venerdì 20 aprile 2018

CORTOCIRCUITO TRA GIORNALI, ELEZIONI E POLEMICHE SUL PORTO

Il dibattito sul porto di Trieste che tiene banco da anni  in città ha subito una accelerazione ovvia e naturale in questa campagna elettorale. Vediamo se riusciamo a fare un po' d'ordine in questa esplosione di dichiarazioni, interviste e incontri pubblici.


Quale è il rapporto tra le elezioni regionali del FVG e il futuro del porto di Trieste ?

Negli ultimi anni si sono visti risultati positivi direttamente sui traffici, sullo sviluppo e sull'occupazione. C'è un giudizio positivo trasversale sull'operato della presidente Serracchiani e della sua Giunta per quanto riguarda la soluzione di problemi, che si trascinavano da decenni, del porto di Trieste e della idea di Piattaforma logistica regionale.
C'è anche una seria preoccupazione che un eventuale e possibile cambio dei partiti alla guida della Regione porti ad un cambio della politica rispetto a questi temi.

Esiste nei fatti la possibilità di cambio di politica o di ritorno al passato ? Non si tratta di uno slogan elettorale ?



Senza voler rifare la storia degli anni passati chi ha un po' di memoria sa che il pericolo è concreto. Ci sono stati vari episodi nel recente passato di scontri politici e su scelte finanziarie prima di quello che possiamo definire il " nuovo corso " del porto triestino. E poi ci sono le " sorprese " imprevedibili.

Guardate questo servizio di Tele4 dove il candidato presidente del M5S "inventa" e poi cerca di correggere la paura del pericolo cinese. Di tutt'altro tenore l'intervento del candidato consigliere Ussai ( sempre M5S ) all'incontro con i portuali del CLPT




Sorprese imprevedibili di questo tipo potrebbero arrivare anche dal cambio di Governo a livello nazionale di cui volenti o nolenti stiamo quotidianamente assistendo alle trattative. Per il Porto di Trieste il risultato ottimale sarebbe quello di una continuazione dell'attuale governo visto che è stato proprio Gentiloni a dichiarare in Cina che i riferimenti italiani per la Via della Seta sono i porti di Genova e Trieste.

Nell'ultimo mese lo scalo triestino è stato citato sulla stampa nazionale, con quali risultati ?


Al Rinascimento di Trieste hanno dedicato pagine intere sia La Repubblica ( articolo a firma Rumiz ) che il Corriere della Sera ( Pecile ).

Questi articoli hanno poi determinato un secondo dibattito a livello locale che ha preso le mosse da un richiamo al Sindaco da parte dello stesso Rumiz.

Un dibattito alimentato da posizioni intransigenti su una applicazione di tutte le leggi e gli allegati relativi al Porto Franco Internazionale ma anche dalla lunga " Lettera aperta a Paolo Rumiz " pubblicata sul blog Rinascita Triestina per arrivare al commento sul Piccolo di Roberto Morelli che richiama alla concretezza dei progetti su Portovecchio.

Che idea ti sei fatto della sdemanializzazione e dei progetti sul recupero delle aree del Porto vecchio ?

Sull'argomento ognuno continua a ripetere la sua ricostruzione dei fatti e tutti a parlare di grandi "potenzialità" senza distinzioni precise tra risistemazione urbanistica ( speculazione ?) e attività produttive. 
Provo a spiegare e ricostruire l'equivoco che ci fa sprecare tanto inchiostro e tante parole aiutandomi con un servizio di Tele4.

Per capire e valutare dobbiamo individuare i due progetti.



Uno è il progetto di sdemanializzazione e di passaggio alla gestione comunale delle aree del Porto Vecchio - escluse le banchine - che possiamo indicare con l'accordo sulla linea DIVIDENTE. 


Il secondo progetto è quello dello sviluppo del porto con particolare attenzione e riguardo allo scalo ferroviario e all'utilizzo dei Punti Franchi per attività manifatturiere che aggiungano valore al semplice transito delle merci.

Sono due progetti che vanno valutati indipendentemente uno dall'altro per i risultati raggiunti.

