lunedì 3 luglio 2017

INTERVISTA A PINO MUSOLINO PRESIDENTE ADSP VENEZIA DAL THE MEDITELEGRAPH

Genova - «Il mio compito sarà quello di riportare l’astronave sul pianeta Terra: la piattaforma offshore non serve, lo dice il mercato». 

Pino Musolino, presidente del porto di Venezia da pochi mesi, va subito al sodo. E non usa mezzi termini nel bocciare quello che per anni è stato il cavallo di battaglia del suo predecessore, Paolo Costa, l’ex numero uno dell’Authority che si è speso soprattutto in sede europea perché venisse finanziata la progettazione della piattaforma d’altura in Alto Adriatico dedicata al traffico container.
«Non sono contrario alla realizzazione di nuove infrastrutture, ma alla creazione di opere inutili sì», puntualizza Musolino. Che aggiunge: «Da qui al 2030 Venezia e gli altri porti adriatici non movimenteranno mai 6 milioni di teu, ma probabilmente meno della metà. E poi nessuna mega-nave arriverà mai a scalare Venezia o Trieste, perché le grandi portacontainer privilegiano i porti di transhipment».

L’assenza di investitori 
Secondo Musolino non ci sono «investitori interessati al progetto della piattaforma offshore di Venezia. Nessuna compagnia che opera nel trasporto container e neppure terminalisti». Costruire l’intera infrastruttura costerebbe 2,1 miliardi di euro, mentre il bando di gara per la realizzazione dello studio di progettazione è stato affidato per più di tre milioni di euro. «Il piano sarà ultimato entro fine anno, ma non credo vedrà mai la luce».


La risorsa passeggeri
«I crocieristi sono una risorsa». Il presidente dell’Authority ha le idee chiare sulla presenza in città dei passeggeri che sbarcano dalle navi da crociera. «Rappresentano meno del 10% del totale delle presenze che visitano Venezia ogni anno - dice Musolino - e quello che arriva dal mare è certamente un turismo più ricco e controllato rispetto all’arrivo di visitatori dalla terraferma». Quanto alla limitazione per le grandi navi da crociera nella Laguna di Venezia, il nuovo numero uno dell’Authority ha avviato un confronto con il governo per trovare una soluzione che possa consentire alla città di «sfruttare al meglio questo business, sempre nel rispetto dell’ambiente». «Chi sostiene che i crocieristi dovrebbero scalare altrove - aggiunge il presidente del porto - non vuole il bene della nostra città ma soprattutto ai cinquemila occupati che grazie a questo comparto lavorano a Venezia. E poi, attenzione: se crolla Venezia, crolla l’intero sistema crocieristico italiano, adriatico in particolare, questo è bene che si sappia».

Il dossier concessioni
Entro il 2023, l’Autorità dovrà decidere sul rinnovo delle concessioni portuali. Affidamenti che potranno essere rinnovati, anche se Musolino non esclude di aprire le porte a nuovi investitori. «Dipenderà molto dai piani industriali che saranno presentanti - spiega - anche se non è mia intenzione mettere alla porta chi attualmente opera in porto. Ma è chiaro che stiamo valutando eventuali candidature di operatori che al momento non sono presenti nel nostro scalo e che potrebbero incrementare i traffici».

L’impegno in Assoporti
«Venezia - sottolinea Musolino - è tra i principali scali italiani che aderiscono all’associazione. Credo nelle capacità del nuovo presidente Zeno D’Agostino e sono convinto che un’associazione che rappresenti i porti italiani possa riuscire nell’intento di portare nuovi investitori sulle banchine italiane. Se mi rendessi conto che la nostra presenza in Assoporti fosse inutile, allora uscirei immediatamente». Il presidente del porto di Venezia ha deciso di aderire anche ad Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile), guidata dall’armatore Guido Grimaldi. «Non credo ci sia nulla di male - puntualizza - visto che la mia presenza risulta essere a titolo personale e non come Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale».

Il modello Venezia
Sviluppo e innovazione sono le linee guida con le quali il nuovo numero uno dell’Authority ha intenzione di governare il porto per i prossimi quattro anni. «Almeno per un mandato - puntualizza l’attuale presidente - anche se non mi dispiacerebbe restare per un totale di otto anni». Musolino, 39 anni, marittimista con una pluriennale esperienza nei mercati asiatici, ha deciso di tornare nella propria città dopo averla lasciata per seguire la carriera lavorativa. «Ho accettato questa sfida - chiude - convinto che Venezia e il suo porto non abbiano ancora fatto abbastanza. Ma chi ha già iniziato a tirarmi per la giacca esagera:faccio il presidente da poco più di cento giorni, datemi ancora qualche mese».


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