La Via della Seta? Il vuoto oltre le parole
di Maurizio
Maresca - Avvocato marittimista
Le numerose voci che si susseguono
sulla Belt and Road dimostrano certamente l'anelito a un cambiamento della
politica dei trasporti nazionali ma temo nascondano un assoluto immobilismo. Occorre
forse distinguere tra diverse tipologie di interventi cinesi in Italia.
Sono
certamente possibili ( e benvenute ) operazioni finanziarie o immobiliari di
lungo periodo.
Se un’impresa cinese intende entrare nel mercato italiano delle
costruzioni lo fa con l'obiettivo di percepire un utile come semplice
appaltatore e non perché abbia un particolare disegno strategico.
E ovviamente,
per vincere l'appalto, deve partecipare a una procedura totalmente regolata dal
diritto europeo. Lo stesso ragionamento vale quando un operatore cinese
acquista un'area retroportuale di per sé non significativa nello scenario dei
traffici o quando acquisisce il controllo di un terminal contenitori con una
capacità lontanissima dai minimi standard europei. Operazioni di questo genere,
consuete, si pongono fuori dalla logica della BRI, che è un progetto governato
dal Governo centrale cinese e da questo amministrato su base bilaterale con i singoli Paesi. Possono invece essere
qualificate come strategiche quelle operazioni davvero soggette al decreto legge
n. 21 del 2012 e al quadro normativa che proprio di questi giorni si va
delineando in ambito europeo (che prevede la competenza comunitaria nel caso di
operazioni che come nel caso delle reti di cui all'art. 170 del Trattato di
funzionamento dell'Unione europea). Un’operazione di infrastrutturazione e
gestione congiunta di un corridoio europeo o di un pezzo dello stesso
presenterebbe ad esempio importanti prospettive di crescita ma altrettanti
rischi. Avrebbe una chiara valenza strategica anche l’acquisizione da parte
della Cina del controllo del Molo VII a Trieste se allo stesso venisse
associata la concessione per la realizzazione del Molo VIII (operazione
peraltro improbabile posto che oggi il controllo del molo VII è ritenuto
fondamentale da MSC, il principale concorrente di Cosco e China). Nondimeno
strategica sarebbe l'intesa fra Cina e Slovenia sul controllo congiunto di Luka
Koper. Lo stesso potrebbe sostenersi, oltre che per l'avvenuto ingresso nel terminal
di Vado Ligure, per un’operazione di razionalizzazione di Sampierdarena
condivisa tra operatori locali e cinesi, con un ruolo forte dell’alleanza
Mercitalia/SBB ( magari corredata di un impegno a completare la diga di Genova
e il retroporto). Parliamoci però chiaro: nessuna di queste operazioni appare
davvero alle porte. Anzi, con l'esclusione di quella di Koper, non si ha la
sensazione che esista davvero un progetto strategico volto a rafforzare i
collegamenti Nord – Sud nella nostra penisola.
Maurizio Maresca è stato presidente dell'Autorità Portuale di Trieste dalla fine del 1998 all'inizio del 2003 ed ha legato il suo nome pincipalmente al progetto del Superporto Monfalcone Trieste firmato UNICREDIT.
Salve
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