mercoledì 19 settembre 2018

RASSEGNA STAMPA PER I LETTORI NON TRIESTINI ...

... E PER I TRIESTINI DISATTENTI

FAQTRIESTE fa volentieri lo strillone per far circolare le notizie. Grazie al lavoro e all'impostazione del presidente D'Agostino del porto di Trieste si parla in Cina e in Nord Europa nei convegni e nei  centri decisionali dello shipping. Noi proviamo a far conoscere alcune notizie e ragionamenti negli spazi intermedi dell'informazione, in modo più semplice e chiaro possibile. Oggi pensiamo di far cosa utile facendo gli strilloni per Il Piccolo tra i nostri lettori dei porti italiani e dello shipping.


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IL PICCOLO 12 settembre 2018

 Marco Ballico /  UDINE Una settimana in Cina per attrarre nuovi investitori, tra porto, turismo ed export. La Regione Friuli Venezia Giulia prepara una missione sulla Nuova Via della Seta nove mesi dopo quella di Debora Serracchiani tra Pechino e la capitale finanziaria ed economica Shanghai. Dal 18 al 24 settembre una delegazione regionale sarà invece a Chengdu, capoluogo della provincia di Sichuan, in occasione dell'esposizione multisettoriale Western China International Fair. Con l'obiettivo di «continuare ad instaurare rapporti costruttivi con i massimi livelli governativi di quel territorio», ha spiegato ieri a Udine in conferenza stampa l'assessore alle Attività produttive Sergio Bini, viaggeranno con la Regione anche l'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico orientale, il cluster Arredo e sistema Casa e l'Agenzia investimenti Fvg rappresentati dal presidente Zeno D'Agostino, dal direttore Carlo Piemonte e dal coordinatore Rodolfo Martina.Giorni fa il ministro dell'Economia Giovanni Tria, in visita a Shanghai, ha rassicurato gli investitori e parlato dei porti del Nord come «sbocco naturale della nuova Via marittima della Seta». Su questa scia si inserisce la missione regionale che punta a promuovere il Fvg e dunque a incentivare il turismo incoming dalla Cina e calamitare capitali e investimenti (nel 2017 l'export Fvg per la Cina è passato da oltre 262 milioni dell'anno precedente - fa notare la Regone - a circa 282, e l'import da 514 a 535). Il tutto in una posizione di forza: il Fvg stavolta è stato chiamato a partecipare, non ha dovuto mettersi in fila. «Il fatto che, volo a parte, non paghiamo un centesimo - rileva Bini - basta a far capire quanto tengano ad averci». Di qui la sottolineatura sull'«opportunità» di un viaggio «che conferma anche la volontà della Regione di fare concrete azioni di sistema a supporto delle attività produttive - così l'assessore -. Andiamo tra l'altro in un'area strategica: il Sichuan sta diventando determinante nel mercato cinese sia per la propensione agli investimenti con la previsione di diventare un'area industriale da un trilione di yuan, sia per il ruolo logistico che ha come punto di arrivo dei treni Europa-Cina nella nuova Via della Seta».Un treno «da prendere in corsa», insistono Bini e Piemonte mentre D'Agostino "corregge": «Meglio che il treno faccia una fermata da queste parti. Ci aspetta una missione importante nel segno della collaborazione tra Regione e Autorità. Proporsi come sistema logistico integrato a Chengdu è particolarmente significativo visto che il capoluogo della provincia di Sichuan è una piattaforma ferroviaria della terrestre Via della Seta, lo snodo più importante per i traffici verso l'Europa». Non mancheranno gli incontri istituzionali. Tramite il consolato ne sono stati pianificati col vicegovernatore del Sichuan Yang Xingping e con vertici del sistema turistico e della promozione investimenti. Al Fvg sarà riservata anche una vetrina in tutti i principali momenti della presenza governativa, con il vicepremier Luigi Di Maio capodelegazione nazionale.


