ROMA – Prima assemblea
davvero plenaria per Assoporti, ieri mattina. E malgrado il maltempo, qualche
problema nei collegamenti e una Roma invernale del tutto atipica, sono arrivati
pressoché tutti i presidenti dei “sistemi” portuali, con il “compitino” assegnato
loro da un inflessibile segretario generale Francesco P. Mariani e da una
gentile ma determinata moderatrice, Antonella Alberici di Agemony.
sull'argomento puoi leggere anche l'articolo
del The Meditelegraph
Cinque
minuti per ogni relazione programmatica, sui temi pre-assegnati: scenari geo-strategici, la via della seta,
l’Europa dei porti, Mediterraneo e mezzogiorno d’Italia, Zone Economiche
speciali, intermodalità e pianificazione nazionale delle infrastrutture, piani
regolatori portuali e connessioni con i waterfront delle città, sostenibilità
ambientali, lavoro portuale ruoli delle compagnie, transhipment, problemi delle
crociere dei traghetti. Non è stato
facile e ci sono state alcune sovrapposizioni.
Ma il punto vero dell’assemblea
“programmatica” di ieri a palazzo Artieri è stata la proclamazione del nuovo ruolo
di Assoporti dopo la riforma Delrio. Ovvero della “mission”, che da tempo viene
discussa nelle tante anime dei “sistemi”. Ovvero: Assoporti che dovrebbe
spingere per la trasformazione delle AdSP in Spa (tesi Genova), oppure
Assoporti non come duplicato dell’assemblea dei presidenti nella Conferenza
nazionale (Struttura di sistema),o ancora Assoporti con ruolo di
super-sindacato delle proprie strutture e della negoziazione sui contratti
(anche quelli dei lavoratori dei porti), oppure…
Insomma, in assemblea ma anche
nei corridoi nessuno si è nascosto le difficoltà di delineare un ruolo, in
tempi che fatalmente andranno anche a incagliarsi con le prossime elezioni
politiche del Paese e sulle scelte che potrà e vorrà fare un eventuale nuovo
governo. Tutti temi che presidente Zeno D’Agostino in apertura non ha mancato
di evidenziare, pur sostenendo che la riforma, per quanto incompleta, non può
essere né tradita né tantomeno stravolta.
Delrio a sua volta non manca
ad ogni occasione di sottolineare che il suo ministero sta forzando la mano,
con buoni risultati, per proseguire la sua “cura del ferro” prima della
scadenza del governo.
A margine di Assoporti c’è
stata la sottoscrizione dell’accordo-quadro “Sviluppo e sicurezza delle
infrastrutture ferrovarie di collegamento con i porti” e dell’altro accordo,
Wi-Fi Italia tra il sottosegretario del ministero dello sviluppo economico
Giacomelli e il presidente di Assoporti D’Agostino.
Ci sarà tempo per
riparlarne, perché alcune delle relazioni, per quanto succinte, meritano
approfondimenti.
Anche perché dalla presidenza, Zeno D’Agostino non si è
nascosto i problemi che ancora condizionano la piena attuazione delle riforma,
ma ha ricordato che il punto focale è far funzionare “il sistema dei sistemi”.
Uno dei compiti che appunto Assoporti sta cercando di svolgere anche per
ricavare un motivo della sua esistenza nel mondo dei porti che tanto cambia o
tenta di cambiare.
fonte La Gazzetta Marittima
da questo articolo si nota una certa differenza da quello letto sul piccolo a firma maranzana: interpretazioni diverse o ..............?
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