CORRISPONDENZA SULLA FERRIERA DI LETTERE PUBBLICHE E SEGRETE ?

Vediamo di fare una cosa utile raccogliendo alcune lettere d interventi sulla Ferriera di Servola  - Area a caldo che sono emerse in questo fine luglio. Partiamo da una prima notizia pubblicata da TRIESTE PRIMA

La lettera "segreta" di Arvedi a Comune e Regione: «La riduzione della produzione non è sostenibile»
„La lettera "segreta" di Arvedi a Comune e Regione: «La riduzione della produzione non è sostenibile» 

Passiamo quindi alla fonte citata da TRIESTE PRIMA e andiamo a leggere cosa scrive il comitato 5 dicembre non senza aver riprodotto la lettera " segreta" 

LEGGI IL COMMENTO DEL COMITATO 5 DICEMBRE

Lo stesso comitato 5 dicembre cita nel suo commento un commento di Sasha Colautti ( l'ex segretario FIOM che Wartsila ha trasferito a Taranto per le note vicende sulle quali torneremo )

 Ieri Sasha invece ha scritto di Ferriera della ormai nota lettera:

"ARVEDI RICATTA TUTTI. NOI NON CI STIAMO.

Questa lettera è la mera riproposizione di quanto Arvedi aveva già fatto tempo fa, in un tavolo di confronto a cui fra l'altro avevo partecipato personalmente ed in cui il cavalier Giovanni Arvedi affermava che se non si sarebbe chiarita la questione dell'indagine della procura nei suoi confronti (storia vecchia), avrebbe smesso di approvigionare lo stabilimento.

Qui fa la stessa cosa, ricatta i lavoratori e la cittadinanza, affermando che "o si tolgono le diffide ed i limiti o non si approvigiona più lo stabilimento".

LEGGI TUTTO IL COMMENTO DI SASHA COLAUTTI

ARVEDI RICATTA TUTTI. NOI NON CI STIAMO.

Questa lettera è la mera riproposizione di quanto Arvedi aveva già fatto tempo fa, in un tavolo di confronto a cui fra l'altro avevo partecipato personalmente ed in cui il cavalier Giovanni Arvedi affermava che se non si sarebbe chiarita la questione dell'indagine della procura nei suoi confronti (storia vecchia), avrebbe smesso di approvigionare lo stabilimento.

Qui fa la stessa cosa, ricatta i lavoratori e la cittadinanza, affermando che "o si tolgono le diffide ed i limiti o non si approvigiona più lo stabilimento".

Nei fatti con questa sua affermazione scarica su altri la scelta politica di chiudere l'area a caldo, decisione che a mio avviso nessuno è in grado di prendersi perché l'abbraccio mortale della politica e di Cgil Cisl e Uil con il gruppo Cremonese ha fatto si che nessuno dei soggetti di cui sopra valutasse una alternativa industriale che presupponga la possibilità che l'area a caldo si chiudesse per stessa volonta' dell'imprenditore.

Lo dico chiaramente ai lavoratori che pensano che difendendo Arvedi difendono il proprio posto di lavoro: sbagliano di grosso.

Oggi bisogna proporre una mobilitazione in fabbrica che metta il padrone delle ferriere alle corde o alla porta.

Tanto sappiamo benissimo come andrà a finire anche guardando le mappe del progetto sul porto franco: il parco minerali non ci sarà più e l'area a caldo sarà uno degli ulteriori mezzi di scambio tra Arvedi ed il finanziamento pubblico e quindi l'ennesimo profitto di un privato a scapito di tutti.

La nostra proposta è una mobilitazione pesante contro questo odioso ricatto. I lavoratori si mobilitino per rivendicare Il proprio posto di lavoro sulla base di una alternativa credibile e che guardi all'industria.

Si mobilitino per impegnare la politica a promuovere un nuovo insediamento industriale dell'acciaio su modello di altre aziende italiane a impatto zero (vedi ORI-Martin di Brescia). Qualità e non quantità. Rispetto dell'ambiente, e dignità di un lavoro senza ricatti.

Se qualcuno, in fabbrica, ha compreso bene cosa succederà e vuole lavorare questa proposta, mi contatti o ci contatti su industriats@usb.it

“