Luka Koper: sfiduciati i
vertici ,
è operativo il nuovo cda
Alla fine è successo proprio
quanto preannunciato. L'assemblea straordinaria degli azionisti di Luka Koper,
che ha avuto luogo il 28 dicembre, ha votato la sfiducia all'amministrazione
presieduta da Dragomir Matić con il 99,19% dei voti degli azionisti presenti,
tra i quali sono lo Stato e lo SDH Holding statale slovena) a detenere la larga
maggioranza.
Matić ha valutato i lavori
dell'assemblea essere il risultato finale di una vera e propria persecuzione
politica. La sfiducia al cda costituito da Matić, Irena Vincek e Andraž Novak è
stata proposta dal consiglio di controllo, dopo che a novembre era stata
pubblicata la relazione riguardante la revisione straordinaria dell'accordo tra
Luka Koper e l'IPS, ovvero la fornitura di manodoper per i servizi portuali.
Nella relazione si dice, tra l'altro, che l'impresa portuale capodistriana non
gestisce attivamente e strategicamente ill modello di fornitura servizi IPS e
sottolinea i rischi che ne derivano in materia di diritto del lavoro, controllo
dell'IPS e di corruzione.
La relazione comunque
conferma l'esistenza di un sistema verificabile dell'esecuzione dei servizi
portuali, ha ricordato Matić, che respinge tutte le accuse, precisando che
l'esito dell'assemblea era prevedibile e previsto e che si aspetta anche di
peggio dalla riunione dei revisori. "Si sta lavorando per cacciarci fuori
e lontano da Luka Koper", ha affermato.
Di diverso avviso la
presidente dello SDH, Lidia Glavina, secondo la quale l'unico vero interesse
dello SDH è rappresentato dal fatto che Luka Koper operi con maggiore
efficacia, in piena legittimità e si sviluppi ulteriormente. Imputa
all'amministrazione uscente un blocco di cominicazione e di non aver fatto
abbastanza per instaurare modelli operativi legittimi ed adeguati.
Riguardo alle allusioni di Matić sulla in
merito alle speculazioni del consiglio dei revisori la Glavina ha precisato che
l'assemblea si è limitata alla sfiducia e che ogni altra azione è demandata al
consiglio di controllo. Lo SDH comunque auspica che Luka migliori ulteriormente
sul piano operativo ed anche su quello delle entrate, non escludendo di
analizzare la possibilità di aumentare anche le tariffe dei servizi portuali.
D'altra parte Matić invece non si è dimenticato di ricordare i vari primati, in
termini di risultati operativi ed efficacia, ottenuti da Luka Koper con la sua
direzione.
L'assemblea ha infine
approvato anche l'affidamento dell'incarico di revisione dei bilanci alla
società BDO, revocando contestualmente l'incarico in precedenza affidato alla
societå KPMG. E stato inoltre deliberato anche un aumento dell'indennità
spettante ai revisori.
Matić è stato buon profeta. Il collegio dei revisori ha
provveduto già ieri alla nomina del nuovo cda, del quale fanno parte il nuovo
presidente Dimitrij Zadel, proveniente dall'OMV Slovenija ed i due componenti
Metod Podkriżnik (Fersped) e Irma Gubanec (già presidente del cda del Delo di
Lubiana).
Come previsto da Dragomir
Matić, il nuovo presidente del collegio dei revisori, l'avvocato lubianese Uroš
Ilić, non si è limitato solo a comunicare la composizione del nuovo cda, ma ha
anche tentato di demolire l'immagine del cda uscente, affermando in conferenza
stampa che "l'amministrazione di Drago Matić è stata rimossa per colpe
gravi e dovrà lasciare l'azienda. Le cause: gravi innrazioni degli obblighi
datoriali in materia di diritto del lavoro, incapacitå operativa e di
direzione, sfiducia degli azionisti. Il pricipale capo d'imputazione resta
sempre il rapporto tra Luka Koper e le imprese di fornitura di manodopera per i
servizi portuali - IPS, che secondo un parere di legittimità commissionato alla
Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Lubiana, sarebbe illegale, stando
a quando dice Ilić.
A chi ha ricordato i
risultati economicamente e finanziariamenti eccellenti raggiunti
dall'amministrazione Matić, ha risposto invece Lidia Glavina, affermando che
"quando si ottengono alti profitti in un contesto di dubbia legittimità, è
normale dubitare anche dei risultati."
La vicenda comunque non ė
ancora conclusa del tutto. Vi sarà sicuramente un seguito in sede giudiziaria,
poichè alcuni piccoli azionisti hanno già preannunciato azioni legali,
definendo l'assemblea una vera e propria farsa.
Critici anche i rappresentanti
dei lavoratori, che non comprendono il perchè della rimozione di un cda che
aveva appena presentato un piano di assunzioni da completare entro il 2020
proprio per limitare notevolmente il ricorso all'IPS ed al lavoro precario.
Sono in molti a chiedersi: come mai, in un paese in cui il lavoro, le
retribuzioni ed i diritti dei lavoratori, soprattutto negli ultimi anni, sono
stati sistematicamente calpestati in molti settori, a cominciare dall'edilizia, lo stato non ha
mosso un dito e ora diventa paladino dei
diritti dei fornitori di servizi portuali?
(Resoconto redatto in base
ad articoli pubblicati dal Primorski dnevnik e dalle Primorske novice dd.
29.12.2017)
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