3) Esaminando più dettagliatamente cosa è successo
per l'UTI Triestina, a seguito dell'entrata in vigore della legge, si
evidenziano di seguito alcuni aspetti.
Personale.
L'organico in forza all'Ente Provincia nel 2016 era
di 250 addetti distribuiti su più servizi che comprendevano , Motorizzazione
civile, Ambiente, Trasporto pubblico, Strade, Istruzione ( scuole medie
superiori), Lavoro, ecc. Le qualifiche del personale comprendevano una
pluralità di specializzazioni
professionali inquadrate su diversi livelli retributivi. Con l'entrata
in vigore della legge e, a seguito del trasferimento delle competenze in
maggior parte alla Regione, il personale è stato trasferito prevalentemente in
questo Ente e purtroppo non sempre si è tenuto conto del ruolo prima ricoperto
e della relativa specializzazione, disperdendo così professionalità acquisite
nel corso di carriere pluriennali e mortificando la progressione economica retributiva
delle persone.
La UTI triestina costituita nel 2017 disponeva di 28
addetti tra quelli in ruolo e a contratto, con una mission istituzionale tutta
da avviare e verificare attraverso la gestione quotidiana delle competenze
assegnate. A tutt'oggi permane un'indeterminatezza nella gestione di questo
nuovo Ente di II grado che dispone di consistenti risorse finanziarie per gli
investimenti ma sconta un insufficiente dotazione di risorse finanziarie per la
spesa corrente, limitando così la sua
operatività quotidiana per la gestione
dei servizi istituzionali.
Patrimonio.
La dotazione patrimoniale in capo alla Provincia
contava, beni immobili costituta da edifici per le sedi istituzionali, sedi
scolastiche, sedi culturali, residenziali, terreni, sedimi stradali e beni
mobili costituiti da arredi , veicoli, collezioni d'arte. Questo patrimonio che
annoverava alcune proprietà di
dimensioni rilevanti e di storia notevole (ex ospedale psichiatrico) è stato
smembrato e per parti assegnato alla Regione e al Comune di Trieste, e in
minima parte ai comuni minori. Va rilevato che in settori fondamentali, come
quello costituito dalle sedi che ospitano la scuole medie superiori, si è
deciso di assegnare la competenza per gli interventi all'UTI ma per quanto
concerne la proprietà dovrebbe essere trasferita al Comune capoluogo. Permane
una certa indeterminatezza visto che il Comune non accetta ulteriore patrimonio
che graverebbe in maniera determinante sul bilancio comunale per gli oneri
riflessi; va ricordato che il Comune di Trieste ha pure ricevuto il patrimonio
immobiliare costituito dal Porto Vecchio e che di conseguenza non può sostenere
ulteriori oneri a parità di entrate correnti. La Regione si è presa sia il
teatro dell'ex ospedale Psichiatrico che il teatro Miela con la Casa del
cinema. La sede della Provincia con tutti gli arredi interni è stata presa in
proprietà dalla Regione e assegnata momentaneamente all'UTI triestina. Tutte le strade provinciali sono state in un primo
momento prese dalla Regione ma con il nuovo anno passate a FVG strade, Ente di
II grado, che le ingloberà nel suo patrimonio. Ancora più rilevante è la
sottrazione delle dotazioni d'arte della Provincia, patrimonio ed espressione
di questo territorio, che sono state donate o acquisite nel corso degli anni
quali ad esempio la collezione Sambo e Grom, artisti riconosciuti a livello
nazionale ed internazionale, che bene esprimono le diverse componenti culturali
presenti nell'area provinciale.
Una spoliazione che rende evidente che la riforma non
ha tenuto conto degli assetti storici , culturali di un territorio ricco come
quello della Provincia di Trieste. Di fatto l'Assessorato regionale alla
cultura, istituendo un nuovo organismo per gestire quanto sottratto alle
Province, ha legittimato un'acquisizione non dovuta. Il risultato di questo
nuovo assetto patrimoniale, che vede l'organismo UTI senza dotazioni
patrimoniali, si configura come un'arricchimento indebito dell'Ente Regione a
scapito dei territori che la costituiscono, ma soprattutto come sottrazione di
un potere decisionale alle popolazioni, che hanno investito nel tempo su quelli immobili, in merito alle
destinazioni d'uso degli stessi e alle scelte del loro utilizzo in futuro, recando così non solo un danno economico ma
pure un ridimensionamento della qualità della vita dei cittadini.
Per concludere è giusto porsi alcune domande poichè
questo genere di operazioni stravolgono abitudini consolidate per quanto
attiene non solo le funzioni prima esercitate da un Ente e poi assegnate ad altro/i
ma pure nella vita dei cittadini utenti e degli addetti ai lavori come si è
cercato di evidenziare. E' stata un'idea, quella di eliminare l'Ente Provincia,
basata sull'onda lunga della crisi che a fronte di scandali che hanno investito
i partiti che con le loro rappresentanze nelle Istituzioni hanno usato
impropriamente la spesa pubblica a fini personali.
Un'Ente che funziona, che gestisce
correttamente la spesa pubblica, che eroga puntualmente i servizi e con
soddisfazione degli utenti, che gestisce e risana il patrimonio di sua
competenza in modo corretto e trasparente, pratiche esercitate da tutte e
quattro le Province della Regione , va eliminato solo con la scusa di
semplificare il quadro istituzionale?
Quanto è costata in termini di diseconomie
questa operazione?
Si è proceduto ad eliminare l'Ente intermedio Provincia
sulla base di una idea che la semplificazione istituzionale libera risorse e
consente tempi più rapidi per le decisioni ma a tutt'oggi, quattro anni dopo
l'approvazione della legge i risultati non si vedono o meglio non sono
percepiti dall'utenza.
La Corte dei Conti è intervenuta sulla riforma sanitaria
ma si è espressa a favore di questa legge, affermando che non ha comportato
costi aggiuntivi, ma ci sia consentito di fare alcune domande sui criteri con i
quali vengono valutati i risultati di una legge:
quale costo comporta l'assegnazione ad altre
mansioni non attinenti alla propria specializzazione, disperdendo e
sottoutilizzando personale altamente professionalizzato nel corso della sua
precedente appartenenza ad un altro Ente?
quale costo comporta il passaggio di proprietà di
beni immobili da un Ente ad un altro ed ad un altro ancora?
quale costo comporta il sottoutilizzo di immobili e
le loro attrezzature in essi presenti a seguito di trasferimento degli addetti
in altri Enti?
quale costo comporta la distruzione di buone
pratiche?
quale costo comporta la dispersione di archivi,
patrimonio di memoria collettiva?
quale costo ha la continua modifica della legge?
quale costo ha il continuo rinvio delle disposizioni
di legge a seguito di incongruenze e mancata volontà attuativa?
Nelle valutazioni che la Corte dei Conti fa si tiene
conto di questo? Una cosa è sicura che i dipendenti delle Province e i
cittadini hanno presentato il conto alla politica nelle recenti elezioni. e vi
saranno sorprese alle prossime elezioni regionali.
Curiosità: che fine hanno fatto le "dotazioni d'arte della Provincia, patrimonio ed espressione di questo territorio, che sono state donate o acquisite nel corso degli anni quali ad esempio la collezione Sambo e Grom" ?
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