Emergono da più voci anche gli allarmi sul pericolo di "colonizzazione"
Per Zeno D'Agostino lo scenario però non riguarda l'Italia

Opportunità e rischi in gioco «Ma partiamo in posizione forte»
C'è chi corre dei rischi e chi invece ha davanti un'opportunità davanti gigantesca dal punto di vista economico. Zeno D'Agostino non ha dubbi nell'iscrivere Trieste e il Fvg nel secondo gruppo. E parla con totale entusiasmo della missione a Chengdu, «occasione anche per iniziare a ragionare concretamente sull'ipotesi di treni Cina-Trieste».Nessuna preoccupazione, dunque, rispetto ai dubbi di qualcuno e in un'epoca di grandi novità come quella annunciata dal colosso danese Maersk Line, la più grande compagnia mondiale di trasporto marittimo che lancerà la sua prima portacontainer su una rotta artica nel nord della Russia, sperimentando un'alternativa pubblicizzata come potenziale rivale a lungo termine del canale di Suez per il commercio Asia-Europa, causa scioglimento dei ghiacciai artici.Il presidente dell'Authority dell'Alto Adriatico ha letto di recente le perplessità del presidente di Federlogistica-Conftrasporto Luigi Merlo che, lanciando l'allarme «colonialismo», ha parlato della Via della Seta anche come di «un pericolo» («Quando la Cina possiederà una rete infrastrutturale mondiale potrà stabilire tariffe e condizioni di tutti i segmenti della logistica...», ha scritto Merlo su Themeditelegraph.com). E pure quelle del collega di Venezia Pino Musolino, che ha invece raccomandato la «reciprocità» degli accordi con la Cina.Il commento è col sorriso. «Do pienamente ragione a entrambi: nessuno vuole la colonizzazione dei cinesi», premette D'Agostino. Ma, aggiunge, «di un simile fenomeno si parla per Pireo, Gibuti, Sri Lanka, vale a dire Paesi in default che hanno svenduto i loro gioielli di famiglia. È stata la loro debolezza ad attirare l'investitore cinese, mentre nel nostro caso è successo esattamente il contrario». D'Agostino sottolinea infatti che a interessare i cinesi è «la forza del territorio, la sua capacità di creare un sistema integrato, coeso, forte, che rappresenta una piattaforma logistica per l'Europa centrale. Le forme di interlocuzione che noi abbiamo con l'Oriente sono ben diverse da quelle che possono avere realtà in declino».I punti di forza, insiste D'Agostino, sono «organizzazione, messa a punto di tutti gli anelli della catena logistica in un'unica Autorità di sistema e garanzia del lavoro portuale: chi viene a investire a Trieste queste cose le conosce benissimo. Se i cinesi sanno fare i loro affari, e certo nessuno gli può dire alcunché, dopo aver dormito per troppo tempo ora dobbiamo dimostrare di saperli fare anche noi. Quella della Via della Seta è un'occasione epocale, sta a noi coglierla. Quando i cinesi hanno definito il progetto non si sono preoccupati degli interessi di Trieste o del Fvg, ma hanno posto le basi perché noi potessimo approfittarne per farlo diventare un elemento di forza e di reciproco interesse. Non a caso ci stanno riconoscendo forza e prospettiva di sviluppo, non debolezza». 


Il sottosegretario Geraci: quel Paese sarà sempre più importante  bisogna scegliere fra il cavalcare il fenomeno e il farsene travolgere

Sul tavolo di Pechino per i traffici via mare
sono Trieste e Venezia le due opzioni da giocare