L'equivoco sta nel fatto - che come potete ascoltare in questa intervista all'ex senatore Russo realizzata da Tele4 - senza l'emendamento che porta il suo nome e senza la sdemanializzazione non sarebbe stato possibile spostare i punti franchi all'interno del territorio della ex provincia di Trieste o meglio della zona A del Territorio Libero di Trieste.




La possibilità di spostare punti franchi nel territorio triestino dipende veramente dall'emendamento Russo ?

Nel passato sono stati istituiti punti franchi ex novo come quello di Prosecco anche se non erano confinanti con quelli già esistenti. Ma è poco importante stabilire se questa mobilità dei punti franchi dipenda o meno dall'emendamento Russo che puntava principalmente sul passaggio delle aree alla proprietà comunale. Sicuramente la possibilità di spostare i punti franchi viene regolata dal decreto attuativo e possiamo definirla anche un effetto collaterale e forse inaspettato dell'emendamento Russo.

Questo ci permette di fare la doppia valutazione che abbiamo proposto all'inizio di questo ragionamento :

1. lo sviluppo dei traffici portuali con particolare riguardo al traffico ferroviario c'è stato ed è certificato dai numeri

2. la sdemanializzazione non ha prodotto risultati apprezzabili sulle aree del Porto Vecchio passate al Comune, il dibattito è ancora in pieno svolgimento, le spese prevedibili sono ngenti e su questo rimangono senza risposte le domande sulla magica sdemanializzazione che su questo blog abbiamo molte volte riproposto.

( FINE PRIMA PARTE ) 

1 commento:

  1. #PortoVecchioSdemanializzato
    E la montagna partorì il topolino: dopo il pericoloso svincolo in v.le Miramare ecco un anello per visitare magazzini sempre più degradati e la fogna a cielo aperto lasciata dal crollo della volta del torrente Chiave che nessuno ripara. Tanto per gettare fumo negli occhi.

    A tre anni e quattro mesi dalla "sdemanializzazione" strombazzata come il "motore di sviluppo economico" di Trieste il bluff viene a galla: gli investitori internazionali che fanno la fila da Dipiazza, i 5 miliardi di investimenti e i fondi sauditi e americani di Russo, i 100.000 nuovi abitanti di Cosolini si riducono a una stradina a senso unico con ciclabile e dei giardinetti.

    Questi i grandi progetti che certo faranno piacere ai pensionati per le passeggiate e procureranno qualche votarello: piacerà anche ai disoccupati a spasso che potranno godere del panorama.

    Questo il grande risultato della collaborazione tra Centro Sinistra e Centro Destra magnificata da Morelli nell' articolo di lunedì sul Bugiardello e della collaborazione tra Russo e Dipiazza celebrata con un "Sigillo Trecentesco".

    Mentre nella parte fortunatamente rimasta di Punto Franco la Saipem si espande, crea il Centro Mondiale per la Robotica Subacquea e soprattutto posti di lavoro ad alta qualificazione e la Seleco cerca la possibilità di insediarsi in Punto Franco evitando le complicazioni e le lentezze burocratiche.

    Come rinoceronti alla carica contro il muro fanno di tutto pur di non ammettere che l' unica possibilità di reale recupero e sviluppo di Porto Vecchio sta nell' utilizzo produttivo del Punto Franco, demonizzato per anni.

    Quanti altri anni ancora per ammettere il fallimento del progetto assurdo di urbanizzare Porto Vecchio, un area che non ha mai fatto parte della città e i cui costi di infrastrutturazione primaria sono stratosferici e quelli del rispetto del "vincolo architettonico" esorbitanti ? E l' utilizzo turistico totalmente fuori mercato e dalla realtà?
    P.S. apprendiamo che sull' incantevole stradina con ciclabile circoleranno anche i TIR destinati all' Adriaterminal (GMT e SAIPEM) che movimenta 300.000 tonellate all' anno.

    https://www.facebook.com/rinascita.triestina.tlt/photos/a.589476287825330.1073741828.589469291159363/1414181052021512/?type=3&theater

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