lunedì 27 agosto 2018

DOPPIA MISSIONE IN CINA DEL MINISTRO TRIA E DEL SOTTOSEGRETARIO GERACI

RASSEGNA STAMPA ESSENZIALE CON UN PIZZICO DI PEPE VENEZIANO

L'agenzia AGI ha pubblicato una ulteriore intervista al sottosegretario Geraci in partenza per la missione in Cina.


Il Ministro dell'economia Tria inizierà al 1° settembre la sua missione cinese che oggi viene presentata tra gli altri da The Meditelegraph.






 Per completare la nostra mini rassegna stampa ci mettiamo un po' di pepe aggiungendo un articolo del Corriere Veneto dove il porto veneziano rivendica la sua centralità rispetto alla Nuova Via della Seta.


Via della Seta, il governo in Cina spinge per Trieste
Venezia reagisce: noi centrali
Corriere di Verona 24 Aug 2018

Il sottosegretario Geraci: «Trieste è perfetta, i cinesi investano lì» I cinesi sono solo una delle opportunità per noi, l’Africa sarà il continente che crescerà di più
«La Cina cerca un porto nell’Adriatico del Nord, per raggiungere l’Europa con le sue merci: il più a Nord possibile, perché muoversi per via d’acqua costa meno che muoversi per via terra. 

Trieste sarebbe la soluzione migliore: investimenti cinesi per ampliarne la capacità, anche logistica. La posizione della città è ottima per loro: non tanto perché è in Italia, ma perché è sul confine, ha connettività con l’Europa dell’Est e del Nord».

Pochi, nel governo «legastellato», conoscono la Cina (e i cinesi) come il sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci. Cinquantadue anni, una laurea in ingegneria elettronica a Palermo, città dove è nato, un master in business administration al Mit di Boston, dopo alcuni trascorsi nelle banche d’affari da dieci anni vive in Cina, dove è responsabile del programma cinese dell’università di Nottingham ed insegna finanza sia alla sede di Shanghai della New York University che all’università di Zhejiang. Vicino alla Lega a tal punto che Matteo Salvini ad un tratto pensò proprio a lui come possibile premier, per tutti i motivi sovraesposti guiderà la missione che dal 28 agosto al 2 settembre il Governo svolgerà in Cina, parallelamente ad alcuni incontri del ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Alla missione parteciperanno tra gli altri Cassa Depositi e Prestiti, Fincantieri, Bankitalia, Snam ma a sentire il sottosegretario pare che uno dei temi in cima all’agenda sarà la valorizzazione del Porto di Trieste come terminale ultimo della Via della Seta, il mastodontico piano infrastrutturale e logistico avviato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping per collegare il suo Paese all’Europa, il Medio Oriente e l’Africa (si tratta di investimenti per mille miliardi di dollari, in 65 Paesi). Geraci non ha dubbi e l’ha spiegato chiaro al Corriere qualche giorno fa: «Diremo ai cinesi dove investire. Non come in passato quando si parlava di tante ipotesi, generiche, per i porti. Il loro interesse si concentra su Trieste e per noi è un’opportunità».

In realtà già con i Governi Renzi e Gentiloni, sotto l’influenza dell’allora presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani (incidentalmente responsabile infrastrutture del Pd) l’Italia pareva aver fatto una inequivocabile scelta di campo a favore di Trieste «porto delle merci», con Venezia a giocare il ruolo del terminal crocieristico (e di più, l’ex sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni ipotizzò di affibbiare a Trieste pure le crociere, nell’ottica della salvaguardia della laguna). E proprio nel corso di una missione governativa in Cina, nel maggio dello scorso anno, erano sorte polemiche per via di una supposta dimenticanza dell’allora premier Gentiloni a danno del capoluogo veneto.

Tant’è, il presidente del Porto di Venezia Pino Musolino non sembra particolarmente allarmato: «Ho parlato questo pomeriggio con Geraci e lui sa benissimo che Venezia è un elemento centrale del sistema portuale italiano. Non ha senso parlare di contrapposizioni tra porti, perché Venezia, Trieste e Ravenna sono tre punte di un attacco fenomenale che si chiama Alto Adriatico». «I cinesi li dobbiamo portare qui - prosegue Musolini - poi il mercato deciderà se un container in quel momento andrà a Trieste, Venezia o Ravenna, che hanno peculiarità differenti». 

La Via della Seta va affrontata tutti insieme come sistema. «Sarebbe grottesco anche dire che c’è solo Venezia, sebbene comunque il nostro porto in tutte le slide dei cinesi non manchi mai». D’altra parte tra Venezia e Trieste ci sono 150 chilometri, ma Anversa da sola ha 169 chilometri di banchine. 

Per certi versi – come peraltro diceva qualcuno all’epoca della riforma dei porti firmata da Graziano Delrio – potrebbero essere considerati due terminal dello stesso porto. «E poi i cinesi sono una occasione da cogliere, ma a livello internazionale c’è molto altro - conclude Musolino - il continente che crescerà di più nei prossimi anni sarà l’Africa che è di fronte a noi».

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