mercoledì 14 febbraio 2018

LA TURCHIA - L'UNIONE EUROPEA - LA SAIPEM - IL GAS - LA GEOPOLITICA ...


Alla SAIPEM 12000 è stato impedito da alcune navi militari turche di raggiungere la zona a sud dell'isola di Cipro dove sarebbero in atto esercitazioni navali militari. Così molti oggi ricordano le parole pronunciate da capo di Stato Turco Recep Erdogan durante i suoi incontri con i presidenti Mattarella e Gentiloni.




Recep Erdogan :" nel Mediterraneo orientale i lavori di esplorazione sui giacimenti di gas naturale rappresentano una minaccia per Cipro Nord e per noi ( la Turchia ).

Proviamo a riassumere con poche immagini e con una mappa molto chiara pubblicata da La Repubblica la questione che si aperta in modo clamoroso con il blocco navale imposto dalle navi militari turche.

L'isola di Cipro è divisa in due parti di cui Cipro Nord collegata direttamente alla Turchia e quindi al governo di Ankara.



Tutta l'area del mar mediterraneo orientale e sud in particolare contiene diversi giacimenti di petrolio e di gas naturale che potrebbero modificare il sistema di approvvigionamento di risorse energetiche da parte europea.

La Turchia in forza della sua posizione geografica è diventata strategica come snodo delle reti energetiche del gas russo con i due gasdotti a nord e sud che bypassano l'area dell'Ucraina. Ma potrebbe essere anche  l'importante punto di passaggio per il gas iraniano e per quello proveniente dai giacimenti egiziani.


In questa mappa sono evidenziate e numerate le aree di esplorazione e perforazione dove opera l'ENI ma anche la francese Total che si ritrova invischiata nella stessa vertenza territoriale.

Ma veniamo alla mappa pubblicata da La Repubblica dove sono evidenziati i principali giacimenti e zone di esplorazione nel Mediterraneo orientale.




La posizione della SAIPEM 12000 oggi alle ore 17.23

3 commenti:

  1. come sempre la soluzione dovrà essere diplomatica perchè la turchia è un alleato difficile ma fondamentale per la nato e l'europa. di questo sicuramente erdogan si approfitta con la russia pronta ad intervenire e sfruttare la situazione

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  2. Che ci siano difficoltà è fuori di dubbio. Che si debba accettare che azioni di tale tipo ( che nulla hanno a che fare con il 'diritto di visita'nè con il blocco navale, mai dichiarato, mai notificato e mai attuato con forze sufficienti e in maniera continuata)siano messe in opera è un altro paio di maniche. Non dimentichiamoci che l'Italia ha già dovuto (o voluto, dato che chi pecora si fa, il lupo se lo mangia!) sopportare : dalla questione del South Stream al colpo di stato ( chiamiamolo così, per comodità) in Libia dove abbiamo avuto una serie di scacchi pesantissimi proprio da parte dei nostri alleati. Adesso che si fa? Ma almeno richiamiamo l'ambasciatore da Ankara! Alleato o no, la Turchia sta diventando un problema serio e non dobbiamo essere noi a mettere le spalle sotto mentre qualche altro ( alleato, anche)ci guadagna di sponda. La Russia dirà la sua ? Mi pare la cosa più certa , tanto più che una chiarificazione dei rapporti sarebbe auspicabile ,così come il bilanciamento di potenza che è sempre stata la meno labile delle garanzie per evitare guai.

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  3. A mia conoscenza, è dalla sera di venerdì 9 febbraio, quindi ormai da nove giorni ad oggi, che la nave per prospezioni della Saipem, noleggiata dall’ENI (Società madre!) è stata fermata dalla marina militare turca nelle acque di Cipro Est. Da allora, a parte qualche accenno minimale, nulla si sa di preciso sull’evolversi della situazione, come se l’ordine di servizio sia quello di parlarne il meno possibile: quindi la nave è stata solo bloccata nel suo viaggio verso il punto di prospezione, che sarebbe- a quanto risulta- il c.d. ‘blocco 3’ a Sud di Famagosta e della base britannica di Dhekelia? La nave è anche impedita a muoversi e tornare indietro? In questo secondo caso, dato che non sussisterebbero né le condizioni per l’esercizio del diritto di visita e neppure vi è un blocco navale che – come è noto – deve essere 1)dichiarato; 2) Notificato ai neutri ; 3) Mantenuto con forze sufficienti a renderlo effettivo e senza interruzione temporale, l’azione della Turchia si avvicina ad un atto ostile molto vicino alla pirateria e per di più nei confronti di un alleato. Anche quale Potenza protettrice della zona occupata di Cipro Nord che non è riconosciuta da nessuno a parte che dalla stessa Turchia non appare nessun diritto lecito di intervento. La Turchia reclama dei diritti (che non ha) lamentando un danno diretto. Infatti le sue infrastrutture sono al limite per sopportare l’importazione di gas dall’estero mentre i nuovi giacimenti nel mare di Israele e di Gaza e ancora di più nelle acque egiziane (e anche in questa materia, la questione Regeni potrebbe avere il suo ubi consistam) hanno reso meno appetibile la sua posizione di punto di snodo del gas russo verso l’Europa. Da notare che la Turchia ha scelto bene! A Sud di Cipro, oltre all’Eni lavora anche la Total e in alcuni blocchi in proporzione 50/50 % ma l’attacco è avvenuto solo verso gli interessi italiani e assolutamente non verso quelli francesi. Evidentemente Erdogan ha ben pesato nella sua recente visita la determinazione italiana a difendere i propri interessi. Un TG ha detto che è stata inviata in zona una corvetta (più verisimilmente un pattugliatore!); a fare cosa? Forse sarebbe bene ricordarci della questione del South Stream e del sabotaggio con cui i nostri alleati ci hanno gratificato (in primis gli USA con l’accompagnamento della UE che però non ha posto alcun limite al North Stream il cui presidente del consorzio è l’ex Cancelliere Schroeder) e poi della nostra estromissione dalla Libia grazie a Francia, Gran Bretagna e con il viatico degli USA . E adesso? Adesso stiamo trattando! Perbacco, questa sì che è una buona notizia. Francia o UK avrebbero mandato la loro flotta; noi trattiamo! Ma almeno avessimo richiamato l’ambasciatore da Ankara ; almeno avessimo preteso quale atto formale e dovuto, il blocco di ogni beneficio nei confronti della Turchia ( attenzione, senza illusioni perché nessuno sacrifica i propri interessi per noi) . Ma l’Italia viene svillaneggiata e tratta! Sicuramente si arriverà ad un compromesso che però da un lato sarà una perdita secca per noi, dall’altro darà maggior consistenza all’aggressività turca mentre nei confronti dei nostri ‘alleati’ e dei nostri partner commerciali “aumenteremo la loro considerazione quali difensori dei nostri interessi – si fa per dire”. Attenzione all’effetto domino: cadendo di considerazione, che non venga messo in predicato anche la nostra partecipazione all’enorme giacimento egiziano Zohr, scoperto dall’Eni e che fa gola a molti e poi ricordiamoci della Troika che ha sempre le valige pronte per palazzo Koch e per mettere le mani sui nostri risparmi.

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