'imprenditore Arvedi, snervato dal pressing imposto dalle
autorità locali, decida di vendere e sbaraccare l'impianto, la cui area
verrebbe così integrata al porto. La prima parte di questo scenario è già
concreta, la seconda è una mera ipotesi. Che ciò possa condurre a uno sviluppo
sostenuto del porto e a un rilancio dell'economia in proporzioni oggi non
immaginabili, è fuor di dubbio. Trieste sarebbe un tassello fondamentale
dell'espansione geo-economica cinese insita nel progetto Via della Seta, la
grande rete euro-asiatica d'infrastruttura e trasporto su cui Pechino sta
investendo risorse il cui numero di zeri basta a far girare il capo. La
gestione della Piattaforma logistica a Trieste farebbe di Cmg il soggetto
centrale del porto. Che in un secondo momento essa acquisisca o meno gli altri
terminali (cosa di per sé plausibile), l'attività dello scalo comunque
decollerebbe, con incremento di occupazione, presenza di nuove aziende,
attrazione di competenze e mano d'opera qualificata: l'inversione del calo
demografico, un ciclo di sviluppo sconosciuto da un secolo. Per converso, non
sarebbe indolore. Avremmo una città parzialmente "cinesizzata", con
una forte presenza di manager e maestranze asiatiche e una chiara impronta
sociale, economica e culturale sulla città. Dovremmo imparare a convivere con
le lanterne rosse e una composizione demografica ben diversa da quella attuale.
Una Trieste molto diversa nel tempo. Di qui la parola d'ordine che ha aperto
queste righe: equilibrio. Sarà fondamentale che la città mantenga la saldezza
culturale per preservare la propria identità e qualità della vita, altrimenti
ne uscirebbe travolta e immiserita. Tre esigenze su tutte: il controllo della
partita negoziale saldamente in mano all'Autorità portuale; il requisito che la
futura manodopera sia prevalentemente locale; la nostra capacità di ottenere il
finanziamento "cinese" ad altre opere pubbliche, tutte finalizzate
alla qualità della vita e dell'ambiente urbano, quale contropartita. Per quanto
possibile, dovremo gestire il processo anziché subirlo. Sarebbe invece
scellerato che Trieste si metta di traverso - ammesso che ne sia capace - a una
svolta potenzialmente epocale: in grado, se anche la Ferriera entrasse
nell'affare, di risolvere un problema altrimenti irrisolvibile, ché nessuno in
Italia avrebbe le risorse per smantellare e bonificare il sito. Abbiamo perso
troppi treni e troppe occasioni negli ultimi decenni. Ora se ne presenterà una
insperata, giunta in dono dalla nostra posizione baricentrica, a dirci che la
storia offre sempre un'altra possibilità. Il momento migliore per piantare un
albero è vent'anni fa. Il secondo momento migliore è adesso. Anche questo lo
scrisse Confucio.
FAQ TRIESTE UNA DOMANDA : Ma i cinesi quanto sono presenti nella logistica europea già oggi ? Un consiglio. Continui a leggere FAQTRIESTE, ne pubblicheremo delle belle.
dipenderà molto da chi gestirà l'autorità portuale nei prossimi anni. la riconferma dell'attuale dirigenza potrà dare una continuità di sviluppo sperando in un appoggio della regione e della città
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