l'intervista Giovanni Tomasin / TRIESTE

«Viaggiare via mare costa meno rispetto alla terra, e l'interesse cinese per l'Alto Adriatico è evidente. Come governo abbiamo presentato sia l'opzione di Trieste che quella di Venezia». Il Sottosegretario allo sviluppo economico del governo gialloverde, il professor Michele Geraci, sintetizza così il viaggio che la delegazione del governo e del sistema economico italiano ha condotto fra la fine di agosto e l'inizio di settembre in Cina. Sottosegretario, come giudica l'esito della missione?È andata bene, anche se era la prima e non voglio eccedere con l'entusiasmo. Sono processi, questi, che hanno bisogno del loro tempo. E anche i nostri interlocutori hanno bisogno di prenderci le misure.In che termini si pone l'inserimento dell'Italia nella Nuova Via della Seta?Abbiamo insistito molto sulla cooperazione e sul possibile ruolo del nostro Paese come terminale della Belt&Road Initiative. Non abbiamo parlato soltanto di collegamenti via mare e via terra, ma anche di estendere il legame alle linee aeree e a quelle spaziali, visto che collaboriamo anche con l'agenzia spaziale cinese. A questi si aggiunge una quinta via, quella della cultura, che unisce i nostri Paesi. L'interesse della Cina per la cultura latina e mediterranea è molto forte. Dobbiamo farvi perno.Il porto di Trieste è stato citato ripetutamente come possibile punto di arrivo per la Via della Seta.Non entriamo nel dettaglio, ma l'Adriatico è sicuramente oggetto di interesse cinese. Trieste e Venezia sono i nomi che si son fatti più di frequente, per motivi diversi, oltre a quello di Alitalia. In generale abbiamo parlato molto di infrastrutture, anche perché la Cina è un Paese all'avanguardia su ogni aspetto di questo settore.Per quale motivo Pechino dovrebbe puntare su Trieste visto che ha già in mano un porto come il Pireo in Grecia?Viaggiare via mare costa meno che farlo sulla terra. Trieste è in sostanza il porto più a Nord del Mediterraneo (tanto più che l'Adsp include anche Monfalcone ndr), raggiungerlo significa far passare le merci per un bel tratto sull'acqua. Il Pireo è una scelta che i cinesi hanno fatto anni fa. Non voglio dire che se ne sono pentiti, ma i Balcani si sono rivelati difficili da attraversare. A loro interessa l'interconnesione con il Nord Europa, ed è qualcosa che Trieste può offrire in termini infrastrutturali.In ogni caso si prospettano ruoli diversi per Trieste e Venezia.Queste sono scelte che faranno i singoli presidenti delle Autorità, noi non entriamo nel merito. Ci siamo limitati a presentare ai cinesi entrambe le possibilità, di certo sono modalità diverse.Ci sono però anche forti dubbi sui possibili effetti negativi, dai diritti del lavoro (vedi il Pireo) alla possibile colonizzazione economica.Il fatto è che il mondo cambierà e la Cina sarà sempre più importante nell'economia globale. Quando tira vento bisogna scegliere se ripararsi o costruire mulini. Finora ci siamo riparati, ora è giunto il momento di trarre benessere da questa ondata, che comunque è inarrestabile. La domanda è giusta, ma non c'è altro da fare che scegliere se cavalcare il fenomeno o farsi travolgere. In passato l'Italia ha pagato la concorrenza senza sfruttare i vantaggi. Ora vogliamo cambiare registro. 

Vendite aumentate del 17,5% contro il 3,7% nazionale La cantieristica navale fa spiccare il volo a Gorizia Ok il mercato extracomunitario
Export, semestre da record il territorio traina il Nordest
TRIESTE Vola l'export del Friuli Venezia Giulia. Le vendite estere delle imprese regionali nel primo semestre dell'anno sono state pari a 8,3 miliardi di euro, con un +17,5% (1,2 miliardi in più) sullo stesso periodo 2017. Lo rileva il ricercatore dell'Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati Istat: è il valore più elevato mai registrato dall'export regionale, anche se va precisato che i dati non tengono conto delle dinamiche dei prezzi (sono espressi in valori nominali).La regione presenta la crescita più elevata a Nordest (che nel complesso è al +5,9%) e una delle più sostenute in Italia (l'aumento nazionale è del 3,7%). Il primo semestre evidenzia un parallelo incremento dell'import regionale, seppure in misura minore (+9,2%), comportando un aumento dell'avanzo commerciale (+876,7 milioni di euro, +28,2%), da quasi 4 miliardi nel primo semestre. Spicca il risultato della provincia di Gorizia (+62,4%), essenzialmente per la cantieristica navale; positive però tutte le dinamiche, con Trieste a quota +17%, Udine a +9,1% e Pordenone +4,3%.Al netto della cantieristica (a +81,3% su base annua), la dinamica è positiva sul primo semestre 2017 (+8,4%). In testa le produzioni in metallo, primo per valore export (1,7 miliardi), a +14,1% grazie soprattutto al siderurgico della provincia di Udine; invariato il settore fabbricazione macchinari e apparecchiature (+0,1%), a +2.3% i mobili. Gli alimentari, dopo la fase espansiva, segnano un -0,5%. Quanto alle destinazioni geografiche, Russo rileva un aumento più deciso dei flussi verso il mercato extracomunitario (+23,8%) rispetto a quelli per l'interno dell'Ue (+13). --


SOTTOSEGRETARIO IN TOUR TRA TORRE DEL LLOYD, TERMINAL CONTENITORI E MOLO V  IL NODO DEI 20 MILIONI SPESI DALL’AUTHORITY PER LA PIATTAFORMA LOGISTICA

I rapporti con la Cina e il futuro punti franchi nell’agenda romana del leghista Giorgetti

la visita Cina e punti franchi. Due gli argomenti principali, legati al porto triestino, all’attenzione del sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, in visita ieri...

di Massimo Greco

16 settembre 2018

Cina e punti franchi. Due gli argomenti principali, legati al porto triestino, all’attenzione del sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, in visita ieri pomeriggio alle principali banchine dello scalo. 

