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(ANSA) - TRIESTE, 17 APR -
"Per tutelare la competitività del nostro sistema portuale bisogna
superare l'ambigua considerazione comunitaria sul ruolo delle Autorità di
sistema portuale: si può fare anche con un atto del Governo che dia una
interpretazione autentica della legge di riforma dei porti, a supporto della
task force operativa al Mit".
Lo afferma l'on. Debora Serracchiani (Pd),
rendendo nota un'interrogazione al Governo sottoscritta con la collega
Raffaella Paita, con cui si chiede al Governo di intervenire dopo che il 3
aprile scorso la DG Competition, divisione della Commissione Ue che si occupa
di concorrenza, ha minacciato di avviare la procedura di infrazione contro i
porti italiani, accusati di concorrenza sleale nei confronti delle altre
banchine europee.
"E' del tutto
evidente - indicano Serracchiani e Paita - che se passasse questa linea a
Bruxelles le Autorità di sistema portuale dovrebbero applicare canoni
concessori e autorizzativi più alti, a discapito delle imprese che lavorano nei
porti, mettendo così in seria difficoltà tutti gli scali italiani.
Si
tratterebbe insomma di una vera e propria stangata fiscale tale da provocare
non solo una perdita di competitività dei nostri scali ma capace di mettere in
ginocchio l'intero sistema portuale italiano.
Perciò, oltre agli organismi
tecnici che sono già al lavoro in queste ore, è necessario che si esprima una
larga volontà politica a difesa dei legittimi interessi nazionali. Non possiamo
evitare di rilevare che la richiesta di chiarimenti è giunta in un momento
particolare della situazione politica italiana e cioè all'indomani di elezioni,
in presenza di un Governo dimissionario e nel corso di consultazioni per la
formazione del nuovo Governo, e che l'Italia avrebbe solo un mese di tempo per
fornire gli opportuni chiarimenti.
Al di là del discutibile merito tecnico,
dobbiamo anche evidenziare che il colpo verrebbe assestato proprio mentre si
stanno dispiegando gli effetti della legge di riforma, che ha oggettivamente
rilanciato il sistema portuale italiano - concludono - e ha messo gli scali più
dinamici del nostro Paese in diretta concorrenza con i porti del Nord
Europa". (ANSA).
Ma quest''anima bella' che dice di avere riesumato l'Allegato VIII, perchè non sostiene la posizione che Trieste e (almeno)il suo Porto non sono tenuti a pagare il becco di un quattrino?Temiamo che i Porti Italiani ci accusino di concorrenza sleale? E allora? Chiediamo, sosteniamo e vediamo chi si oppone e se lo facesse il Governo, con quali argomenti!Servirà almeno a chiarirci ancora una volta di più - se ce ne fosse il bisogno - come stanno le cose.Agire e 'mai passion..'
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