lunedì 26 marzo 2018

E DOPO LE POLITICHE NAZIONALI IN FVG LE REGIONALI

Affidiamo alle note del blog di Gianfranco Moretton la cronaca e il commento della fase iniziale delle regionali in FVG. Lo facciamo volentieri perchè il suo blog viene seguito e letto in tutta la Regione e non contiene lunghi giri di parole.

A Gianfranco Moretton va riconosciuta una capacità di traduzione dal " politichese " , che lui chiaramente legge al meglio, al linguaggio concreto e chiaro che le persone usano abitualmente. 




CINQUE CANDIDATI AI NASTRI DI PARTENZA

È scaduto il termine per la presentazione dei candidati alla Presidenza della Regione Fvg e delle relative liste che li sostengono. Ben cinque sono gli aspiranti Presidenti che il 29 aprile saranno vagliati dagli elettori. 

Fortuna vuole che il sistema elettorale del Fvg garantisca certezza che ci sarà una maggioranza ben definita. Almeno sotto questo aspetto non rischiamo quanto sta accadendo a livello nazionale causa il Rosatellum che tanti problemi ha creato per essere una legge fatta malissimo. Vabbè, a Roma cercheranno di sbrigarsela in qualche modo, lo stiamo già vedendo.



Qui, in Regione questi problemi non si porranno nonostante ce ne siano stati, e non pochi, nella fase della formazione delle liste e la scelta dei capi cordata. Se ne sono viste di tutti i colori e quasi nessuno degli schieramenti può dire che tutto sia andato per il meglio. Nel centro sinistra abbiamo visto che le primarie sono state archiviate forse perché passate di moda o, semplicemente, perché anche il Pd ha preferito una strada meno complicata che è quella degli organi statutari che in quattro quattr'otto, hanno subito individuato la figura che ha sostituito l’uscente Debora Serracchiani, dopo solo una legislatura di governo. 

Fatto sta che la tanto conclamata e propagandata elezione delle primarie, non si è più vista, con buona pace degli elettori che, prima d’ora, potevano scegliere il loro rappresentante. Basta con questa forma di democrazia partecipata  che è solo una perdita di tempo ed è meglio conservare tutte le energie per la campagna elettorale che, tra l’altro, si profila molto dura. Boh, prendiamo atto che i piddini sono così: oggi dicono una cosa, domani cambiano idea e così via dicendo..... Francamente è comprensibile il loro atteggiamento visto come hanno dovuto digerire le continue sconfitte elettorali di questi ultimi anni e in particolare le politiche dell’altro ieri dove hanno perduto ben cinque milioni di voti.

E poi c’è il centro destra che ha litigato sino all’ultimo momento prima di far cadere la scelta del candidato alla Presidenza su un rappresentante leghista. Comunque, dopo tutto, la coalizione si è ricompattata e si avviano a fare una campagna elettorale con forte motivazione e orgoglio consapevole che il vento in poppa li porterà dritti dritti alla vittoria.

Poi ci sono gli altri concorrenti, a partire dai penta stellati che sembrano non godere di buona salute vuoi perché il loro candidato non è affatto conosciuto sia per le liste monche per scarsità di candidati. La lista degli autonomisti pur avendo un candidato alla Presidenza di tutto rispetto per autorevolezza e notevole conoscenza e competenza, non hanno sufficiente consenso elettorale per sperare di accedere fra i primi tre competitori. E, infine, c’è un quinto candidato delle Acuile dal Friul, che si contraddistingue per essere sbucato all’ultimo momento.

Una campagna elettorale dove partiti e movimenti hanno più pensato alla formazione delle liste rispetto progetti e programmi, necessari a rilanciare le sorti della regione che in questi ultimi cinque anni è stata molto penalizzata dal governo uscente.

Lì, 26 marzo 2018

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