martedì 12 giugno 2018

PROPELLER CLUB TRIESTE CROCIERE IN PORTO VECCHIO ?

Puntuale iniziativa del Propeller Club Trieste in programma per il 14 giugno 2018. Questa volta il Propeller affronta il tema del Porto vecchio e in particolare della possibilità di insediamento di un nuovo terminal crociere. 

Puntuale iniziativa nella settimana che si è aperta con l'inchiesta del quotidiano locale sull'avanzamento dei lavori e dei progetti in Porto Vecchio. Voi credete alle coincidenze ? Può succedere.


Trieste, 11 Giugno 2018

PORTO VECCHIO TRA CROCIERE, MEGAYACHT E TURISMO

Giovedì 14 Giugno alle ore 18.30,

all’Hotel Greif Maria Theresia in Viale Miramare, 109,

avrà luogo l'incontro dal titolo

“Porto vecchio di Trieste, nuove prospettive tra crociere, megayacht e turismo”.

Relatori dell’incontro, nell'ambito della serata conviviale del Propeller Club di Trieste, saranno:


Roberto DIPIAZZA Sindaco di Trieste,

Mario SOMMARIVA  Segr. Gen.le Autorità di Sistema Portuale del mare Adriatico Orientale,

Serena CIVIDIN Imprenditrice turistica,

Paolo SPADA responsabile operativo Samer & Co. Shipping e

Stefano NURSI Presidente provinciale FIAIP.

Il recente interesse di una società americana, attiva nel settore della gestione di marina turistici dedicati ai megayacht e l'ipotesi di un insediamento di un nuovo terminal crociere fanno avvicinare sempre di più il momento delle scelte per gli indirizzi da fornire al
mercato e permettere così che gli investitori privati possano fare la loro parte.
Ognuna delle sopracitate soluzioni porterebbe con sé criticità ed occasioni di crescita. Quali le possibili ricadute sul turismo cittadino e sull'economia del mare per il territorio?
Quali i passaggi fondamentali ancora necessari per accogliere investimenti nel settore dei megayacht?
Cosa significherebbe per Trieste avere un nuovo terminal crociere?
Sono possibili soluzioni alternative?

Saranno questi i temi in discussione durante l'incontro, dove si proverà ad analizzare gli aspetti economici e sociali conseguenti ad eventuali investimenti che riguardino crociere e megayacht da collocarsi nell'area del Porto Vecchio.

Sul tavolo anche i problemi in attesa di soluzione con la prospettiva di fare crescere in maniera ancora più decisa l'ottima “industria” del turismo.

1 commento:

  1. verani.adriano@gmail.com13 giugno 2018 alle ore 02:11

    Che il PFV possa servire anche come punto di attracco di navi da crociera (e traghetti passeggeri)è una eventualità auspicabile.Del resto la banchina non chiede la carta di identità a uno scafo e perciò questa può servire anche navi da carico purchè siano presenti binari per inoltro/smaltimento, se necessario mezzi per le operazioni commerciali(grue, fork-lift ecc.) e magazzini di deposito. Quanto ai Megayacht e all'industria del turismo sarei molto più cauto. Prima di tutto Trieste non è una città turistica e non è neppure una sede tanto appetibile per una dimora. Penso che il riccastro proprietario di un megayacht o una Compagnia di servizi che lo offra a noleggio troverebbe molte località e marine' più confortevoli per soggiornare.A meno che non si ripeta la sceneggiata di un provincialismo inossidabile di mettere alcuni grandi yacht in esposizione sulle rive , della serie ." se te starà bon te porto in Piaza Granda a veder i siori che magna gelato!|". Trieste deve assicurarsi lo spazio porto per le navi tradizionali che ci saranno sempre e con ogni congiuntura economica e non farsi irretire da sirene di facili guadagni con poca fatica; il turismo per Trieste può al massimo essere un accessorio e non mai una alternativa che abbia uno spazio importante.Costruire 'Marine' in PFV non deve essere concesso; le banchine devono essere riservate alle sole navi commerciali ,passeggeri e carico. Oltre a tutto, mi pare che andiamo verso tempi di ferro e non a quelli dove imperano le frivolezze vacanziere. Per quanto riguarda i megayacht però sarebbe da considerare il loro risvolto verso la metalmeccanica. Fornire queste imbarcazioni di un buon rimessaggio e di un punto bene attrezzato con personale esperto per lavori di ogni tipo e carenaggio può essere utile e fattibile (oltre a tutto, servirebbe anche imbarcazioni commerciali entro una data lunghezza). Due le soluzioni :a) l'ex cantiere Navalgiuliano ove potrebbe anche essere costruito un bacino da 100 mt. capace di fare fronte a ogni più grande yacht,con officine arredate( Parco del Mare permettendo) e b)l'ex cantiere ora Porto San Rocco, dove un bacino è stato messo fuori combattimento. Perciò, prima di lanciarsi come lupi affammati sulle aree del PFV ricordare che queste aree devono essere riservate in primo luogo alla navigazione marittima tradizionale e a attività accessorie di alto valore economico e finanziario come contemplate dall'Allegato VIII. Fantasie di altro tipo non devono essere concesse.E' singolare questo fervore di idee che hanno sempre come oggetto la cannibalizzazione del PFV. Ma il PFV è il 35-40% di tutta l'area portuale e alienarlo per iniziative che possono essere transitorie, abbattendo così in modo irreversibile una parte significativa del totale dell'Area di Porto Franco Internazionale è una responsabilità che chi la assume deve farlo con il suo riverito nome e cognome di fronte a tutta la cittadinanza.

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