venerdì 31 agosto 2018

SEMPRE PIU' DUBBI ... SU GIGANTISMO NAVALE E ...







Antonio Fulvi

29 agosto 2018




LONDRA – Si moltiplicano le voci allarmate – o almeno preoccupate – sulle conseguenze per i porti del gigantismo navale nel settore containers. 

Eppure a verificare gli ordini in corso, ma anche i progetti, delle più grandi compagnie armatrici, sembra che la corsa al sempre più grande non accenni a finire. 


La tabella qui sopra è significativa: siamo già arrivati a giganti da 22 mila teu e l’ultima generazione tra quelle in progetto – ma di prossimo ordine – le IIB della tabella, puntano a 24 mila teu con una lunghezza totale di 450 metri. 

Interessante notare che anche i progettisti si sono resi 



conto del problema dei fondali in buona parte dei porti storici: per cui le IIB avranno un pescaggio massimo aumentato a “soli” 16,5 metri, che raffrontato alle MOL da 21.700 teu (16 metri) va considerato contenuto. 

Naturalmente  si gioca sulla lunghezza maggiore e si è stati così in grado di ridurre sia l’aumento del pescaggio, sia la larghezza massima (aumentata “solo” a 61,5 metri contro i 59 delle Maersk EEE da 18,270 metri).

I nuovi giganti consentiranno davvero quelle economie di scala che le loro dimensioni promettono? 

L’analisi fatta da Pierluigi Maneschi di recente – che abbiamo riportato nel numero scorso – mette alcuni dubbi su questi eccessi d’offerta, che creano pesanti diseconomie specie per le compagnie medie. 

C’è poi l’incognita delle nuove politiche protezionistiche del “trade”, con la guerra commerciale dichiarata da Trump sia al Far East che all’Europa. 

Saranno grida manzoniane funzionali solo a mostrare i muscoli, o avranno reali conseguenze nei traffici navali? 

Una cosa è certa: secondo gli analisti più seri, si stanno avviando a prematura demolizione almeno un paio di generazioni di full-containers da 4 o 5 mila teu, che non troveranno presto più destinazione se non nelle rotte interne mediterranee e poco altro. 

Da qui un’altra domanda che ne consegue: che ne è dei siti italiani per le demolizioni, che sembrano condizionati dalla incredibile burocrazia super-borbonica del nostro Paese?





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