Nessuna risposta è stata pubblicata su IL PICCOLO e Ladi Minin, che è una persona seria, una risposta o almeno un confronto lo meritava.
Nel nostro piccolo proviamo noi a commentare la segnalazione di Ladi Minin. Pubblichiamo quindi la lettera con le nostre brevi note.
Il "gigantismo navale" mette fuori gioco
l'Adriatico
Qualche giorno fa si è insediata a Venezia la cabina di regia
tecnico-politica per la portualità del Nord Adriatico, con il dichiarato
intendimento di far collaborare i porti di Ravenna, Venezia e Trieste e creare
le condizioni logistiche per intercettare, in particolare, i traffici
mercantili con la Cina e inserirsi così in quella grande strategia
finanziaria-industriale, funzionale all'espansionismo economico cinese,
sintetizzabile nella cosiddetta "nuova Via della Seta".
NOTA Perchè risulta interessante per l'autore affermare che il gigantismo navale taglia fuori i porti dell'Adriatico dalla possibilità di intercettare i traffici e le merci che transitano sulla Nuova Via della Seta ? Dichiarare partita persa prima di iniziare a giocare non è solitamente una buona tattica. Non ci sono in ballo e in discussione eccessive voci di spesa per il pubblico né progetti che possano ricordare le storiche " cattegrali nel deserto " di altri periodi. A Trieste viene riconosciuta e restituita la sua funzione di hub ferroviario per il Centro Europa che già aveva ricoperto nel passato.
Ammirevole
iniziativa, che però non prende sufficientemente in considerazione l'ennesima
esplosione del gigantismo navale, insito nelle leggi del capitale, che portano
anche alla concentrazione delle grandi società del trasporto marittimo.
NOTA Esistono realmente studi internazionali dove si prevede per il 2030 l'impiego di mega portacontainer da 50.000 teu. Questi studi vengono criticati per il meccanismo matematico che difficilmente trova poi riscontro nella realtà.
Nelle
condizioni attuali, il problema vero ed escluso anche dal recente riordino
della portualità italiana è che i porti italiani sono fuori gioco, essendo
inadeguati a ricevere e gestire queste navi e questi volumi di container.
NOTA Sembra accettabile all'autore della lettera che quasi tutti i 26 porti italiani vengano attrezzati in modo di poter accogliere navi da almeno 20.000 teu ? E in prospettiva andrebbero dragati e ricostruiti per accogliere navi portacontainer da 50.000 teu , esigenza basata su modelli matematici.
Nel
prossimo futuro è prevedibile che le ultra-mega portacontainer da 14-18mila teu
verranno spostate sulle rotte Asia-Usa ed Europa-Usa e sulle rotte con il Far
East s'affacceranno quelle di portata nominale superiore ai 20mila teu.
NOTA Siamo spesso i peggiori critici di noi stessi e in questo caso l'autore della lettera è un maestro. Perchè le grandi navi da 20.000 teu verranno spostate sulle rotte Asia Europa? Forse perchè i porti statunitensi non sono in grado di accogliere navi così grandi e molti stati degli USA hanno scelto di non investire nel potenziamento dei loro rispettivi porti ?
Nella
discussione effettuata a Venezia si ricomincia parlare con timidezza dell'isola
offshore, chiamandola mini offshore, prevedendo le attrezzature portuali
adeguate e l'esclusione di quella parte riguardante le rinfuse liquide, che
bene verrebbero a Trieste a colmare il suo già importante ruolo in questo
ambito. A buon intenditore poche altre parole.
NOTA L'Adriatico e tutti i porti italiani ci viene segnalato che saranno tagliati fuori dalla Nuova Via della Seta ma ... poi l'autore cita nuovamente e tira fuori dal cassetto il progetto Off Shore di Venezia o meglio il mini off-shore. Non vi sembra strano ? Siamo certi che non è mosso da interessi personali ma non riusciamo a comprendere certe affermazioni, visto che il porto di Venezia e la sua AdSP sta affrontando tutto altri problemi. Citiamo solo la perplessità del Gazzettino che da buon profeta si chiedeva in tempi non sospetti come motiverà il successore di Paolo Costa i quattro milioni per il progetto versati ai cinesi se il porto off-shore non sarà realizzato ?
Ladi Minin
Isanav (Istituto per
lo studio delle attività navalmeccaniche)
NOTA Per chiudere citiamo l'eccesso di offerta di stiva, che è ciò che sta succedendo al di la dei modelli matematici e delle teorie della crscita costante e infinita.
SINGAPORE – Secondo Alphaliner, che ciclicamente registra
l’andamento dei traffici marittimi di linea nel mondo, la domanda di stiva per
il settore containers nel 2017 dovrebbe chiudersi con un aumento piuttosto
contenuto del 6%, contro aspettative che all’inizio dell’anno erano molto maggiori.
Tanto che si registrano rate di nolo basse sulle rotte più importanti che
riguardano il Far Est e secondo Seaintel (Alberto Ghiara sull’Avvisatore
Marittimo di due settimane fa) le compagnie dovranno togliere dal servizio
quasi 200 mila Teu entro la fine dell’anno.
La cura, secondo alcune compagnie, sarà un progressivo
aumento dei noli per equilibrare i conti, aumento che già dal 1 novembre è
stato ufficializzato tra Mediterraneo e Far East (anche se sul piano pratico
ancora valgono accordi in qualche caso diversi). Ma lo specchio del problema
degli eccessi d’offerta rimane la rada di Singapore (nella foto) dove il numero
di navi all’ancora è fortemente aumentato in questi ultimi tempi. Prevalgono
unità bulk e cisterne, ma non mancano le unità containers, anche cariche, non
si sa bene se di vuoti o altro.
Fonte: LA GAZZETTA MARITTIMA
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