Era accompagnato dal governatore Fedriga, dall’assessore Roberti, dai sottosegretari Vannia Gava e Vincenzo Zoccano.
E’ la Cina a intitolare il capitolo primo: a fronte del ventilato interessamento asiatico per investimenti sul porto triestino (il realizzando Molo VIII potrebbe essere l’attrattiva maggiore), Giorgetti ha detto che «essere corteggiati è sempre un buon segno», aggiungendo poi in via prudenziale «come vada a finire non so». 

Perchè l’esponente governativo leghista vuole capire cosa effettivamente i cinesi vogliano fare, comunque di svendite non se ne parla, tanto meno in una realtà come il porto triestino «che ha le sue normative specifiche e deve essere salvaguardato nella sua specificità». Non si tratta solo di accogliere finanziamenti - ha detto Giorgetti - si tratta di verificare la portata dei progetti. 

Dunque nessun pregiudizio nei confronti di eventuali investimenti cinesi - ci mancherebbe - come d’altronde testimoniano le missioni governative nel Celeste Impero: certo i cinesi non potranno riproporre i modelli ritenuti “neo-coloniali” utilizzati in Africa, «va beh che siamo messi male - ha celiato il sottosegretario - però...».

Sul secondo punto in agenda, dal titolo punti franchi, Giorgetti ha assicurato il segretario dell’Autorità portuale, Mario Sommariva, che contatterà il ministero dell’Economia e delle Finanze, per trovare un punto d’intesa tra esigenze doganali e operatività della franchigia. In sostanza l’Autorità vuole capire - ha detto Sommariva con garbo nel suo intervento introduttivo parlando di «sinergia» - quali margini effettivi esistano per lo svolgimento di attività produttive nelle aree di punto franco. 

Sommariva ha esplicitamente richiamato l’esperimento nei capannoni ex Wärtsilä acquisiti da Interporto e candidati ad accogliere iniziative logistiche ma anche industriali (vedi i televisori Seleco). L’Autorità, che gestisce i punti franchi, non intende restare con il proverbiale cerino in mano, a rischio di scottarsi le dita se le Dogane interpreteranno in maniera restrittiva il concetto di “made in Italy” (come è sovente avvenuto in passato). Così, salutando Sommariva sulla porta dell’authority alla Torre del Lloyd, Giorgetti gli ha detto che si occuperà del tema con il dicastero guidato da Giovanni Tria. Insieme a un altro problemino stavolta di natura finanziaria: nella realizzazione della piattaforma logistica l’Autorità ha anticipato 20 milioni causa fondi andati in perenzione, non rientrare di quella somma metterebbe l’ente in difficoltà di liquidità.

Assente Zeno D’Agostino, Sommariva ha ricordato all’ospite che Trieste è primo porto italiano, primo porto ferroviario, primo porto petrolifero nel Mediterraneo, 11° porto in Europa. Nel corso del 2018 i container sono saliti di oltre il 15% e i treni sono cresciuti di quasi il 20%. La scommessa intermodale sarà irrobustita dall’alleanza con la tedesca Duisburg, capolinea dei collegamenti ferroviari con la Cina: entrerà, come annunciato già in gennaio, nell’assetto azionario di Interporto. Giorgetti ha infine concluso il pomeriggio portuale ai Moli VII e V. —











1 commento:

  1. Sintesi grezza e superficiale. Trieste scopre di possedere un gioiello e non da oggi , risparmio le critiche e il rancore , e un "giocatore" importante è interessato a valutarlo. Finale lo si può vendere e tutto finisce ovvero si incassa e si tace oppure lo si contratta e si media sugli interessi. Nel secondo caso se l'interlocutore è uno la mediazione ha qualche possibilità di concludersi positivamente per i contraenti se gli interlocutori sono più di uno è quasi certo chi vince e non sta nei confini Nazionali. Un forte abbraccio a Trieste

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