martedì 14 novembre 2017

FALLIMENTO COOPERATIVE OPERAIE TRIESTE : UN NERVO SCOPERTO

Nel suo piccolo il fallimento delle Cooperative Operaie di Trieste rimanda ai casi del Monte dei Paschi di Siena e delle Banche Popolari Venete.Si tratta di risparmiatori che hanno visto scomparire in misure diverse i loro soldi.

Questo è il motivo per cui il blog Rinascita Triestina richiama alle rispettive responsabilità gli organismi di controllo e ci costruisce sopra una polemica contraddizione tra Renzi e il controllo delle banche, e Serracchiani per il controllo delle cooperative.

La medesima tesi dei 108 risparmiatori che hanno delegato la tutela dei propri interessi all'avvocato Barbarossa.

CHI DOVEVA CONTROLLARE NON HA CONTROLLATO E' LA TESI SOSTENUTA.


IL PICCOLO in questi giorni si limita alla cronaca e ad un scarno resoconto delle decisioni del magistrato sul prossimo processo che vedrà gli imputati divisi tra rito abbreviato e ordinario.

TELEQUATTRO si distingue inserendo una domanda sulle Cooperative Operaie al sindaco Dipiazza che ripropone la sua tesi e il suo ragionamento su questo caso.


CLICCA SU IMMAGINE PER ANDARE AL FILMATO


Le reazioni non tardano ad arrivare e sulla pagina Facebook dell'avvocato Carbone prendono forma le critiche alle dichiarazioni del sindaco.



pagina Facebook GIANFRANCO CARBONE 11 novembre 2017

COOPERATIVE OPERAIE DI TRIESTE - FALLITE PER UN COMPLOTTO - LO DICE IL SINDACO.

Ieri sera, partecipando al programma “Ring” trasmesso dalla TV “Telequattro “ ho ascoltato, come tantissimi spettatori, l’intervento in diretta del Sindaco di Trieste Roberto Di Piazza. (Chiunque può riascoltarlo in streaming collegandosi al sito www.telequattro.it).

Nella successiva discussione su quello che ha detto non ho trovato il momento o l’occasione ( succede nei dibattiti televisivi quando si accavallano più voci) per sollecitare un suo chiarimento su una questione molto importante che ha citato quasi incidentalmente.

Parlando di un problema legato alla liquidazione del patrimonio delle Cooperative Operaie di Trieste ha detto (più o meno ma le sue esatte parole sono online) che le “Cooperative Operaie di Trieste (sarebbero) fallite per un complotto”. 

Quando il giornalista Avarino chiede, giustamente, chiarimenti risponde che non può dire di più ma che (sarebbe) intervenuto, nel passato, (cito a memoria con il beneficio dell’errore) per far aumentare i prezzi di vendita” (?) (per inciso in una procedura fallimentare). E’ tutto registrato.

È un’affermazione inquietante perché le Cooperative Operaie di Trieste (grande cooperativa di consumo con decine di migliaia di soci e soprattutto di “sovventori”/risparmiatori) sono fallite su richiesta della Procura della Repubblica.

Seguendo il ragionamento del Sindaco di Trieste i “complottardi” sarebbero, dunque, 2 sostituti procuratori della Repubblica (che hanno indagato per molto tempo) oppure i 2 procuratori sarebbero stati coinvolti inconsapevolmente nel “complotto” e indotti a formulare richieste ingiustificate (ma da chi? La Guardia di Finanza che ha condotto le indagini? Consulenti nominati dalla Procura?) oppure PM, Guardia di Finanza e consulenti sarebbero caduti nel “trappolone” (ma ordito da chi? Qual è la “spectre “ così potente da piegare al suo servizio pezzi così importanti dello Stato?).

Dopo le parole (forse un po’ “in libertà “ del Sindaco) emerge una questione tutta politica. La vicenda delle Cooperative Operaie ha creato, negli anni e nei mesi passati, un sentito allarme sociale con decine di migliaia di persone che hanno rischiato di perdere i modesti, sudati e necessari risparmi di una vita e un migliaio di lavoratori che stavano perdendo il posto di lavoro.


Di fronte ad una accusa così puntuale (il complotto) le forze politiche e i consiglieri comunali non dovrebbero far finta di non aver sentito nulla e dovrebbero chiedere pubblica ragione. Se il Sindaco non potesse riferire pubblicamente quello che sa allora lo dica a chi dovrebbe raccogliere le sue “confidenze”. Un po’ di chiarezza è necessaria. 

Stiamo a vedere se gli “eletti dal popolo” sono - come direbbe Sciascia - “uomini, mezzi uomini, ominicchi, (con rispetto parlando) piglia in culo o quaquaraqua’”.



dalla pagina Facebook dell'avv. Carbone


NOTA DI FAQTRIESTE : Pensiamo di fare un servizio utile riassumendo in un'unico post per i nostri lettori i vari interventi e riferimenti. Ringraziamo Telequattro che condivide su YouTube i video delle sue trasmissioni e fa un ottimo servizio ai cittadini.
Vi segnaliamo che abbiamo tentato di contattare diversi protagonisti per raccogliere diverse versioni ma assieme ad una disponibilità a parole non sono mai seguiti i fatti.
Per cominciare pensiamo sia il caso di ricordare il garantismo che definisce il processo la sede in cui si confrontano accusa e difesa e le eventuali colpevolezze. Andrebbero evitati processi anticipati a mezzo stampa e altre affermazioni che si affidano all'operato dei magistrati sulla fiducia. I pubblici ministeri non hanno concluso il loro lavoro che continuerà in sede processuale.
Forse in quella sede troveranno risposte adeguate anche le domande del sindaco Dipiazza.

Nessun commento:

Posta un commento